Messina-Catanzaro, quella sporca dozzina

Pubblicato il 11 Febbraio 2017 in Primo Piano

Il riferimento al famoso incontro romano sembrerebbe naturale, in realtà alle trattative per il passaggio di quote alle cordate interessate vorremmo dedicare poco spazio. Nessuna testa sotto la sabbia, perché che il futuro del calcio messinese sia legato al buon esito delle discussioni tra gli attuali soci ed i due gruppi imprenditoriali è palese. Un primo incontro e nulla più, perché le parti si possano accordare mancano ancora passaggi fondamentali. Prima anime separate, ora comunione di intenti: l’idea di una cessione del 70% da dividere equamente tra la cordata calabrese e quella rappresentata da Angelo Massone sembra aver ingolosito le parti, tanto che i due gruppi adesso starebbero pensando di far confluire le proprie forze e acquisire l’intero pacchetto di quote giallorosse. Nessuna preclusione da parte dei soci, anche se una cessione totale andrà valutata con almeno 48 ore di riflessione. Chiusa la parentesi societaria c’è da pensare al campo, ed ecco che il nostro titolo trova finalmente una motivazione. Al San Filippo arriva il Catanzaro per quello che si presenta come il più classico degli scontri diretti decisivi. La classifica parla chiaro anche senza ulteriori analisi, tanto che una vittoria della truppa di Lucarelli darebbe un indirizzo netto al futuro sportivo dei giallorossi. Tra Catanzaro e Paganese si deciderà tanto del campionato del Messina, due gare che dovranno essere ritmate da cattiveria agonistica e convinzione. C’è da cancellare il crollo foggiano: se è vero che per una cinquantina di minuti il Messina è stato al livello della capolista, non va dimenticato che la gara si è comunque chiusa sul 3-0 soprattutto a causa di un blackout da non ripetere. Si riparte dalla lotta contro la Juve Stabia e dall’applicazione tattica vista in Puglia, dove i nuovi arrivati hanno già mostrato voglia di non passare per comparse sullo sfondo. Difficile, forse difficilissimo, scindere le questioni societarie da quelle di campo per Lucarelli ed i suoi ragazzi. Momento delicato che coinvolge tutto l’ambiente giallorosso, lo stesso che proprio il tecnico livornese ha cercato di stimolare. Chiamata alle armi, che fuor di metafora significa ritorno allo stadio in massa. La realtà, probabilmente, racconterà numeri non diversi rispetto a quanto visto fin qui, complice anche uno scarso marketing legato all’evento. Da non sottovalutare c’è, soprattutto, la lotta interiore che ogni tifoso vive: tra l’amore per la maglia e la razionale analisi degli eventi sembra aver la meglio la seconda opzione. Questo Messina, per tanti, non è più il Messina da seguire a discapito di tutto. L’attaccamento, a volte, può non bastare soprattutto se dall’altra parte il corteggiamento non è mai iniziato. Gli unici per cui sostenere, però, sono proprio Lucarelli ed i suoi undici ragazzi in campo. La sporca dozzina appunto: un allenatore che ci vuol credere, un gruppo di calciatori che possono riuscire nel raggiungimento della salvezza anche senza un campo di allenamento e strutture al limite del dilettantismo. Per loro il sostegno non mancherà: per Lucarelli e per gli undici che inizieranno e per quelli che finiranno la sfida contro il Catanzaro, protagonisti di uno dei passaggi fondamentali di una stagione difficile da aggettivare.

FLUIDITÀ – Non convocato Foresta, l’ex di turno è tornato in gruppo ma non è ancora pronto. Si va verso la conferma dell’undici iniziale visto a Foggia, eccezion fatta per l’infortunato Grifoni che verrà rimpiazzato da Palumbo. Con lui ci saranno i soliti Rea e Bruno con De Vito a sinistra. Il centrocampo rimane il vero enigma: la duttilità di Mancini e Sanseverino apre a due diversi scenari tattici. Da una parte la conferma del rombo con il numero 33 piazzato alle spalle del duo Anastasi-Milinkovic; dall’altra l’allargamento di Sanseverino a sinistra come esterno tattico col naturale passaggio al 4-3-3. Nessun dubbio sugli uomini, da scoprire rimane solo la sistemazione tattica, cosa che scopriremo al calcio di inizio fischiato dal signor Pietropaolo. Come sempre tanto della forza offensiva del Messina sarà affidato all’estro di David Manuel Milinkovic: la sua creatività e forza fisica non saranno influenzate dal sistema di gioco, per lui la libertà di tagliare in due la difesa avversaria rimane ampia.

CONVINZIONE – Reduce dalla vittoria pesantissima sul campo della Paganese, con un calciomercato che ha rivoluzionato in maniera intelligente una rosa che aveva solo deluso. Il Catanzaro di mister Zavettieri arriva al San Filippo con la forza dettata dalla ritrovata convinzione nei propri mezzi. Il tecnico dei calabresi deve sciogliere un dubbio a centrocampo dove si giocano una maglia Mancosu e Carcione. Col primo in campo il modulo oscillerebbe tra un classico 4-4-2 ad un rombo buono per attaccare il Messina tra le linee. Se dovesse essere l’ex Paganese a strappare una maglia, invece, vedremmo un Catanzaro più serrato con Giovinco libero di prendersi campo e tempi di giocata. In difesa rientra Sirri, farà coppia con Prestia mentre Patti viene dirottato a sinistra. Assente Pasqualoni, toccherà ad Esposito sull’out destro con De Lucia ancora a difendere la porta calabrese. In campo i due ex Akragas appena arrivati: Guido Gomez sarà il riferimento offensivo, Matteo Zanini il bomber che non ti aspetti. Tra Sicilia e Calabria sono 6 le reti realizzate, giusto premio al grande lavoro dell’ex giallorosso.

Messina-Catanzaro

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