Sottovalutato. L’apporto di Raffaele Novelli sul cammino del Messina va oltre la semplice tattica, a dimostrarlo il post gara del Carrano: il tecnico campano analizza con lucidità la prestazione, non cerca l’alibi della sfortuna e sottolinea i difetti. La pazienza con cui i giallorossi ricercano il pari è figlia della sua calma.
NOVELLI DOCET – Comprendere al meglio il personaggio Novelli non è semplice: nella sue parole pre-gara non trapela nulla, intrise di giochetti di pretattica e nessuna voglia di sbottonarsi. Quando, però, si fa travolgere dal ritmo delle dichiarazioni è facilmente notabile la sua grandissima preparazione e, soprattutto, la sua conoscenza nei dettagli dell’avversario. Non a caso, allora, il Messina difficilmente resta sorpreso dalla squadra che si trova di fronte. Che la Gelbison si sarebbe chiusa o che il Castrovillari avrebbe imposto il proprio ritmo, infatti, Novelli lo aveva previsto e preparato i suoi a ragionare su queste basi. Il tecnico campano, al Carrano, viene espulso e la cosa sorprende vista la pacatezza con cui si è sempre posto. Infastidito dal rosso, ma la grinta trasmessa da bordo campo è stata evidente, come chiara è la calma ragionata con cui il Messina insiste alla ricerca del pari. La grinta, infatti, spesso sfocia in confusione. Quella dei giallorossi, invece, è stata grinta organizzata, atta a non far calare l’intensità ma sempre secondo il piano stabilito. Alla fine arriva un pari: occasioni alla mano sta stretto, ma il calcio non può essere fatto di fredde statistiche. L’evoluzione della gara esiste e va pesata: vero che Aliperta avrebbe potuto spianare la strada prima, ma Grieco in giornata di grazia va messo nel conto. Come, nel totale, va aggiunto il mezzo miracolo di Lai al 95′ – come già col Paternò -, segno che il pareggio di Crisci non aveva sancito la fine della sfida. Vero, allora, che il Messina strameritava il risultato positivo, ma palese che la conta delle occasioni mancate non regala punti. A farlo sono le prestazioni: quella di squadra e quelle dei singoli, portiere compreso. Bravo Lai.
I DIFETTI – A dirlo, quindi, è proprio Raffaele Novelli. “Le occasioni mancate fanno parte dei nostri difetti”, e il Messina si rammarica nonostante un pareggio strappato nel finale. Giocano bene i giallorossi, prendono campo e imbastiscono un’azione dopo l’altra dimenticando le assenze e l’imbattibilità interna del Santa Maria. Al primo affondo, però, passano i campani con Lomasto e Cascione spettatori impressionati di un gran giocata. Spingere sugli errori dovrebbe arrestarsi di fronte alla bellezza, e l’azione di Maggio rientra tra le cose belle che il campo di calcio può regalare. La marcatura è persa certamente, come la leggerezza del contrasto successivo ma sono molti più i meriti di Maggio che i demeriti del Messina. Più grave, allora, l’occasione del 95′ citata in precedenza: pari appena raggiunto, Santa Maria che porta in area anche i difensori con la squadra di Novelli che si lascia sorprendere. Forse una scarica di adrenalina eccessiva dopo il gol. Da una fase all’altra, però, per tornare alle parole del tecnico. Grieco para il parabile, i pali lo aiutano quando è imparabile. Cristiani vive un pomeriggio di imprecazioni, ma è Foggia a doversi rammaricare davvero per la morbidezza con cui approccia sotto porta. Novelli parla di questo, perché un allenatore non può allenare la “fortuna o sfortuna”, i protagonisti non ragionano secondo superstizioni fedeli a tifosi e analisi superficiali. Non può farlo perché non puoi allenare la “sfortuna”, allora ragioni e lavori sui motivi che favoriscono poca cattiveria sotto porta. Non un dramma incurabile, perché il Messina segna in ogni gara: solo contro il Football Club i giallorossi restano all’asciutto, ma nelle 11 uscite stagionali è facile contare 2/3 grandi occasioni non realizzate.
LA FORZA – La vera differenza tra il Messina e le avversarie non sta sul semplice campo. La forza della squadra di Novelli è, soprattutto, mentale. Rosa esperta, scafata, che conosce questa categoria e sui campi “caldi” si trova a suo agio. Aliperta e Sabatino – in ordine sparso – sono gli assoluti leader, ma a colpire è la grandissima personalità sia degli under che dei calciatori finiti meno in copertina. Facile, allora, citare sempre Aliperta – leader in campo e capopopolo ammiccante fuori -, l’obiettivo va spostato su chi è citato meno. Detto di Lai, bravo a costruirsi credibilità dopo qualche incertezza, c’è un gruppo di anime portanti che va sottolineato. La parentesi sugli under è rapida, ma solo perché ai ragazzi non va mai messa pressione. Solo libertà, anche di sbagliare. I più “esperti” sbagliano meno. Diverso per i 2002 che, spesso, peccano in sostanza ma rubano follemente l’occhio. Crisci per intensità, Cretella per voglia. Cresceranno. Tornando agli over, Cristiani è il valore aggiunto: centrocampista box to box, totale per qualità mista a quantità e interprete migliore del ruolo di mezzala nel 4-3-3 di estrazione zemaniana. La continuità di Lomasto o l’ineccepibile professionalità di Lavrendi, sempre pronto quando chiamato in causa. Ancora più delicata la questione Vacca: calciatore con addosso la pressione della stella. Fermato da qualche prestazione insufficiente e acciacchi. Adesso, prestazioni dei compagni e incastri under, lo tengono fuori quasi più dei fastidi fisici. Lui, però, accetta i ritagli di tempi o i minuti di recupero senza fiatare. Lavora per tornare titolare, dove il suo valore potenziale merita di stare. Citazioni non per esaltare, ma solo per far comprendere che oltre al frontman di turno c’è un gruppo di professionisti che tira la carretta da inizio anno.
*fonte foto: Acr Messina – ph. Furrer