Quattro punti nelle prime due partite, un inizio da sogno cancellato dal brusco risveglio arrivato dopo cinque sconfitte consecutive che hanno relegato la Vibonese di mister Costantino nella parte finale della graduatoria. Tre sole vittorie in stagione: la più gustosa quella nel derby contro la Reggina, la più pesante quella sul campo del Monopoli. Il filo comune della stagione è invece un altro: Andrea Saraniti. L’ex Città di Messina e capitano dei calabresi è l’autore di 5 dei 9 gol realizzati fin qui, unica bocca da fuoco di una squadra che fatica tremendamente nella fase di finalizzazione. Penultimo posto in classifica, al pari di Messina e Reggina, probabilmente in linea con il livello della rosa costruita la scorsa estate. La consapevolezza che sarebbe stata una stagione di sofferenza era chiara dall’inizio, il pessimo inizio del Catanzaro ha allontano l’ultimo gradino per settimane ma quella che era una previsione, potrebbe diventare presto realtà. La Vibonese vista fin adesso è la peggiore squadra del torneo, lo dicono prestazioni e numeri. Il lavoro attento di mister Costantino non è in discussione, impossibile fare molto meglio con un gruppo giovane e con pochissima esperienza tra i Pro. Andrea Saraniti è davvero la speranza ultima per i calabresi, il vicino mercato invernale spaventa i tifosi calabresi dato che il loro bomber sembra piacere a tante tra le big del girone. I rumors sull’interessamento della società di patron Caffo (Amaro del Capo) per Demiro Pozzebon hanno aperto qualche interrogativo: “Con o al posto di Saraniti?”, perché di rinunciare al numero 9 i tifosi vibonesi non ne hanno nessuna voglia. Costantino ci prova e ci riprova, mischia le carte tattiche a sua disposizione cercando di trovare l’alchimia che dia la giusta continuità di rendimento. La difesa a quattro resta la base, la parte complicata è trovare il giusto accompagnamento a bomber Saraniti. Non hanno convinto Scapellato, Leonetti, Rossetti o Di Curzio; tutti ragazzi che non hanno fatto mancare l’impegno ma che rimangono con le polveri bagnate se non sporadici casi. Favasuli e Yabré in appoggio l’ultima soluzione vista, una sorta di modulo ad albero di natale per cercare di trovare il giusto giro palla per lanciare al massimo il finalizzatore.
MENTALITÀ – Abbiamo detto dei numeri drammatici in zona gol della Vibonese: 9 reti in 18 partite, con Saraniti autore della metà più uno delle realizzazioni e spesso unica arma credibile sotto porta. Potrebbe andare per peggio? Sì, perché se si pensa alla fase difensiva allora i numeri non sono migliori. 22 le reti subite, molte di queste utili per comprendere il livello generale della squadra calabrese. Nel nostro frame siamo nella sfida contro il Taranto: i pugliesi sono in vantaggio grazie al gol di Magnaghi, il raddoppio che chiude la gara arriverà con Viola, questa l’azione. Con la curva blu vediamo la linea difensiva a quattro, in rosso la zona dell’errore: centrocampo totalmente tagliato fuori dallo sviluppo dell’azione. Manca la mentalità di squadra, non si difende in blocco perdendo in maniera troppo semplice le distanze. Nel cerchio rosso Legras, il numero 8 di Costantino allunga lo spazio tra difesa e centrocampo e perde la marcatura su Viola che si muove tra le linee. L’attaccante dei pugliesi riceverà, azione personale e raddoppio che chiude i conti.
PARTECIPAZIONE – Torniamo al punto di partenza, ovvero l’attacco e quindi Andrea Saraniti. Siamo nel match contro la Paganese, prendiamo ad esempio un frame qualsiasi che ci è utile per fotografare la scarsa partecipazione di gruppo in fase offensiva. Nel cerchio rosso c’è Saraniti, centravanti che gioca in maniera classica andando ad occupare lo spazio tra i due centrali. In blu la linea in appoggio: Usai (terzino destro) sale per accompagnare la manovra, lui come il collega della fascia mancina sono gli uomini che devono dare ampiezza dato il modulo ad albero di natale. Favasuli (riquadro arancio) sta giostrando sulla trequarti, vediamo come abbia diversi scarichi all’indietro ma anche come in avanti ci sia il solo Saraniti. Rarissimi i casi in cui la squadra accompagna in maniera prepotente l’azione, troppo isolato Saraniti che deve cantare e portare la croce di una squadra che in trasferta ha già perso sei volte e che paga, e pagherà, l’asfittica fase offensiva.