Arriva il giorno del rompete le righe per una delle stagioni più travagliate della storia recente del calcio messinese. Con modalità inconsueta, il tecnico Cristiano Lucarelli decide di salutare tutti per un arrivederci dal retrogusto di addio. “L’obiettivo è quello di alzare l’asticella – esordisce l’allenatore livornese -, sarà fondamentale valutare il budget a disposizione e gli sviluppi della questione Celeste. Ieri ho incontrato il presidente Proto e il direttore Pitino per fare il punto della situazione. Comunicherò alla società tutti i miei movimenti, anche i contatti con altre squadre: giochiamo a carte scoperte, come si usa tra gentiluomini. Si devono creare i presupposti per un campionato importante, tutte le forze produttive cittadine devono supportare il progetto del presidente Proto. Considero l’obiettivo stagionale come la pietra su cui fondare una mia eventuale riconferma”.
GRATITUDINE – Scorrono le domande, poi il tecnico corregge il tiro su un possibile fraintendimento: “Questa proprietà permetterà al Messina di fare un campionato di altissimo livello indipendentemente dalla mia posizione. Chiaramente mi considero un ambizioso: prevedo un progetto biennale in cui prendere la mira il primo anno per poi tentare l’assalto decisivo alla Serie B. Non voglio rimanere per uno spirito di gratitudine, la società è libera di fare le proprie scelte. D’altronde non ci siamo scelti, ma ci siamo solo piaciuti; so però che verrò valutato per le mie qualità di allenatore. Il peggior rimpianto? Il derby col Catania, con un risultato diverso avremmo potuto provare ad agganciare il treno playoff”.
GRUPPO – Solo sei calciatori (Akrapovic, Berardi, De Vito, Rea, Musacci e Madonia) sotto contratto per il Messina, il resto del gruppo destinato a rientrare alle società di appartenenza: “Con un acquisto top per reparto questa rosa potrebbe competere per il vertice, ma immagino che sarà difficile confermare molti di questi elementi, da Bruno a Foresta passando per Anastasi, Da Silva e Milinkovic. La difesa è comunque già pronta. Ritorno al Celeste? Garantirebbe 7-8 punti in più, lo sceglierei sempre e comunque. Ho già pronto il modulo in vista di un passaggio al vecchio impianto, col 3-5-2 avremmo chance di sfruttare al massimo le caratteristiche della struttura. Rimanendo al San Filippo, invece, opterei per un 4-3-3 con la condizione di trovare esterni offensivi capaci di chiudere la stagione in doppia cifra”.
AMLETO – Nel film della stagione un solo passaggio veramente tormentato: “Alla vigilia della gara contro la Juve Stabia ho pensato di rassegnare le dimissioni. Ci allenavamo a Limina tra finti infortunati e procuratori invadenti, tutto il resto personalmente non è mai stato un problema, in mezzo alla confusione rendo al meglio. In questo momento ci sono tutte le condizioni sentimentali per proseguire il rapporto, in poco tempo sono entrato in empatia con tutto l’ambiente, i tifosi sono sempre stati magnifici nei miei confronti. Tra dieci giorni ci aggiorneremo con la proprietà, oggi non so dire quale sarà il mio futuro”.