Simile all’andata, ma al rovescio. Con la pesantissima aggravante, per il Football Club Messina, di aver sprecato una quantità enorme di occasioni. L’Acr Messina si porta a casa lo scontro diretto, allunga in classifica e mostra al campionato di saper vincere anche da squadra brutta, sporca e cattiva.
CHI SBAGLIA PAGA – Non era una partita come le altre. Lo dice quanto si scatena – in campo e in tribuna – al triplice fischio. Le reazioni, di entrambe le squadre, parlano chiaro. Spazzata via la patetica retorica. Non poteva esserlo, e non lo è stato, soprattutto, per la classifica. Al Football Club resta l’amara sensazione di aver buttato via il tantissimo creato, al Messina – prestazione alla mano – di aver raccolto il massimo in una giornata in cui anche il pari sarebbe stato largo. Una sfida che ricalca quella dell’andata ma a ruoli ribaltati: la palla inattiva premia la squadra di Raffaele Novelli (voto 6,5), il gioco vede dominare quella di Massimo Costantino (voto 6,5) ma gli sprechi si sommano fino a far diventare la vittoria dell’Acr Messina quasi meritata. Nel calcio vince chi sbaglia meno, il Football Club sbaglia troppo per poter recriminare fino in fondo. Gioca, però, e lo fa in maniera attraente e andando contro la scusa del terreno: lucidità nella regia di Lodi, palla a terra, tecnica mai fine a se stessa e vittorie nei duelli individuali. Manca il gol e pesano in maniera schiacciante le 5 occasioni che Caballero spreca in gradazione di gravità. Dalla primissima clamorosa – e decisiva -, alla seconda dove Caruso mostra di essere in giornata, fino a due dal sinistro strozzato e l’ultima con Caruso che si prende la piazza d’onore nella graduatoria del migliore in campo. Parentesi – doverosa – quella sugli errori di Caballero. Il salto all’indietro, però, ci riporta al fallo di mano netto di Ricossa che il signor Mirabella non vede. Rigore solare e grande chance per raddoppiare e chiudere la sfida. Chance, perché i rigori vanno segnati. Resta l’evidenza del fallo – che avrebbe potuto far terminare la contesa già nel primo tempo – e della prestazione del Messina fatta più di episodi che di gioco. Quello che Novelli aveva annunciato nel pre-gara, quello che viene condizionato dall’atteggiamento del Football Club e dal vantaggio.
IL LEADER DECISIVO – Per entrare nella sfida bisogna partire dalle scelte: quelle di Novelli sono annunciate, quelle di Costatino stupiscono. C’è Garetto – con Agnelli che resta ai box per un fastidio muscolare – ma, soprattutto, c’è Coria. Al giovane 2001 la responsabilità di buttarsi nella mischia mediana per poter garantire la presenza dell’argentino. Coria risponde presente, giocando 45′ da assoluto primo della classe con un mix di palloni sradicati e occasioni create. La tecnica di Coria aiuta, accorcia i tempi e convince i compagni a poter giocare su quella linea. La sua gara si interrompe all’ora di gioco, in maniera poco comprensibile per quanto mostrato. Piccioni avrà anche un buon impatto, ma viene tirato fuori l’argentino sbagliato. Tatticamente, però, l’arma che Costantino usa per portare la sfida dalla sua parte funziona e mette in grandissima difficoltà il Messina. Reparti corti, stretti e che riescono a fraseggiare con buona pulizia. Il giro palla piace, capace di andare oltre al campo pesante individuando le zone dove poter fare circolare la sfera. Quando il pallone viene alzato, poi, Caballero vince i duelli e sulle seconde palle ci sono sempre Carbonaro o Coria. Latita, invece, l’attacco degli spazi dei due intermedi di centrocampo. La bravura della squadra di Novelli, allora, è quella di saper mutare e cedere a una partita puramente difensiva. Faticano Foggia e compagni a tornare in avanti, a tenere palla in alto e respirare. Allora è apnea, continuata e senza sosta. Bravissimi i ragazzi di Novelli, capaci a immergersi in una gara di sola lotta e trascinati dal pragmatismo di Paolo Lomasto. Il numero 15 è il migliore in campo e lo dimostra quando capisce che il pallone va spazzato e non abbandonato nelle pozzanghere, tira occhiatacce ai compagni e diventa assoluto leader. La vera dimostrazione di forza è tutta qui, nella capacità di non far vincere la natura da squadra offensiva e concedersi a una prova di sofferenza, brutta esteticamente e – nonostante una difesa a oltranza – piena di rischi. Una prestazione che fa acqua – più di quella piovuta – ma che assomiglia tantissimo all’essere decisiva per il successo finale.
