Vibonese-Messina, ardente pazienza e splendida felicità

Pubblicato il 27 Febbraio 2022 in Primo Piano

Prova di maturità. Un Messina paziente, mai nervoso e sempre lucido passa al Razza e spinge la Vibonese verso la prossima Serie D. La crescita è di gruppo e di gioco, ma alcuni singoli si prendono la copertina per la capacità di reagire ai propri errori. Il resto lo fa un Raciti mai appagato.

STUDIO E QUALITÀ – Le parole a fine gara del tecnico giallorosso sono la cosa migliore della giornata: “Abbiamo fatto 9 punti in tre partite e siamo ancora nella griglia playout”. Totale consapevolezza e nessun autocompiacimento. Il Messina non è ancora fuori dai guai, anzi resta in piena lotta. La buona notizia, però, è che può lottare. Qualche mese fa sembrava impossibile, ogni partita sembrava condurre i giallorossi verso la certezza di un passaggio veloce tra i professionisti. Retrocessione diretta o, al massimo, la speranza di un playout drammatico. Nulla di tutto questo, perché il Messina che infila la terza vittoria consecutiva sembra la squadra più in forma della parte destra della classifica. La seconda, forse, dato che nei fatti c’è un Monterosi ormai in missione per agganciare, addirittura, la top 10. Contro la Vibonese i ragazzi di mister Raciti (voto 7) mettono in piedi una prestazione totale: fase di studio, attesa, pazienza e nessuna paura. Lo dimostra la linea difensiva che non si abbassa mai sotto la trequarti difensiva, con un atteggiamento di squadra che vuole incutere timore all’avversario. La differenza di valori è evidente, ma dimostrarlo passa sempre dalla prestazione sul campo. La Vibonese ci prova con le armi a disposizione, con Orlandi che tenta anche la carta della modifica tattica mandando in soffitta la difesa a 3 e schierando i suoi a specchio. Serve solo ad allungare la fase di studio, perché il Messina balla solo negli ultimi cinque minuti del primo tempo. Utili anche quelli, perché tengono coi piedi per terra Carillo e compagni. La punizione di Damian stappa una partita tattica e serrata, mostrando un’altra opzione poco utilizzata in stagione. Poi, ci sono quei cinque minuti: la leggerezza di Statella e il contraccolpo del pari subito. Ci mette una pezza Lewandowski quando devia di puro istinto il destro di Risaliti a un secondo dalla sirena dell’intervallo.

FORZA MENTALE – Il manico fa la differenza. Quello di Raciti e Cinelli incide in maniera evidente. Passo indietro, perché le scelte iniziali prima stupiscono, poi convincono. C’è Konate per Marginean, perché lo staff tecnico capisce che la prima ora sarà tanto di lotta e poco di governo. Torna utile anche Busatto, che passa la maggior parte della sua gara a fare a sportellate con chiunque. Buca una buona chance di testa, ma il calcio gli ridà quanto tolto. Scelte iniziali e mosse in corso d’opera si fondono, così quando la Vibonese batte malamente un corner, ecco il contropiede da manuale. Damian apre con profonda visione su Catania – aumentando il valore di una prestazione fatta di lucida regia e perfetta schermatura difensiva -, il numero 20 fa salire di giri il suo motore e diventa una scheggia imprendibile. Non solo velocità, ma tecnica e controllo quando salta Corsi e alza la testa per servirsi al vasto buffet giallorosso in area di rigore. Pallone non perfetto, lo aggiusta Russo – altro subentrante – con un tocco che, solo in apparenza, sembra banale ma che diventa fondamentale. Busatto non si fa prendere dalla smania di spaccare tutto: controllo, dribbling e sinistro piazzato con Marginean alle sue spalle già esultante. Quel sinistro è decisivo, nella stessa porta in cui aveva mostrato tutta la sua acerbità contro il Palermo. Bravi i calciatori, bravissimo Raciti. Il campo è specchio del lavoro, di settimane in cui il tecnico ha lavorato sulla mente e sulle gambe. Ragazzi giovanissimi che Raciti ha accarezzato e non sferzato. Un cambio di atteggiamento perfetto, utile, necessario dopo la gestione retrograda firmata Capuano. La vera zavorra di questa stagione. Al netto di come finirà, infatti, in Lo Monaco e Capuano risiedono le responsabilità maggiori. Il tempo per i meriti è ancora lontano, ma i volti cominciano a prendere forma. La ciliegina del sabato calabrese la mette ancora Catania, con un pallonetto da centrocampo che serve a togliere ansia al recupero – in precedenza ci aveva pensato Lewandowski a disinnescare una punizione insidiosa di Curiale – e regalare al ragazzo una perla da tenere tra gli oggetti preziosi della sua carriera. Vittoria mai in discussione, alla fine netta e, ovviamente, meritata. Così doveva essere, perché contro l’ultima in classifica l’occasione era troppo ghiotta. Tre vittorie consecutive e vantaggio sulla Fidelis Andria rimasto intatto. Il discorso generale sulla lotta salvezza, però, va rimandato perché i tre rinvii arrivati dopo le forti nevicate su Avellino, Campobasso e Potenza interessano le dirette rivali dei giallorossi. Al Messina resta il pregio di aver fatto il suo e la presa di coscienza di non aver fatto ancora niente.

