Devastante. Il Messina sbanca Troina, rifila un poker nettissimo agli ennesi e consolida un primato che pare, oggi, sempre più inattaccabile. All’inizio sofferenza retta con maturità, poi rullo compressore che non lascia scampo.
BELLO, BELLISSIMO – Il valore della vittoria va oltre lo 0-4, proprio per quell’approccio aggressivo e propositivo della squadra di Mascara. I giallorossi, allora, sono bravi – ancora una volta – a soffrire e reggere, facendo sfogare l’avversario e restando, comunque, a galla. Caruso piazza un paio di interventi pesanti, un palo aiuta e poi parte l’assolo. La prima firma è di uno degli uomini più in forma dell’ultimo periodo, che si riprende quello che Scuffia gli aveva tolto a San Luca e apre le danze. Paolo Lomasto simbolo di questo Messina: pacato e silenzioso fuori, sportivamente cattivissimo e deciso in campo. Il suo colpo di testa rompe la diga, non abbatte il Troina, ma fa intendere che l’inerzia è ormai cambiata. Aliperta fa il resto, con una rete clamorosa e di rara bellezza, che corona settimane alla ricerca della grande giocata. Arriva nel momento più caldo, per chiudere la sfida e liberare la mente. Il Messina dilaga, domina e devasta – per l’appunto – un avversario che raccoglie 10 reti tra andata e ritorno. Gli ennesi pungono fino alla fine, ma quando il Messina attacca è inarrestabile. Cristiani si premia con un gran gol, ciliegina di una stagione da polmone aggiunto per Novelli. Poi tocca a Cretella, il 2002 più forte del Girone I, che arrota il destro e cala il poker. Un racconto che passa dalla bellezza delle 4 reti, che dice che questo Messina non si può fermare.
TRAVOLGENTE – La reazione ai due pareggi contro Santa Maria e San Luca è fatta di un doppio poker con Rende e Troina, per chiarire che il rallentamento della squadra di Novelli era stato fisiologico. Segnale di umanità, che il Messina sa cancellare con prestazioni in crescendo e intrise di maturità. Notevole il mutamento di questa squadra: quasi spaventata di non dover mai sbagliare a inizio stagione, poi capace di imparare da ogni singolo errore, fino a limare e diventare quasi perfetta. Sa soffrire, anche subire, ma quando accelera non è contenibile. Foggia è il trascinatore numerico, anche tattico e sempre pronto nei momenti chiave. Troina, però, dice come questa squadra sia un granitico corpo unico: Aliperta torna a stupire – dopo settimane obiettivamente appannate -, ma sono i Lomasto, Cristiani, Boskovic e Caruso a meritare gli applausi più fragorosi. Oggi loro, ieri altri e domani chissà… perché questo Messina ha la grande capacità di non dipendere da nessuno, di saper esaltare senza anelare la prestazione a cui appigliarsi. Il merito? Di Raffaele Novelli, l’uomo che ha creato una catena di montaggio in cui ogni ingranaggio è fondamentale. Poi, di Cocchino D’Eboli: l’uomo che ha capito che il calcio è un gioco e il modo migliore per giocare è farlo tra amici, prima che tra compagni.