Messina-Francavilla, educazione estetica per un concreto gioco del calcio

Pubblicato il 20 Settembre 2021 in Primo Piano

Giochisti o risultatisti. Un grande classico, che torna attuale per un Messina che vince contro il Francavilla, ma che si becca la tirata d’orecchie proprio dal suo allenatore.

RITMI TRAVOLGENTI – “Il risultato non è l’obiettivo. Deve esserlo la prestazione, i risultati sono la conseguenza” oppure “dovevamo fare un passo avanti invece che indietro”, serve altro? No, perché è sempre più chiaro come Sasà Sullo (voto 6,5) sia tecnico che punta a costruire identità basata su idee prima che collezionare vittorie risicate e “situazionali” – per citarlo ancora -. Arrivare al risultato tramite la prestazione, non arrivarci a prescindere da quello che si prova in settimana. Il Messina cresce, vince per la prima volta in campionato e mostra i suoi pregi e difetti. Classica partita che lascia nel dubbio, perché la Virtus Francavilla di Taurino non avrebbe rubato nulla con un pari, ma ai punti la vittoria del Messina è più che giusta. Gara dai ritmi misti: partenza sprint dei giallorossi, con un quarto d’ora che serve per mettere alle corde i pugliesi. Manca, però, il killer instinct e la gara si inclina ma non si sblocca. Maiorino fa tremare un San Filippo nuovamente col pubblico, ma serve a mostrare la prima pezza di marca Lewandowski: il portiere polacco ne tirerà fuori un altro paio, una più che decisiva. Ottima risposta, ottimo segnale per quello che resta un portiere di alto profilo. Tornando al match: il Messina fa la partita, mostra qualità e un gioco offensivo che diverte. Fraseggi, scambi, dribbling e affondi. Zero reti, perché l’area è riempita – o meglio divisa – maluccio, e perché gli esterni trovano il fondo ma non cross puliti. Catania è una nota lieta, ma senza concretezza resterà bello e impossibile. E, poi, c’è Vukusic: il gol vale 3 punti, la prestazione vale la speranza per il futuro. Il croato è sempre più calato nel gioco, lo si capisce quando si abbassa a centrocampo per ricevere, per girarsi e saltare il primo marcatore per trovare superiorità. Freddo, lucido, pronto a scaricare sulle sovrapposizioni degli esterni o lo smarcamento di Adorante. I compagni non fanno il resto, ma il croato è già un fattore.

GESTIONE IMPAURITA – Ripresa diversa dal primo tempo, che forse mostra un Messina che di gestire ne aveva voglia da un po’. Anche una questione di energie, perché i ritmi del primo tempo – con i 30 gradi di temperatura – non erano possibili. Non c’è solo questo, perché la squadra mostra più pazienza, meno voglia di arrembare col coltello tra i denti. Il Francavilla punge di nuovo, ma Lewandowski e palo salvano tutto. La rete di Vukusic sembra un tuono improvviso, ma di lampi ce ne erano stati parecchi. Un gol che rianima un Morelli finito sotto la corsa incessante di Enyan: l’ex Livorno è un piacere quando attacca, un brivido quando difende. Caratteristiche o condizione? Chissà, ma pensare che le gambe pesino solo quando si difende… Il vantaggio porta dritti alla questione messa sul piatto da Sullo, ma non solo perché i pugliesi restano anche in 10 per il doppio giallo a Tchetchoua. Messina, quindi, troppo basso? Sì, quasi un invito a farsi attaccare. Perché la linea non resta alta e il trio difensivo – che già nel primo tempo era stata la fonte di gioco primaria della squadra di Taurino – è troppo libero di giocare e impostare. La pazienza della prima parte di ripresa diventa paura, non è più lucida come prima. Non è una gestione voluta, ma la classica chiusura per non subire. Sullo non lancia segnali di difesa a oltranza dalla panca, anche se quando pesca non ha tutta questa scelta. Passa al 4-1-4-1 per avere maggior ordine, ma non vuole una squadra bassa. Vuole andare a giocare nella metà campo avversaria, vuole sfruttare la superiorità e difendersi attaccando e – soprattutto – segnando la rete della tranquillità. La gioventù ha, forse, il sopravvento in un gruppo che la vittoria la voleva fortemente. Messina basso e che ha più paura di venire ripreso che voglia di raddoppiare, si vede ed è evidente. Fa bene Sullo ad arrabbiarsi e farlo pubblicamente, perché il primo passo per far assorbire le proprie idee è quello di battere anche nei giorni di festa. I giochisti – che poi vogliono vincere anche loro – saranno soddisfatti, chi è più pragmatico penserà a un eccesso di teoria sulla pratica. Avere un allenatore che sa cosa vuole, però, è la buona notizia su cui fondare il domani.

Lewandowski 7: rispondere sul campo è la miglior soluzione. Il portiere polacco tira fuori una prestazione con un paio di interventi salva risultati, su tutti quello in pieno recupero su Ventola.

Morelli 6: non gioca una partita sufficiente, ma ha il merito di firmare l’assist della rete di Vukusic. Un bonus che salva una prestazione infarcita di difficoltà e sofferenza nell’uno contro uno con l’avversario.

Celic 6: ordinato dove può, in difficoltà quando Maiorino lo attacca in campo aperto. Gestisce con esperienza. (dal 27′ s.t. Fantoni 6: entra molto meglio rispetto alle precedenti uscite, con un paio di chiusure puntuali)

Carillo 6,5: in crescita e guida importante nei momenti di affanno.

Sarzi Puttini 6,5: vigoria fisica e personalità crescente. Appoggia con personalità, quando difende non tira mai indietro la gamba.

Simonetti 5,5: sempre adattato, ma non sempre può andare bene. Non è un fattore offensivo, aiuta poco in fase difensiva. (dal 27′ s.t. Marginean 5,5: entra con poca verve e si nota presto)

Fofana 6,5: onnipresente. Gioca, finalmente, una partita convincente sotto tutti i punti di vista. Cattivo in chiusura, presente su ogni linea di passaggio e pulito nel giro palla.

Damian 6: soffre il traffico da ora di punta in mediana, rimedia anche un giallo che lo innervosisce. Palla al piede, però, è una garanzia.

Catania 6: personalità e sfacciataggine da vendere. Punta e dribbla qualsiasi cosa si presenti davanti a lui, deve trovare molta più concretezza. (dal 41′ s.t. Rondinella sv)

Adorante 6: ci mette tantissima voglia e disponibilità. Deve far di più in fase di possesso e trovare maggiore freddezza sotto porta. (dal 41′ s.t. Busatto sv)

Vukusic 7: si abbassa a centrocampo per giocare, serve palloni per i compagni, cerca profondità e salta l’uomo. Poi fa anche gol, ma è l’ultima cosa della sua prestazione. (dal 17′ s.t. Russo 5,5: da un calciatore come lui, in un fase di superiorità e vantaggio ci si aspetta un impatto maggiore)

FRANCAVILLA Nobile 5,5; Idda 5,5, Miceli 6, Caporale 6; Delvino 5,5 (dal 33′ s.t. Puntoriere sv), Prezioso 5,5, Tchetchoua 5, Mastropietro 5,5 (dal 17′ s.t. Carella 5,5), Enyan 6 (dal 33′ s.t. Ingrosso sv); Maiorino 6, Ventola 6. All. Taurino 6.

*foto copertina: Acr Messina – pagina Facebook ufficiale | ph. Saya

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