Stadio Scoglio, il Rup ha deciso: gara non aggiudicata

Pubblicato il 25 Giugno 2021 in Primo Piano

Le anticipazioni trovano conferme. Dopo una lunghissima e attenta analisi il Rup del Comune di Messina, Salvatore De Francesco, firma la determina per il ritiro in autotutela del bando per l’affidamento a 99 anni dello stadio Franco Scoglio alla società Football Club Messina.

NON SUSSISTE L’AFFIDABILITÀ – Il parere positivo espresso dalla commissione di gara che, però, non viene confermato dal Rup che, dopo gli approfondimenti redatti dallo studio Vermiglio, ritiene “che non sussistono pertanto le caratteristiche di affidabilità dell’offerta sia sotto il profilo economico che in relazione alla realizzazione degli interventi principali per i quali l’Amministrazione si è determinata nell’affidamento della concessione” – citiamo il documento ufficiale che alleghiamo –

“che di contro la valutazione dei rischi dell’intera operazione, la mancanza di verifiche puntuali sotto il profilo urbanistico ed amministrativo, l’insufficiente patrimonio della società rispetto all’indebitamento ed al capitale di rischio minano la sostenibilità economica-finanziaria del progetto stesso esponendo l’Amministrazione ad un rischio elevato di contenzioso ed a dover compensare lo squilibrio del sinallagma contrattuale”. Questi i passaggi più importanti del lungo documento che si conclude con la decisione finale: “Per i presupposti indicati in premessa e a seguito della verifica della proposta di aggiudicazione della gara in oggetto, di cui all’art. 33 del d.lgs n.50/2016, valutate le relazioni della consulenza richiamate “ob relationem”. Procedere alla non aggiudicazione della gara per l’affidamento della concessione in gestione dell’Impianto Sportivo “Stadio F. Scoglio” del Comune di Messina in favore della società FC Club Messina”.

INTEGRAZIONI NON CONVINCENTI – Nel documento redatto dalla commissione di gara era consigliato al Rup De Francesco di affidarsi a esperti del ramo economico-finanziario per ulteriori analisi. In premessa, va ricordato come il parere della commissione non vincolasse in alcun modo la stazione appaltante, come si legge anche nella determina: “il verbale che contiene la proposta di aggiudicazione risulta essere impegnativo unicamente nei confronti dell’impresa aggiudicataria e non anche verso la stazione appaltante, la quale, dopo tale fase, deve svolgere ulteriori valutazioni (come la verifica del possesso dei requisiti da parte dell’aggiudicatario nonché la verifica delle regolarità di tutta la procedura di gara), all’esito delle quali conseguirà l’aggiudicazione definitiva. Quest’ultima richiederà sempre e comunque un ulteriore provvedimento espresso da parte dell’amministrazione”. Per questo motivo, allora, entrava in scena lo studio Vermiglio che palesava criticità con richiesta di chiarimenti e integrazioni inoltrate alla società guidata da Rocco Arena:

punto 1: con riferimento alla sensitività si chiede di sviluppare opportuna analisi di sensitività individuando almeno due scenari dell’andamento economico finanziario alternativi a quello proposto; con riguardo alla modularità si chiede di scorporare in almeno tre segmenti temporali il periodo di piano e di disaggregare in modo analitico tutte le componenti di costo-ricavo del progetto avendo cura di chiarire a quali parametri e benchmark si è fatto riferimento;

punto 2: si chiede di esplicitare in maniera più chiara ed analitica i dati e le ipotesi posti a base della stima sui flussi di ricavo attesi da aree commerciali;

punto 3: si chiede di esplicitare i parametri assunti per la determinazione del costo/valore degli investienti per la realizzazione delle aree commerciali;

punto 4: si chiede di chiarire come è stato determinato il costo del capitale e come si disgregano le diverse forme di finanziamento previste per sostenere gli investimenti (finanziamenti agevolati, mutui, prestiti e obbligazioni, leasing, etc.);

punto 5: si chiede di specificare gli eventuali soggetti “nuovi” investitori che hanno formalmente manifestato, con carattere vincolante per gli stessi, la volontà di sostenere il progetto di investimento mediante apporto al capitale di rischio o altre forme di finanziamento esterno.

Le risposte del Football Club Messina arrivavano nel periodo tra il 31 maggio e il 7 giugno. Dieci giorni dopo, però, lo studio Vermiglio esprime: “Che con nota acquisita via pec al prot. n. 162813 del 17-6-2021 veniva riscontrata dal Prof. Vermiglio la richiesta di verifica integrativa dalla quale è emerso che i chiarimenti forniti dalla società FC Messina non sono risultati idonei a chiarire le criticità del Piano Economico Finanziario posto a base dell’offerta e rappresentate dalla stazione appaltante nella nota prot. 140831 del 24/05/2021, ed in particolare dall’analisi della consulenza, espressa nelle su citate relazioni, si evince che la verifica condotta sulla proposta di aggiudicazione ed in particolare sul piano economico finanziario posto a base dell’offerta non ha pienamente confermato la validità di esso per affidare la concessione della gestione dell’impianto sportivo per la durata di anni 99”.

IL FUTURO – Nel bando originale era prevista la possibilità per il Comune di Messina di non assegnare il bando, come possiamo leggere nell’art. 21.3 del Disciplinare di gara di procedura aperta per l’affidamento della concessione in gestione dell’impianto sportivo “Stadio F. Scoglio” che recita:

La stazione appaltante si riserva, senza alcun diritto dei concorrenti a rimborso spese o indennità di alcun genere ai concorrenti:

a) di differire, annullare o revocare il presente procedimento di gara; di non aggiudicare e di non stipulare il contratto senza incorrere in responsabilità di alcun tipo o titolo, né precontrattuale, né contrattuale, né extracontrattuale, e senza che i soggetti invitati possano avanzare pretese, richieste, eccezioni di alcun genere e tipo.

b) Si procederà ad aggiudicazione anche in presenza di una sola offerta valida, sempreché sia ritenuta congrua, conveniente e idonea in relazione all’oggetto del contratto.

c) Il Comune di Messina si riserva di chiedere ai soggetti invitati chiarimenti in ordine alla documentazione presentata.

E, adesso? Il Comune di Messina deve risolvere il nodo legato alla gestione degli impianti sportivi. Nel taglia e cuci del Salva Messina, infatti, alla voce “impiantistica sportiva” non è prevista nessuna somma. Il 4 luglio, però, una delle due squadre cittadine sarà promossa nel campionato di Serie C, una categoria professionistica che richiede una particolare attenzione all’impianto per ottenere la possibilità di porte aperte. Il primo passo dell’amministrazione De Luca è stato quello di affidare la futura gestione degli impianti, stadio San Filippo compreso, alla partecipata Messina Servizi. Una scelta che convince fino a un certo punto, nell’attesa che da parte dell’amministrazione venga valutata la possibilità di pubblicazione di nuovi bandi per la concessione pluriennale dei beni in possesso. Non solo lo stadio Scoglio, visto che la Messina Servizi gestirà anche il Celeste, il campo di atletica Santamaria (ex Gil) e l’impianto dei Cappuccini comprendente di piscina e pista di atletica. Anche se, quest’ultimo, è motivo di contenzioso legale tra il Comune e la società Waterpolo dopo la decisione del Tar di Catania di sospendere il provvedimento di revoca unilaterale esercitato dal Comune per presunte inadempienze della società Waterpolo che aveva l’affidamento dell’impianto.

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