La giusta severità nei giudizi. Questo ha scandito la settimana post Bari del Messina di Pietro Infantino. La sconfitta interna contro i pugliesi ha lasciato l’amaro in bocca, non tanto per il risultato ma quanto per una prestazione di totale sottomissione tecnico-tattica nei confronti della formazione di Cornacchini. L’ambizione giallorossa non può essere ridimensionata al primo turno, la corsa verso la vetta dovrà riprendere già dalla sfida contro l’Igea Virtus. La squadra di Mancuso è stata vittima sacrificale nel caldo agosto della Coppa Italia, pensare di replicare facilmente quanto visto sarebbe errato. Il punto strappato sul campo del Gela spiega come nessuna squadra abbia voglia di regalare nulla, il Messina dovrà sudare e lottare sempre per non vivere di rimpianti la prossima primavera. Le prime tre uscite stagionali hanno mostrato una squadra ancora senza identità, con troppe lacune dal punto di vista dello sviluppo della manovra e con una condizione tutta da rafforzare. La diatriba tattica non avrebbe senso di esistere se si fosse davanti a una mera questione soggettiva, la realtà racconta di una rosa che non sembra avere le caratteristiche tecniche per esprimersi al meglio col modulo caro all’ex allenatore dell’Acireale. Troppo debole l’impatto del centrocampo visto contro CdM e Bari: il reparto mediano è l’ago della bilancia di ogni squadra, nel Messina è palese il disvalore rispetto all’applicazione delle altre due zone del campo. Difesa e attacco soffrono, terribilmente, la sciatteria della linea di mezzo che non aiuta e non costruisce. Per portare avanti un centrocampo in linea e che deve sdoppiarsi nella doppia fase occorrono interpreti di altro spessore agonistico e fisico. Genevier anela protezione e soluzioni di gioco, discorso replicabile per Fabio Bossa che invece pagherà per tutti solo per incomprensione e non per livello. La lunghezza e la difficoltà di un campionato di vertice impone il trovare una solida identità, non ingannino le singole prestazioni sia nel bene che nel male.
OCCASIONE – La squadra di Carmelo Mancuso è lontanissima parente di quella capace di vincere i playoff la scorsa stagione con Peppe Raffaele alla guida. Estate di rivoluzione in riva al Longano, tanto che il pari di Gela è stato accolto come un mezzo miracolo visti i tanti ritardi nella composizione della rosa a disposizione del tecnico. Avversario che questo Messina conosce bene, formazione attaccabile ma da non sottovalutare. La trasferta di Barcellona sarà la prima occasione per mostrare un calcio ancora non apprezzato fin qui. Nessuna pretesa di calcio champagne e bel gioco a tutti i costi: il Messina di Infantino sarà, probabilmente, una squadra più pratica che spettacolare. La condizione imprescindibile non sarà la soddisfazione del gusto estetico quanto la creazione di un modello di calcio strutturato e che porti ai risultati richiesti. Le battaglie puramente legate al gioco finiscono nel dimenticatoio, a Infantino nessuno chiederà di giocar bene se prima non avrà almeno cominciato a giocare. Un Messina senza identità è stato protagonista nelle prime uscite, è arrivato il momento di mostrare la propria idea di calcio. Il budget di Sciotto e le idee di Polenta hanno fatto la loro parte, la rosa a disposizione di Infantino potrebbe anche non essere necessaria per stravincere il torneo, certamente è degna per poter regalare prestazioni e soddisfazioni ancora neanche immaginate dal più ottimista dei critici.
FORMAZIONI – Il pari di Gela non ha incantato Carmelo Mancuso conscio di dover ancora lavorare sulla rosa a disposizione. Morale più alto, però, in casa Igea Virtus. Questo, misto alla voglia di non deludere all’esordio casalingo, potrebbe rendere dura la trasferta del Messina. Mister Infantino non sembra voler abbandonare il suo 3-4-3: in settimana l’arrivo del ’98 Biancola allarga la possibilità di scelta, il suo ingaggio aggiunto alla crescita del giovane Cimino mettono sempre più vicino alla panchina Fabio Bossa. L’incastro under è sempre il nodo da sciogliere: il rientro di Meo tra i pali garantirebbe maggiore libertà di scelta negli altri reparti. Oltre al discoro dell’età c’è quello tecnico: poco convincente Ragone fin qui, quanto fatto vedere da Meo nella scorsa stagione pare al momento di un livello maggiore. Confermati Porcaro e Cossentino, il terzo centrale potrebbe essere Biancola con Genny Russo che finirebbe in panca. Se in avanti Gambino e Petrilli aspettano l’esordio di Arcidiacono per completare il reparto, a centrocampo gli unici certi della titolarità sono Biondi e Genevier. Per completare la mediana ci saranno da sciogliere i dubbi legati agli under, il dubbio Meo condiziona l’intera formazione.
IGEA VIRTUS (4-3-3) Prisco; Allegra, Mancuso, Vona, Akrapovic; Dodaro, Grillo, Grosso; Miuccio, Busatta, Le Piane. All. Mancuso
MESSINA (3-4-3) Meo; Porcaro, Cossentino, Russo; Biondi, Cimino, Genevier, Dascoli; Arcidiacono, Gambino, Petrilli. All. Infantino