Due punti buttati. La visione pessimistica non inganni, nessuna critica preventiva solo il rammarico per una vittoria che avrebbe lanciato i giallorossi in una nuova prospettiva. Il Messina visto ad Ercolano cresce e convince per più di un tempo, il vantaggio premia un Cocuzza che non cede alla tentazione di non ripresentarsi dal dischetto dopo l’errore di Palazzolo. Il non aver approfittato del rosso severo sventolato dal pessimo Galipò ad El Ouazni rimane peccato mortale, avere dato adito al fischietto fiorentino di pareggiare i conti ingenuità pesante. Il secondo cartellino che condanna Bruno alla doccia anticipata resta eccesso di pignoleria arbitrale, questo non giustifica una cattiva gestione della superiorità numerica sia tecnica che mentale. Una ventina di minuti poco intensi che aprono alle possibilità offensive di una Ercolanese coraggiosa. Il vero e imperdonabile peccato rimane il modo: una palla inattiva. Giacomo Modica lavora, insiste ma deve abbassare nuovamente la testa di fronte all’ennesima sciatteria difensiva su giocata da fermo. Un ritornello ormai più stancante del solito tormentone estivo, anche l’Ercolanese affida il suo destino alla continua ricerca del colpo aereo vincente. Non un problema di singoli o sistema: Colombini o Manetta, a zona o uomo cambia assolutamente nulla. Il Messina paga una leggerezza mentale mista alla paura fisiologica di ricadere nell’errore. Il risultato è quello di rischiare in ogni occasione, la rete di Prisco arriva dopo una manciata di tentativi non concretizzati ma potenziali.
CATTIVERIA – Pensare che una squadra fanalino di coda diventi nel giro di qualche settimana una macchina perfetta sarebbe capzioso, non ammettere che la crescita necessiti di colpi oltre le aspettative sarebbe, però, colpevole e complice. La trasferta di Ercolano sulla carta era esame di maturità, nella realtà la differenza tra le due formazioni fa pendere la bilancia dalla parte del Messina. Il valore reale dei giallorossi è diverso dalla graduatoria attuale: potenziale e storia non scendono in campo, a farlo deve essere una squadra capace di comprendere i propri errori e di costruire una forza mentale utile per imporsi su qualsiasi tipo di avversario. Indubbio il cambio di passo imposto dal lavoro del nuovo tecnico, bravo soprattutto nel far ritrovare autostima e dare una veste tattica convinta e senza remore legate ai risultati. Non si torna indietro o si prescinde: il 4-3-3 non deve necessariamente essere il modulo ideale per questo Messina, deve diventarlo nel momento in cui a crederci oltre ogni ostacolo è il responsabile tecnico della squadra. Il lavoro di Modica deve concentrarsi adesso sul piano prettamente della personalità: riscoperta l’autostima e decisa la veste, adesso c’è da tirare fuori una cattiveria mai veramente vista fin qui.
FUTURO – Il mese di dicembre rivoluzionerà i giallorossi: il mercato è già oggi, il ds Lamazza dopo i confronti con il tecnico conosce benissimo cosa serve alla squadra per trovare una continuità tattica e di risultati. Nel frattempo c’è un campionato da giocare, sfide in arrivo contro coinquiline della parte bassa della classifica. Rischio grosso quello di pensare di poter fare un sol boccone di Ebolitana, Isola Capo Rizzuto o Paceco: sottovalutare l’avversario sarebbe un’imperdonabile superficialità da non commettere. Da bandire sogni di rimonta, “partita dopo partita” è banalità adesso necessaria per non appesantire un ambiente che lavora per ritrovare serenità e calma. Il lavoro di Modica merita attesa e nessuna fretta, la nuova identità tattica prende forma e diventa interessante nelle scelte che vanno a costruire gioco offensivo mai visto nella precedente gestione. Lia terzino destro sembrava un rischio pericoloso, la realtà racconta che il tecnico giallorosso ha piena contezza delle capacità dei propri ragazzi e che sull’asse Lia-Rosafio, con Maiorano angelo custode, possa basare buona parte delle fortune giallorosse. Punti fermi su cui basarsi nell’attesa che arrivi il tempo delle decisioni nette e definitive. Non si guardi in faccia nessuno, chi arriverà dovrà trovare un gruppo sano e senza zavorre ereditate da un settembre dove tutti amavano decidere. Il campionato del Messina difficilmente accontenterà le ambizioni ovvie, sicuramente potrà riallacciare i rapporti con il buongusto calcistico.