LA CAPOLISTA – L’aritmetica resterà sempre più forte delle opinioni. Allora, il cammino del Football Club Messina avrà ancora la chance di essere luminoso grazie al recupero contro il Roccella. Andando oltre a questo stancante ritornello, però, c’è quanto dimostrato dall’Acr Messina per 22 giornate: un primato non si improvvisa, non si trova e prolunga per caso e 6 punti consecutivi tra Acireale e stracittadina non possono che essere una fulgida dimostrazione. Vero, quindi, che la squadra di Costantino ha tutti gli ingredienti per restare in corsa – compresa la sfida tra Gelbison e Messina di domenica prossima -, ma la solidità della squadra di Novelli sembra crescente e difficile da scalfire. A proposito: la Gelbison. I campani impattano a Sant’Agata, mercoledì recupereranno contro il Roccella e domenica scontro diretto con l’Acr. Pensare a un duello solo messinese, allora, è proprio impossibile. Sempre perché l’aritmetica conta più delle chiacchiere. Tornando alla vittoria del Messina e alla sua prestazione, poi, c’è da scavare nei singoli: brillano – come detto – Lomasto e Caruso, ma la legna a casa la portano un Vacca e un Cristiani in grado di mettere pezze ovunque e provare a tenere la squadra sempre corta. In una partita del genere le prestazioni si valutano quando la palla è in possesso degli avversari: Vacca e Cristiani si esaltano in letture e raddoppi. Aliperta fatica, viene premiato dalla rete – con la partecipazione straordinaria di Lodi e Caballero – ma non gioca una gara perfetta. Coria lo taglia fuori, in fase di contrasto la fisicità lo aiuta, ma quando c’è da ripartire fa quello che un regista non deve mai fare: va da solo. Troppa voglia di stupire, di decidere, non gli basta la palla inattiva buttata dentro e finisce per strafare. Poco importerà a tanti, ma nel Messina degli uomini copertina – ancora una volta – decisivi sono, invece, i gregari. La copertina, allora, dovrebbe essere la loro: che parlano poco e dimostrano tanto. Vittoria pesantissima, anche immeritata, che dice – a maggior ragione – che i giallorossi sono ormai settati sulla modalità promozione.
INSEGUIMENTO CONTINUO – Al Football Club Messina – dicevamo – resta una prestazione che deve soddisfare Costantino. Non basta, però, perché – ci ripetiamo – esiste un limite agli errori ammissibili. Quelli di Caballero e compagni superano quella soglia, tanto da far diventare la sconfitta automatica. Basta una punizione – aiutata da una barriera che si apre – per vincere, non bastano 5 occasioni gettate e due legni per vincere. Non una nostra opinione, ma quello che è successo. Di fronte ai fatti, allora, c’è poco da discutere. E, adesso? Abbiamo detto del Messina capolista solida, al Football Club resta il ruolo di chi deve inseguire non essendo più padrone del proprio destino. La virtualità va scemando, anche un successo sul Roccella (chissà quando si giocherà, tra l’altro) non porterebbe Marchetti e compagni in testa. Dipende dagli altri, dai passi falsi dei rivali e dalla perfezione che il Football Club deve iniziare a mostrare. La prestazione brillante diventa un buon punto di partenza, perché la mano di Costantino, adesso, mostra tutta la sua evidenza e il gioco ne trae giovamento. Il tecnico calabrese è bravo nel prepararla, meno nel leggerla (la sostituzione di Coria) ma colleziona occasioni fino al recupero quando Arena spreca e Lodi impreca per il ghirigoro inappropriato. Il Football Club Messina resta una realtà e avversario che l’Acr Messina non dovrà mai sottovalutare. Il cambio di passo, nella continuità, diventa un’imposizione per una squadra chiamata – già dalla sfida contro il Rende – a una serie consecutiva che non potrà ammettere ulteriori passaggi a vuoto.
