Casertana-Messina, rimuovere il blocco e svoltare
Pubblicato il 12 Marzo 2017 in Primo Piano, Tattica
Lucarelli e la sua truppa nella settimana che sta per concludersi si sono occupati esclusivamente di preparare la sfida di Caserta. Non era mai successo prima, o almeno non era mai successo da quando il tecnico è sbarcato in riva allo Stretto. Un periodo nerissimo, in cui le continue sciagure connesse all’allegra gestione Stracuzzi hanno ridotto la preparazione delle partite ad aspetto quasi marginale.
SERENITÀ – E non è un caso che nel corso della conferenza di ieri Lucarelli avesse il volto disteso e lo sguardo sbarazzino di chi mentalmente anticipa quello che potrebbe succedere poco più di 24 ore dopo. Una convinzione contenuta a stento, quell’idea di cogliere a piene mani dalla trasferta del Pinto, tradita alla fine da quella frase che il livornese, un po’ per scaramanzia, un po’ per cautela, non si era mai lasciato sfuggire in altre occasioni: “Dobbiamo provare a vincere questa partita”. Sì, provare a vincere in trasferta, un tabù che il Messina non riesce a sfatare da tempi immemori, da quel blitz a Catanzaro arrivato grazie al gol di Manuel Mancini e allo sperpero di occasioni ravvicinate di cui furono vittime Tavares e Cunzi. Era il 25 settembre del 2016. Il Messina adesso ha il peggior rendimento del girone in trasferta: solo 5 punti incasellati lontano dal San Filippo, scavalcato anche dal fanalino di coda della classifica generale Melfi, che domenica scorsa ha abbattuto il Catania al Massimino.
I PRESUPPOSTI – Perché adesso è possibile invertire il trend? Intanto per quanto detto in apertura: la squadra nei giorni appena trascorsi ha lavorato bene, proiettandosi totalmente verso una sfida da cui passa una bella fetta di salvezza. Altro elemento: in infermeria, al momento, c’è solo Marseglia, e questo vuol dire che le pedine chiave del Messina sono tutte pienamente arruolabili, in attesa di capire quale potrà essere il contributo alla causa di Gianvito Plasmati, che continua a svolgere allenamenti differenziati. Infine non può essere trascurato un elemento, legato alle ultime prestazioni dei giallorossi. Il Messina oggi è una squadra riconoscibile all’interno di codici tecnico-tattici precisi. Ha una sua identità, che soprattutto in trasferta non ha ancora espresso pienamente, avendo alternato fiammate a clamorose frenate. Sulla bilancia, alla fine queste ultime hanno prevalso, perché a ogni sbandata è corrisposta una punizione senza appello. Il calcio però è una ruota che gira, e chissà che oggi non si possa invertire la rotta.
LA CHIAVE TATTICA – Il piano gara di Lucarelli è stato pensato su uno scenario che dovrebbe prevedere grande affollamento in mezzo al campo e praterie da attaccare (e difendere) in corsia. A questa conclusione il tecnico è arrivato dando essenzialmente peso alla distribuzione tattica dei due schieramenti, che dovrebbero ritrovarsi sul manto verde del Pinto come di fronte ad uno specchio: sarà 4-3-1-2 anche il modulo per cui opterà Tedesco. Il che vuol dire essenzialmente una cosa: che nella zona nevralgica del campo si giocherà una partita nella partita, nella quale verranno coinvolte costantemente 8 pedine, 4 per parte. Allora sarà fondamentale il contributo degli esterni bassi e, nel caso specifico, la capacità di Milinkovic di fungere da elastico, provando ad allargare il suo raggio d’azione per attaccare ampie porzioni di campo. Ecco perché Lucarelli, magari in corsa, potrebbe cambiare abito tattico al Messina, rivestendolo con un 3-5-2 che garantirebbe la totale copertura del campo in ampiezza.
LE SCELTE – L’undici che scenderà in campo non dovrebbe prevedere grosse sorprese. Il blocco difensivo che avrà il compito di schermare la porta difesa da Berardi è in sostanza un copia-incolla della linea a 4 schierata domenica scorsa contro il Monopoli: Grifoni, Maccarrone, Rea e De Vito. Il rebus è in mezzo al campo: Foresta o da Silva? Nella partitella infrasettimanale il brasiliano è stato provato nello scacchiere titolare, e questo potrebbe essere un indizio inequivocabile. In realtà, però, va considerato che Foresta è da inizio stagione non sola una pedina inamovibile, ma anche uno dei migliori calciatori giallorossi in termini di prestazioni medie. Lo è stato anche domenica scorsa. Si è confermato pure giovedì, quando è stato chiamato in causa. Tanto basta per farci propendere per l’idea che il 17 giallorosso alla fine possa spuntarla. Zero dubbi sul resto delle scelte: a comporre il rombo di centrocampo saranno i due vertici Musacci e Mancini e la mezzala sinistra Sanseverino. Davanti Milinkovic e Anastasi non sono in discussione. L’intesa tra i due è cresciuta col passare delle settimane. Un’intesa ancora imperfetta, certo, ma questa è l’ennesima occasione per alzare l’asticella. Per la svolta, è chiaro, servono soprattutto i gol.