Messina, l’uomo dei sogni

Pubblicato il 27 Luglio 2020 in Primo Piano

Lo Sciotto IV. Un atto tutto nuovo che – almeno nelle intenzioni – cerca di costruirsi secondo attori protagonisti diversi, maturi, pronti e soprattutto vincenti. L’errore più grosso, nei tre precedenti, è stato quello di sottovalutare l’importanza di un manico iniziale saldo.

ILLUSIONE E PREGHIERA – Salvatore Campilongo sembra diventare – ogni ora che passa – il profilo designato per sedere sulla panchina del quarto tentativo degli Sciotto. La presenza del 30% salernitano, accompagnati dall’ombra ingombrante di Angelo Fabiani, presuppone una voglia di approccio diversa rispetto al passato. Per stare in alto occorre non soffrire di vertigini e non parlare mai di pressione schiacciante. Messina non è piazza che può sopportare una infinita Serie D, non può farlo sopratutto se fatta di delusioni. Salvatore Campilongo si lega agli ultimi Messina con due precedenti diversi fra loro. Sempre sulla panchina della Vibonese: allenatore dello 0-0 contro Lucarelli che valse l’illusoria salvezza dei giallorossi a guida Proto. Ancora con i calabresi nello 0-5 contro Modica con gli inni sacri cantati dalla Curva Sud per esorcizzare un Messina da fondo classifica. Presente, quindi, nei momenti chiave di ultimi anni privi di gioia e pieni di amarezze. Salvatore Campilongo, però, è tecnico di spessore e sicurezza di professionalità. Lo dice il suo addio proprio alla Vibonese – nonostante un primo posto -, dimissioni per motivi personali ma con un prima parte di campionato che, dentro di lui, non aveva cancellato il non essere riuscito a salvare la Vibonese nella precedente Serie C. Allenatore concreto e amante di un calcio offensivo, difficile parlare oggi di lui e del Messina che verrà. Senza l’annuncio ufficiale diventerebbe esercizio inutile, ma l’estate è fatta anche di questo.

QUASI IN CAMPO – Un centinaio di panchine in Serie B, qualcosa in più in C e avventure in D in squadre come Savoia, Taranto e appunto Vibonese. Tecnico di spessore e ambizione: il 4-3-3 spesso presente, ma non si vive di oltranzismi, con tracce di passione offensiva forse figlia dell’influenza di Giampiero Ventura, “un maestro” come definito dallo stesso Campilongo. Del Messina di Campilongo non è ancora dato parlarne, perché il tecnico campano non è ufficiale e, soprattutto, perché dalla rosa messa a sua disposizione passerà buona parte di quello che potrà essere in campo. L’ultima stagione, sulla panchina della Cavese, è fatta di flessibilità e capacità di comprensione del momento della squadra e le sue difficoltà. Salvezza raggiunta e campionato terminato presto. Campilongo resta il profilo più interessante accostato al Messina: allenatore che profuma di quella ambizione che Venuto, Infantino o Cazzarò spensero fin dal loro arrivo. Questo il passaggio fondamentale: prima di parlare puramente di campo e tattiche, infatti, l’eventuale arrivo di Campilongo inizierebbe a chiarire le reali ambizioni e volontà di questo nuovo gruppo in seno al Messina. Noto e arcinoto Sciotto, meno i Del Regno e Bove che nel calcio restano dei semi-esordienti, con il percorso di Rieti troppo breve per essere preso in considerazione. La presenza di Fabiani resta ombra: una consulenza o qualcosa di più, certamente il suo spessore dovrà pesare nella costruzione della rosa. Parlare di calciatori e iniziare a fantasticare fa parte del calcio estivo, ma dopo 3 anni fallimentari la prima vera inversione di rotta sarebbe rappresentata dall’affidare la panchina a un nome sicuro e solido.

*foto tratta da http://www.cosenzachannel.it

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