Due vittorie ridimensionate da una sconfitta rovinosa nella prestazione e – peggio – nel commento di un allenatore lontano dal vedere il Messina che ha in mente. Karel Zeman lavora sul campo e non ammette sconti verbali, contro il Nola ultima pagina di un libro insoddisfacente.
LE MOTIVAZIONI – Inutile nascondersi dietro un dito: quella contro i campani rappresenta l’uscita finale per buona parte del gruppo giallorosso. Tra chi ha deluso, chi guadagna troppo in rapporto al rendimento e chi non si sposa con le caratteristiche volute da Zeman, questa rosa andrà verso un volto radicalmente diverso nelle prossime settimane. Contro il Nola dovranno, dunque, venire a galla le motivazioni di chi continuerà sulla barca giallorossa e chi rispetta il proprio mestiere riempiendolo di professionalità. Sarà compito di Zeman, quindi, pescare tra coloro che non hanno già staccato la spina. L’avversario non è tra i migliori, gara simile a quella già vista col Biancavilla per spessore e lettura generale. La differenza – banale osservazione – verrà fatta quindi dalla capacità di costruire un undici titolare totalmente legato alla causa in corso.
L’AGGRESSIVITÀ – I primi dettami del calcio zemaniano richiedono una capacità di pressione alta e volume nella metà campo avversaria. Un baricentro da spostare verso l’alto, diversamente da quanto fatto a Palermo e visto solo in parte col Biancavilla. La necessità, quindi, si lega alla capacità del centrocampo di non schiacciarsi sulla linea difensiva allungando, così, la squadra. La mediana giallorossa ha fallito l’appuntamento del Barbera palesando – anche se la sentenza era già arrivata – di essere il reparto con maggiori problematiche. La pigra e passiva regia di Sampietro sembra trovare continuità solo, e soltanto, per mancanza di alternative con Ott Vale, Buono e Cristiani che si alternano con prestazioni oscillanti ai suoi fianchi. La crescita – che passerà dalla rivoluzione – del centrocampo modificherà radicalmente l’atteggiamento generale della squadra: impossibile chiedere pressing alto alle punte se la linea alle loro spalle resta bassa, cosa che complica l’alzarsi anche della difesa. Il Nola non verrà al San Filippo per imporre calcio, favorirà una certa voglia di fare gioco dei giallorossi ma senza ritmo e aggressività sarà facile per loro alzare la muraglia e agire di rimessa.
IL NOLA – Due punti nelle ultime 6 uscite: pari a Palmi e in casa contro l’Acireale utili per essere la squadra che apre la zona playout. Sprofondo bianconero dopo un inizio di stagione fatto di 3 vittorie e altrettanti pareggi con la sola sconfitta – all’esordio in campionato – con il Marina di Ragusa. La seconda parte della stagione fin qui giocata ha chiarito – come spesso accade – il reale valore di una formazione che già lo scorso anno salvò la categoria solo ai playout. Una 3-4-3 arroccato e dedito al contropiede, una rosa mista tra calciatori di buona esperienza e giovani, tutto col tratto comune di una scarsa confidenza col girone più meridionale della Serie D. La squadra di Esposito, però, entra in quella fase del torneo in cui non si possono fare calcoli: ogni partita diventa decisiva, col pericolo di rimanere impantanati per l’intera annata in zona rossa. Ritmo interno/esterno molto simile con una divisione quasi netta del bottino realizzato (8 in casa, 6 in trasferta) a spiegare come i bianconeri siano formazione dall’atteggiamento standard e applicabile a ogni sfida.
LE SCELTE – Si parte dagli assenti: fuori per piccoli acciacchi muscolari sia Forte che Ott Vale (polpaccio), non convocato per scelta tecnica Siclari. Torna Fragapane dopo la squalifica, prima chiamata per il neo arrivato Manfrè. Il suo acquisto apre alla possibilità di un attacco con calciatori più specializzati, e attenzione a un Crucitti da mezz’ala nel prossimo futuro. Contro il Nola, però, si viaggia verso le conferme dell’undici visto nelle prime tre uscite, al netto delle assenze. In difesa torna Fragapane, in mediana Buono prenderà il posto di Ott Vale con Coralli sempre favorito su Esposito al centro dell’attacco. Ultima per qualcuno, sgoccioli per altri che potrebbero allungare la propria permanenza di una sola settimana; per altri è invece il primo giorno verso una rivoluzione che dovrà tornare utile per agganciare una zona playoff mai così vicina in questo periodo dell’anno nelle precedenti due stagioni targate Sciotto.
ACR MESSINA (4-3-3) Avella; De Meio, Bruno, Ungaro, Fragapane; Buono, Sampietro, Cristiani; Crucitti, Coralli, Orlando. All. Zeman
NOLA (3-4-3) Capasso; Reale, Mileto, Guarro; Todisco, Cardone, Cavaliere, Gargiulo; Di Caterino, Cappiello, Esposito. All. Esposito
*foto tratta dalla pagina Facebook ufficiale dell’Acr Messina