Lewandowski 6,5: istintivo su Risaliti sullo scadere del primo tempo, decisivo sulla punizione di Curiale. Tra i pali è sempre una sicurezza.

Trasciani 6: resta ordinato e attento, non rischia mai nulla e non concede spazi.

Celic 7: un muro. Di testa è tutto suo, lotta e vince tutti i duelli. Peccato per quel giallo arrivato per un fallo troppo irruente che regala a Curiale una buona chance.

Carillo 7: perfetto. Non sbaglia nulla, legge prima tutte le situazioni pericolose e intercetta ogni pallone pericoloso.

Morelli 6: rientro fondamentale. Sempre attento e in posizione, spinge poco ma il lavoro difensivo è eccellente. (dal 48′ s.t. Angileri sv)

Fofana 6,5: una garanzia. Praticamente ovunque, sempre intenso e decisivo in fase di recupero palla.

Damian 7,5: questo è il calciatore che tutti si aspettavano. Lucido e preciso in fase di impostazione, ottimo nelle letture e nel posizionamento da schermo difensivo. Delizioso su punizione. In questo finale di stagione dovrà diventare un valore aggiunto.

Konate 6: regala un’ora di intensità e fisicità necessarie in una gara tutt’altro che semplice. (dal 14′ s.t. Marginean 6: alza il tasso qualitativo mettendo maggiore pulizia nel giro palla)

Statella 5,5: causa il penalty del pari calabrese, in generale gioca una partita in cui non riesce a incidere. (dal 14′ s.t. Russo 6,5: entra con buona vivacità, la cosa migliore della sua prestazione è quel tocco lieve che allunga il cross di Catania e permette a Busatto di trovare il raddoppio)

Busatto 7: sacrificio, sportellate e un gol mezzo mangiato. Il calcio, però, è giusto e lo ripaga di tutto. In quella porta dove aveva fallito contro il Palermo, e con tutta la calma e sicurezza del mondo. Decisivo. (dal 25′ s.t. Adorante 6: entra con voglia e tiene impegnata la difesa avversaria)

Gonçalves 5,5: poco coinvolto in fase offensiva, non aiuta moltissimo in quella difensiva. (dal 13′ s.t. Catania 7,5: spacca tutto. Il contropiede che porta al raddoppio è poesia calcistica. Una corsa a perdifiato ma piena di lucidità. La rete con un pallonetto da centrocampo è un misto tra leggera follia e totale consapevolezza dei propri mezzi. Opzione letale)

VIBONESE Marson 5; Corsi 5,5, Polidori 5, Risaliti 6, Mahrous 5,5 (dal 26′ s.t. Carosso 5,5); Basso 5,5, Gelonese 5 (dal 1′ s.t. Volpe 5,5), Zibert 5,5; Cattaneo 6 (dal 26′ s.t. Blaze 5,5), Curiale 6, Ngom sv (dal 15′ p.t. Grillo 6 e dal 34′ s.t. Spina sv). All. Orlandi 5,5

*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale

Commenta

navigationTop
>

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi