C’è differenza tra una partita solida e una partita difensiva. C’è differenza tra l’adeguarsi all’avversario e giocare sui suoi punti deboli e di forza. C’è differenza tra il Messina visto prima del Campobasso e quello visto contro i molisani. Il motivo? Il lavoro.
SFONDARE A DESTRA – L’aveva detto mister Capuano – nel pre gara – come la settimana fosse stata scandita dallo studio approfondito dell’avversario. Giusta strategia, perché il rispetto per la squadra che si ha di fronte si mostra coi fatti e non solo a parole. Il Campobasso è squadra organizzata, basata su alcuni movimenti meccanici. Il Messina è una creatura in costruzione: perché nata per un altro tecnico e perché il subentrante ha avuto – tra infrasettimanali e trasferte – poco tempo reale per lavorare. La settimana pre Campobasso, invece, è di quelle tranquille e da dedicare alla preparazione della sfida senza interferenze. Il campo rivela tutto, lo dicono le due reti nate da uno sfondamento sulla corsia destra, quello che accade prima conferma come fosse tutto preparato.
Il primo frame ci aiuta a comprendere la giocata: nel cerchio rosso c’è Damian in possesso palla – ricevuta da una sponda di Adorante -, attenzione alla posizione di Morelli (riquadro giallo). Il numero 2 è già altissimo e predisposto ad attaccare. Damian sceglie di fare un passaggio ulteriore: non va a destra, il regista giallorosso, ma in verticale su Adorante e Fofana (linea azzurra).
Il secondo frame ci racconta la prosecuzione dell’azione: scambio Adorante-Fofana, col numero 6 che apre (freccia rossa) sulla corsa di Morelli. L’ex Livorno punterà il suo diretto marcatore, bel cross nel cuore dell’area dove Adorante – che gioca una gara da immarcabile – viene anticipato di pochissimo. Le reti arriveranno più tardi, ma il Messina le trova grazie alla ripetitività delle giocate.
SCALATE E USCITE – Secondo focus di questa nostra analisi che dedichiamo al lavoro della mediana in fase di non possesso. Primo frame per comprendere l’organizzazione delle scalate per andare a pressare in ogni zona del campo.
In possesso palla c’è Fabriani (terzino destro del Campobasso), su di lui accorcia veloce Simonetti (riquadro giallo) che lascia la sua area da intermedio sinistro per andare ad attaccare l’esterno basso. Scalate obbligatorie, allora, con Damian che esce altissimo su Bontà (evidenza azzurra) mostrando una delle cose più interessanti: Capuano, nel post, rivela come avessero deciso di lavorare a zona su Bontà (il perno basso del 4-3-3 di Cudini), ma nella circostanza Damian legge alla grande la salita dei suoi compagni e – nonostante sia anche lui perno centrale e basso – decide per una corsa utile in più, togliendo pulizia per un eventuale scarico. Nel gioco delle scalate, per chiudere sul frame, c’è Gonçalves (freccia rossa) che attacca Tenkorang, allargatosi in corsia per diventare scarico per il compagno in possesso.
Il secondo frame di questo blocco è ancora dedicato al lavoro di Damian. Prima, però, vediamo – grazie all’evidenza rossa – come il Messina difenda con la linea abbastanza alta – anche ben stretta – e senza paura di concedere la profondità ai molisani. Notiamo, poi, come Fazzi si apra a sinistra con Gonçalves che, così, può uscire alto. Torniamo a Damian: lente di ingrandimento puntata su di lui che ci aiuta a notare, ancora una volta, l’aggressività con cui rompa la linea uscendo in pressione. Ultima nota: riquadro giallo per vedere Fofana che accorcia su Bontà – con anche Vukusic vicino – così da giocare in maniera preventiva su un possibile appoggio.
DIFESA ALTA – Ultimo focus di questa analisi che dedichiamo alla paura fase difensiva. Nel nostro incipit scrivevamo che c’è differenza tra giocare una partita solida e una difensiva. Il Messina è solido, regge anche quando soffre, ma non ha un atteggiamento ultra difensivista.
Ci aiutano le immagini, primo frame: siamo nella ripresa, il Campobasso prova a imbastire gioco, ma trova una grande aggressività da parte dei giallorossi. Con l’evidenza rossa vediamo il quintetto difensivo rimanere alto, concedendosi campo alle spalle. Si vede, ancora, il lavoro sulla catena sinistra: Fazzi si apre sul giocatore più esterno, col terzino di parte che accorcia in avanti. Attenzione alla mediana: evidenza gialla per scoprire come il terzetto resti stretto, corto e aggressivo con Simonetti che esce forte sul possesso andando a rubare palla.
Ultima immagine della nostra analisi. Siamo nelle fasi finali della gara – 85′ minuto per l’esattezza -, col forcing molisano che sta producendo un forte impegno per la difesa giallorossa. Lewandowski un paio di castagne dal fuoco le toglierà, ma la cosa che ci interessa è l’atteggiamento. Il Campobasso attacca da sinistra, prende la trequarti del Messina, ma la squadra di Capuano continua a non schiacciarsi. L’evidenza azzurra ci aiuta: quintetto difensivo che gioca quasi al limite dell’area, con Morelli che resta anche più alto per andare ad accorciare sull’eventuale attacco della profondità di Vanzan (numero 3 del Campobasso). Sullo stesso esterno, comunque, ha accorciato alto Konate, a dimostrazione di come non si cerca una difesa di densità, ma sempre di concetto. Al Campobasso verrà concesso il giusto, difendendo in maniera solida e organizzata. La sofferenza serve, resistere ripaga gli sforzi fatti in settimana e in partita.
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Saya