Parola d’ordine: stabilità. Da trovare e saldare, perché il futuro del Messina passa da idee chiare e nessuna scelta emotiva. Pietro Sciotto sembra andare dritto per la sua strada e – come giusto che sia – la fretta non pare essere passeggera da far salire a bordo.
LA SUA CREATURA – La premessa su quanto sia stato fondamentale un organigramma preciso e con ogni pedina al posto è scontata. Grandi meriti già concessi, da Di Santo a D’Eboli passando per l’ottimo lavoro di mister Novelli e il suo staff. Poi, però, c’è la realtà che avanza e che racconta nuove vie quotidiane. Prime avvisaglie percepite già a Sant’Agata, dove le parole di festa sembravano quelle di commiato. Volontà che camminano parallele, ma che non rompono sulla possibilità di tornare a incrociarsi. Pietro Sciotto lo ripete da quel 3 luglio: “Il Messina è come un figlio”, per questo motivo è impossibile pensare che lasci la sua creatura a una spartizione grossolana. Chi scrive era ospite con lo stesso Sciotto nell’ultima puntata della stagione di Contropiede su Tcf, dove – tra diretta e fuori onda – è più volte stato ribadito un concetto cristallino: “Mai sotto il 51%, sennò preferisco vendere il 100%”. La presenza di Carmine Del Regno e dell’organigramma citato è stata decisiva, donando alla gestione Sciotto la carta per cancellare gli errori del passato e intraprendere la via della vittoria. Detto questo, però, è innegabile come – in termini economici – il 70% di Sciotto abbia pesato con percentuali ancora maggiori, e per questo motivo prendersi qualche settimana di riflessione non farà male. L’avvicinamento di Antonio De Sarlo – già in passato accostato a Potenza e Sambenedettese – non è stato mai confermato o smentito, con l’imprenditore campano che nel frattempo è diventato il proprietario dell’Imolese, club che milita in Serie C. Caso Salernitana docet – con la FIGC pronta a costringere anche De Laurentiis a mollare una tra Bari e Napoli -, ma di De Sarlo si continua a spifferare come se la sua figura possa essere quella ponte per lo sbarco di nuovi soci. Tutto ancora intricato. Da par suo, intanto, Sciotto non ha usato mezzi termini: mai sotto il 51% dicevamo, ma anche pronto a riprendersi parte della fetta ceduta a Del Regno e, in ultima ipotesi, cessione totale con una cifra richiesta che difficilmente potrà scendere sotto il milione. Forzatura, provocazione, che dir si voglia, ma Pietro Sciotto sembra voler far passare il messaggio che le opzioni sul tavolo siano più di una. Con novità che potrebbero arrivare in qualsiasi momento.
PIANO SERIE C – Che il rapporto tra la proprietà e gli staff dirigenziali e tecnico possa proseguire è tutto fuorché impossibile, ma c’è da valutare un tempo che scorre senza nuove. Le cose possono andare bene e non proseguire, succede in ogni tipo di società, non solo calcistica. Chiaro, quando le cose vanno bene e senza dubbi, però, le riconferme spesso arrivano immediate e senza troppe attese. Le attese, comunque, ci sono e questo allontana momentaneamente i protagonisti della passata stagione. Il telefono di Cocchino D’Eboli squilla senza sosta, come normale che sia per un dirigente capace di vincere. Il dirigente campano attende, non sarà una pazienza infinita, ma vale da ambo le parti. Come un domino, poi, i tasselli si muoveranno: Novelli non è, comunque, certo di rimanere anche con la riconferma di D’Eboli. Le dichiarazioni contano: sempre in quell’ultima puntata di Contropiede il presidente Sciotto ci tenne a rimarcare – con decisione – come per lui non ci fossero dubbi sulla riconferma. La domanda su chi non fosse convinto cadde un po’ nel vuoto, ma quel voler rivendicare la propria posizione – come se fosse l’unica così salda – non va dimenticato. Gli addii spaventano sempre, soprattutto se in coda a una stagione fatta di successi. Il passato deve insegnare qualcosa e sopravvive vivida la speranza che le lezioni siano servite a Sciotto. Un presidente dall’approccio diverso, però, quello visto e ascoltato negli ultimi tempi. Almeno nelle intenzioni. Con un decisionismo emotivo, certamente, limitato. Nel calcio – e nella vita -, spesso, l’errore viaggia su un filo sottile e cadere dalla parte giusta o sbagliata resta nei dettagli. Quello che si anela, adesso, è la certezza che Sciotto non stia navigando a vista e che l’attesa non sia figlia dell’improvvisazione. Gli indizi – almeno su questa precisa dinamica – pendono dalla parte del presidente giallorosso. Se inizierà la lunga lista degli addii, infatti, cresce la sensazione che il primo Messina versione Pro della gestione Sciotto possa avere un cammino già scritto e con interpreti già decisi. Se, poi, queste scelte si riveleranno quelle giuste lo deciderà – come sempre – il tempo.
*fonte foto: Acr Messina – ph. Furrer