Messina-Fondi, straniero in terra straniera

Pubblicato il 27 Novembre 2016 in Primo Piano

Una realtà ingombrante, quella che adesso si è materializzata davanti a Cristiano Lucarelli. I problemi spuntano velenosi come funghi, ma il tecnico non vuole saperne di stringersi nelle spalle. Reagisce a suo modo, chiedendo alla stampa di cospargersi il capo di cenere per avere esasperato il clima di sfiducia intorno alla squadra. Spara a raffica, contro i giornali e poi all’indirizzo di chi “rema contro il Messina”: una pletora di persone non meglio identificata, un partito d’opposizione duro e puro a cui si sarebbe iscritto anche qualche soggetto che opera dall’interno del club: “Avevo chiesto di lavare i panni sporchi in famiglia”. Sarà, ma in fondo Lucarelli ha in parte provato a narcotizzare il dibattito attorno agli atavici problemi strutturali che nelle ultime settimane hanno bussato alla sua porta, presentando il conto. Il primo, tra questi, è di certo lo stato disastroso del manto di gioco del San Filippo, una situazione che incide direttamente sul suo operato e sulla necessità di ripiegare su campi di allenamento che nell’emisfero Messina semplicemente non esistono. Smaltita la sbornia, è tempo di passare agli esercizi di realismo. A domanda, risponde secco: “Prima di firmare il contratto, conoscevo perfettamente le criticità strutturali del Messina. Quello che non avrei mai immaginato è un clima da tutti contro tutti”. Risveglio brusco per chi, erroneamente, pensava di trovare terreno fertile per la coltivazione di populismo calcistico. Piazza bruciata da una retrocessione vecchia di sole due stagioni, che proprio dell’attendismo buonista si è pentito nei minuti infiniti che regalavano alla Reggina la gioia della salvezza ed al Messina l’inferno del dilettantismo. Adesso è lecito non aspettare più i giochi fatti, far vibrare le coscienze deve essere al centro del dibattito e non lasciato cadere come becero tentativo di urlare la propria opinione controcorrente. In questo trambusto di polemiche filosofiche, c’è una gara da giocare: un avversario che non regala nulla neanche col Natale alle porte e una infermeria che si è dotata di porta girevole per gestire i vari acciacchi dei giallorossi.

CAPITANO – Il titolo tanto caro al presidente Stracuzzi e buono per descrivere il Gianluca Musacci versione messinese. Il numero 8 è inserito nell’infinita e polemica lista dei convocati di Lucarelli, la sua presenza è però quasi impossibile per un problema al ginocchio. Al suo posto promosso Ricozzi, la sua prova a Taranto ha convinto il tecnico a schierarlo tra Capua e Foresta nel centrocampo a tre. In dubbio Grifoni dopo il problema accusato ad Agrigento, favorito Palumbo per il ruolo da terzino con Rea e Bruno al centro della difesa. In attacco Pozzebon e Milinkovic aspettano di conoscere il terzo del tridente: Ferri è l’uomo dell’equilibrio, Madonia la carta da pescare a partita in corsa. La titolarità del ragazzo scuola Roma è quasi scontata. Torna in gruppo Maccarrone, vicino al rientro anche Ionut mentre rimane avvolto nel mistero il futuro di Manuel Mancini. In casi come questi inutile indagare, il primo pensiero va alla salute dell’uomo e non del calciatore.

SORPRESE – Fondi reduce da sei gare senza sconfitte, mister Pochesci gode di tutta la rosa a sua disposizione e potrebbe tentare la mossa a sorpresa dal punto di vista tattico. Fedele ma non troppo al 4-3-3, l’allenatore dei laziali ha ripiegato su un modulo coi tre difensori in alcune uscite. L’inerzia positiva di queste settimane, però, dovrebbe convincerlo a non modificare lo scheletro tattico della sua squadra. Attenzione ai due esterni bassi Galasso e l’ex Squillace, soluzioni offensive aggiunte al tridente mobile dove spicca l’ex Città di Messina Filippo Tiscione. Con lui Albadoro e Calderini formano un trio che non ama regalare punti di riferimento, aiutato da un centrocampo dotato di tecnica e cattiveria fisica. La squadra dell’Unicusano non soffre dei problemi economici tipici della categoria, la costruzione della rosa è il chiaro tentativo di sorprendere le grandi nella corsa ai posti d’onore. A Messina arriva una squadra serena, la gestione dei momenti positivi chiarisce la differenza tra improvvisazione e organizzazione.

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