Scossa mentale e tattica. Il Messina che sbanca Potenza è squadra ben diversa rispetto a quella vista nelle prime otto giornate. Capuano sceglie un approccio soft a parole, ma è spiazzante nelle scelte. Alcune sbavature ci sono ancora, ma il tempo è dalla parte del neo tecnico.
LETTURE PREVENTIVE – Alla fine l’unica conferma rispetto alla vigilia è quella del modulo scelto. C’è la difesa coi tre centrali, come una mediana più coperta con Damian che scala in regia e due intermedi ai suoi lati. Non tanto una questione di sistema, allora, quanto di uomini e caratteristiche: mister Capuano (voto 7) tira fuori dal cilindro un Fazzi centrale difensivo di sinistra, con Morelli e Sarzi Puttini che restano sulle corsie. Quella che sembra una mossa azzardata diventa, in realtà, l’intuizione tattica migliore per provare a contenere l’avversario. Provare, perché – pur considerando ampiamente sufficiente la prova di Fazzi – è innegabile che da quella parte si balli parecchio. Anche per merito del Potenza, però, perché Banegas prima e Volpe poi giocano una buonissima partita. Da lodare, allora, resta il tentativo di un Capuano che studia e rispetta l’avversario. Lavora sui punti di forza e cerca di contenerli. In una settimana – lo dice lo stesso Capuano – non è facile incidere, il pericolo è quello di far danni cercando rivoluzioni affrettate. Il tecnico giallorosso, allora, sceglie un approccio misto: a parole è misurato, consapevole che cinque/sei allenamenti possano condizionare fino a un certo punto e che il merito per la vittoria vada dato ai ragazzi. Verità, poi si apre e passa a un’analisi delle sue scelte che non può non essere condivisa, e ci torneremo. Perché, Capuano, prova a leggere in anticipo le mosse del suo avversario. Fazzi centrale serve per non lasciare la linea in balia della velocità degli esterni di Gallo: giocata tipica quella del Potenza di accelerare a destra e chiudere a sinistra – lo avevamo analizzato nel pre gara -, con Costa Ferreira che ci riesce solo in occasione del gol del vantaggio. Sbavature, forse fisiologiche e buona base su cui Capuano potrà fondare il suo lavoro. Necessarie, perché se un calciatore come Fazzi deve impegnarsi al massimo per tenere il ritmo degli avanti lucani, pensate quanto avrebbe sofferto Mikulic. La gara non è di quelle che ammaliano per spettacolarità, ma è un ottimo regalo per gli amanti delle mosse e contromosse tattiche. La rete del Potenza era giocata nota, meno quella che porta al pari giallorosso: cambio di gioco rapido, Morelli che punta e Sarzi che chiude. Velocità, tecnica, attacco in verticale senza palla. Bella novità. Poi, i ritmi calano, perché dovranno salire nuovamente al momento giusto.
VOGLIA DI VINCERE – Non solo visioni tattiche, perché il Messina del Viviani è diverso anche sul piano mentale. Per settimane vi abbiamo raccontato di rimonte subite e rimonte mai fatte, quelle in occasione di uno svantaggio. A Potenza, nell’apoteosi della rivoluzione, accade di tutto. La reazione dopo la rete di Costa Ferreira è decisa, ma lucida. I giallorossi alzano il baricentro, iniziano a giocare nella metà campo avversaria e trovano la rete che descrivevamo in precedenza. Poi, insiste. Il famoso passo avanti di cui parlava sempre Sullo. Trova anche il vantaggio con Adorante, qui la parentesi è obbligatoria: in primis Morelli che firma un altro cross perfetto, mettendo la parola fine sul tipo di caratteristiche dell’ex Livorno. Quando spinge valore aggiunto, in difesa va aiutato. Il gol, però, è merito, soprattutto, del fiuto di Adorante: attaccante di razza chiara, quella che vuole mordere in area di rigore. Prende il tempo al marcatore, vede la porta e sa sfruttare fisicità e tecnica. Deve crescere nel gioco con la squadra, ma se l’altra punta supplisce, lui può attaccare in maniera pura. Up and down, perché