ACR MESSINA
Caruso 7,5: due volte decisivo su Caballero, una su Bevis, le palle alte sono tutte sue. Valore aggiunto.
Cascione 5,5: meno brillante di quanto aveva abituato. In appoggio non c’è mai, quando viene puntato va in difficoltà. Troppi errori tecnici.
Lomasto 8: spaventosa prova di carattere e cattiveria agonistica. Dove non ci arriva con la testa ci arriva col mestiere. Ci mette sostanza e concretezza diventando esempio per i compagni.
Sabatino 6,5: inizio gara complicato vista la fisicità di Caballero. Cresce alla distanza e mette grande esperienza nei momenti caldi.
Giofrè 6: ordinato, strappa la sufficienza grazie a un finale attento e concentrato.
Cretella 6: la sua gara da interno dura poco, quando passa nel tridente offensivo si vede pochino. Buono il suo contributo in fase di non possesso.
Aliperta 6,5: la rete è la perla della sua giornata tra alti e bassi. Quando prova a schermare di posizione finisce spesso tagliato fuori, più bravo nel recupero palla puro. In fase di possesso si intestardisce in assoli senza senso.
Vacca 7: il lavoro oscuro. Sempre sul pezzo, sempre nel vivo e sempre utile per i compagni. Gioca pure una buona gara dal punto di vista tecnico, nonostante il terreno.
Addessi 5,5: quando viene coinvolto si perde in pretestuosi tentativi in solitaria. (dal 42′ s.t. Bollino sv)
Foggia 5,5: più impegnato a litigare con Marchetti che a giocare. Si impegna molto nel tentativo di difendere palla e far salire la squadra, scarsi risultati. (dal 38′ s.t. Manfrellotti sv)
Arcidiacono 6: la sua gara dura poco, il tempo per un ottimo tentativo sventato da Marone c’è. (dal 17′ p.t. Cristiani 7: instancabile. Solita prestazione a tutto campo e senza sosta, il suo ingresso è manna dal cielo vista la gara di totale fase difensiva. E dal 45′ s.t. Boskovic sv)
FOOTBALL CLUB MESSINA
Marone 6: una sola parata, poi solo ordinaria amministrazione.
Aita 6,5: buonissima la sua gara nelle due fasi, ci mette anche una interessante sfacciataggine tecnica.
Marchetti 6,5: vince tutti i duelli con Foggia. Tranne uno, quello che vale la punizione-gol di Aliperta. E il Messina passa all’incasso. Prestazione, comunque, di altissimo livello.
Fissore 6,5: come il compagno non soffre mai il centravanti avversario.
Ricossa 5,5: fallo di mano da punire con il rigore non visto dall’arbitro. Disordinato in difesa, poco cattivo quando attacca.
Giuffrida 6: gara di esperienza fatta di tanti piccoli recuperi. Stirato, sostituito. (dal 9′ s.t. Palma 5,5: fatica a calarsi nella sfida, non riesce a diventare un fattore positivo)
Lodi 6,5: lucidissima prova dell’ex Triestina. Non spreca mai un pallone e il palo gli nega la gioia del gol. Male, però, quando si apre in barriera in occasione del calcio da 3 punti di Aliperta.
Garetto 5,5: si vede troppo poco, ci mette una buona dose di fisicità ma poteva fare di più. (dal 32′ s.t. Arena 5,5: nel finale si fa travolgere dalla leziosità e scava un pallone che andava calciato con convinzione. Prima anche una simulazione)
Coria 7: dominante nel primo tempo. Vince tutti i duelli e spegne Aliperta. In fase di possesso regala magie. La sua sostituzione resta un mistero. (dal 15′ s.t. Piccioni 6: buon impatto e capacità di lottare, servito poco)
Caballero 4: pensare di avere sei palle gol in una partita del genere sarebbe stato inverosimile. Averle e divorarne cinque (più una traversa) è incredibile.
Carbonaro 5,5: nella sua gara ci sono tantissime belle giocate tecniche. Manca, però, la concretezza al momento decisivo. (dal 39′ s.t. Bevis 6: ottimo ingresso, sfiora il pari e mette Caballero davanti a Caruso ma l’argentino spreca)
*fonte foto: Football Club Messina – ph. Familiari