L’addio di Stracuzzi: “Io ero il pupo, i pupari erano altri”
Pubblicato il 13 Febbraio 2017 in Primo Piano
Un idillio d’amore interrotto bruscamente. Tra Stracuzzi e il Messina finisce una storia durata oltre un anno e mezzo. L’ultimo atto viene confezionato in formato conferenza stampa, un incontro con i giornalisti fortemente voluto dall’ormai ex presidente del Messina.
FRECCIATINE – Il capitano accusa e ritratta, si addossa e al contempo scarica le responsabilità. Sempre adagiato, in bilico, su uno stile comunicativo vagamente ambiguo, qualcosa a cui ci ha abituato nell’arco della sua presidenza. Qualcosa di cui faremo volentieri a meno. Intanto bisognava rispondere al socio Gugliotta, che nel post partita di Messina-Catanzaro aveva sparato a raffica contro Stracuzzi. Il capitano la prende larga: “Io non scarico le responsabilità sugli altri; qualcuno, però, non ha il mio stesso fegato. Documenti in mano, posso affermare che la gran parte delle scelte fatto in questo anno e mezzo mi sono state sostanzialmente imposte dai soci di minoranza. Una scelta che rivendico è quella di Lucarelli, profilo non gradito ai soci. Qualcuno ha detto che il sottoscritto avrebbe abbandonato la nave? Non l’ho fatto nemmeno quella volta, in Canada, quando con il mare forza 12 sono rimasto l’unico in piedi dell’equipaggio, mentre gli altri erano tutti a terra, rassegnati e ubriachi”. Poi riattacca: “Qui non ha mai comandato la maggioranza. Vi ricordo che nel CdA avevamo solo due posti su cinque. La maggior parte delle scelte mi sono state imposte: direttori generali, allenatori. Fai questo, fai quello. Io ero il pupo e qualcun altro il puparo”.
SQUILIBRI SUL MERCATO – “Volevo fare andare via calciatori importanti? Sì, perché se una società ha necessità di monetizzare, si guarda prima alla struttura e poi ai calciatori. Cedendo Milinkovic saremmo andati in queste direzione. Lui voleva andare via, avrebbe rinunciato anche allo stipendio e avremmo incassato una contropartita economica importante. Avevo chiuso con tre calciatori del Latina, tutti valorizzati con opzione per il prossimo anno. E invece ho fatto la figura dello stupido. Avevo anche firmato per la cessione di Musacci al Taranto in cambio di Lo Sicco e Bollino. Diciamoci la verità: il Messina è stato rilevato da quattro coglioni. Ci abbiamo messo cuore, passione, impegno, sono state fatte delle cose eccellenti e delle cose scadenti. Proto? C’è stata una certa resistenza da parte dei soci, ma in verità aveva inserito troppi paletti nella proposta. Barbera? Alla fine avevamo deciso di cedere, ci sono i tifosi testimoni. Poi si è fatto indietro per la storia del proiettile”.
SUI NUOVI “SOCI” – Chiuso il capitolo relativo al passato, esaurite le frecciatine a disposizione, Stracuzzi si proietta sul futuro del Messina. Le cordate rappresentate da Gerace e Massone garantiranno il pagamento degli stipendi entro il 16 febbraio, data ultima. Poi torneranno sull’analisi contabile, ultimata la quale dovrebbero ratificare l’acquisizione dell’88% entro il prossimo 30 aprile. A quanto pare, la postilla relativa all’eventuale restituzione, in caso di dietrofront, degli investimenti che i due gruppi si addosseranno da qui alla data prevista per il closing, sarebbe stata rimossa. In breve: le due cordate investiranno al buio una cifra vicina ai 200mila euro, poi decideranno se esercitare o meno il diritto di opzione. Sulla garanzia delle persone, Stracuzzi nicchia, dice tutto e niente: “Io non sono il garante di nessuno, nemmeno di me stesso. Mi hanno fatto una buona impressione, ma nella vita non si può mai sapere. Domani o dopodomani saranno qui i nuovi acquirenti per firmare l’accordo. Le mie dimissioni? Sono connesse ad alcuni fatti incresciosi. A un certo punto ho capito una cosa: io qui non conto niente, mi dimetto”. Infine torna sui due gruppi subentranti, aggiustando il tiro: “Oggi vendiamo le nostre quote a titolo gratuito per dare continuità, un futuro e una certezza ai calciatori; per garantire ai tifosi una proprietà più solida. Massone e Gerace si sono messi insieme, hanno competenza e solidità economica. Da oggi la nave potrà navigare in acque più tranquille. Abbiamo fatto un sacrificio, ma ho subito delle cose inaudite da una frangia di tifosi. Quella volta, in cantiere, c’erano le mie nipotine terrorizzate dai contorni assunti dalla contestazione. Questi fatti, sia chiaro, avranno delle conseguenze. Un voto alla mia presidenza? 5,5″.