il Potenza riprende i giallorossi rimettendo a nudo alcuni difetti: fase di possesso fallace, pallone perso facilmente, poi Volpe è bravo a fare il resto. Sì, perché a volte sono bravi gli avversari. Un po’ fermo il Messina nell’occasione, col solo Lewandowski reattivo, ma sulla sua respinta Banegas è osservato da troppi occhi e chiuso da nessuno. Ottime notizie, perché una guarigione miracolosa in una sola settimana avrebbe spaventato di più. Difetti da limare lentamente, con attenzione. Perché le reti del Viviani vanno sommate al resto, per un pesantissimo totale di 19 che piazza la difesa del Messina al primo posto tra quelle battute. Torna la reazione, però, ma stavolta è ancora maggiore la mescolanza tra mente e tattica. Capuano lavora con quello che la rosa offre – parliamo sempre di caratteristiche tattiche -, magari lontana dai dettami del 3-5-2 classico. La flessibilità aiuta, i cambi lo spiegano. Russo entra per dare fiato a Balde – con Milinkovic e Vukusic stesi da un virus intestinale -, un cambio uomo su uomo classico. La variante arriva più tardi, quando Simonetti finisce la benzina e Capuano azzarda: avrebbe Marginean, ma richiama Catania e scala Russo in mediana. Sfacciato il Messina, con più tecnica e capacità di far male a un Potenza che sembra pensare, soprattutto, a non perdere. Sfrontato quasi, con Gonçalves per un Sarzi Puttini sfinito. Vittoria, dopo il tacco volante di Catania e il cross del portoghese. La deviazione è di Fofana, l’uomo più chiacchierato del momento e che aveva, anche, perso palla in occasione del 2-2. Se non sono segnali questi…
Lewandowski 6,5: risponde sempre presente quando chiamato in causa, sulle reti fa quello che può. Nel finale è decisivo su Volpe.
Celic 5,5: fatica a prendere le misure agli attaccanti avversari, soffre qualche spunto veloce e un giallo arrivato troppo presto lo condiziona.
Carillo 6: prova a guidare una linea, spesso, attaccata in velocità e riesce a limitare i danni più che può.
Fazzi 6: la grande sorpresa di giornata. Scommessa vinta per Capuano, perché l’ex Sambenedettese riesce a contenere gli attacchi in velocità degli esterni rapidi del Potenza. Qualche sbavatura c’è, frutto anche delle capacità dei lucani.
Morelli 7: senza obblighi difensivi è tutto un altro calciatore. Altra mossa azzeccata di Capuano, forse la migliore visto che dai suoi piedi nascono due reti, la prima dopo una giocata clamorosa su Costa Ferreira.
Konate 5: troppe imprecisioni, spesso sembra fuori dalla partita. Paga la poca abitudine nello stare in campo coi compagni. (dal 10′ s.t. Fofana 6,5: perde un pallone con troppa leggerezza e il Potenza impatta, stavolta alza la testa e reagisce trovando la deviazione che vale una vittoria)
Damian 6: ordinato, tranquillo nella gestione, meno nel lavorare da schermo difensivo.
Simonetti 6: tanto lavoro sporco, oscuro di quelli che regalano tanta sostanza. (dal 36′ s.t. Catania 6: impatto positivo in un momento del match che non ammetteva cali di tensione)
Sarzi Puttini 6,5: un gol che mette in pratica il lavoro settimanale, poi tanta corsa all’indietro per contenere Coccia e dare una mano a Fazzi. (dal 36′ s.t. Gonçalves 6: come Catania entra bene in partita, firma l’assist che vale la vittoria)
Adorante 6,5: bomber puro. In area di rigore sta diventando una sentenza. Una palla pulita, un gol. Quarto in campionato per lui.
Balde 6: strappa la sufficienza grazie al lavoro insistito nel provare ad accorciare l’attacco e il centrocampo. (dal 27′ s.t. Russo 6: come tutti i subentranti gioca una partita volenterosa, segnale positivo)
POTENZA Marcone 5,5; Coccia 6, Cargnelutti 6, Gigli 5,5, Sepe 6; Zampa sv (dal 14′ p.t. Zenuni 6), Sandri 6, Costa Ferreira 6,5; Banegas 7 (dal 38′ s.t. Bruzzo sv), Baclet 5 (dal 1′ s.t. Salvemini 5,5), Sessa 5 (dal 1′ s.t. Volpe 6,5). All. Gallo 5,5