Catanzaro, bello e impossibile

Pubblicato il 6 Novembre 2021 in Tattica

Un tecnico ambizioso e di alto profilo, una rosa variegata e ricca di singoli di valore, una classifica che non rispecchia questi fattori. Il Catanzaro di Antonio Calabro brucia per incompiutezza, in un campionato dove mostrare un importante livello estetico non sembra poter bastare.

SPREGIUDICATI – Iniziamo la nostra analisi partendo dalla fase di impostazione della manovra. Il frame, in questa circostanza, ci rivela minuto e punteggio della sfida – poi persa per 1-2 – contro il Monopoli. Errato, però, pensare che l’atteggiamento dei calabresi sia influenzato dallo svantaggio. Più corretto, infatti, analizzare le differenze di stile a seconda delle caratteristiche dell’avversario. Entrando nel dettaglio, allora, vediamo lo sviluppo in uscita dal basso. Catanzaro schierato col 3-4-2-1, di fronte c’è un Monopoli quasi speculare col 3-5-2: calabresi che alzano i due laterali per giocare uomo su uomo, ma è la posizione dei due interni a modificare l’assetto.

Linee azzurre per il trio difensivo che vediamo ben spaziato, corto sul terzetto c’è Welbeck (cerchio rosso) che tiene occupata una delle due punte di Colombo. Più avanti – nel riquadro arancione – vediamo Verna, l’altro interno, che si allunga in verticale su De Santis (l’uomo in possesso) per diventare scarico e tirare fuori una delle mezzali del Monopoli. Fuori dall’immagine – pensatelo leggermente più avanti di Verna – c’è Bearzotti (l’esterno destro) che attacca la profondità. Attenzione alla linea gialla: trio offensivo che non gioca con posizioni fisse, anche se Carlini ama partire quasi sempre dalla zona centrale.

Restiamo sull’uscita, ma cambiamo campo. Siamo a Bari, altra sconfitta di misura, dove possiamo subito notare la differenza di piazzamento e possesso. La squadra di Mignani, infatti, è schierata con un 4-3-1-2, modulo che copre in maniera diversa le corsie così da cambiare anche il lavoro degli esterni di Calabro. Possesso che parte da Martinelli, scarico verso Welbeck (freccia gialla), ma con le linee gialle vediamo quanto siano più corte le distanze con Verna e Rolando (interno ed esterno di destra). Uno dei tratti tipici del Catanzaro resta un possesso molto rapido, fatto di scambi in velocità. Un altro è la capacità di cambiare gioco. Il riquadro azzurro in alto ci aiuta: Vandeputte – l’esterno di sinistra – prende spazio e ampiezza, lo sviluppo parte da destra, ma lui non stringe sul centro del campo diventando scarico per un eventuale cambio di fronte.

LEGGEREZZA – Da una fase all’altra, passiamo a quella difensiva. Siamo sempre a Bari, con la premessa che la forza dell’avversario conta sempre e comunque. Ma non basta, perché il Catanzaro è la tipica squadra bella quando attacca e disattenta quando difende. Al Monopoli – al netto di qualche giusta protesta arbitrale -, per esempio, sono bastati due tiri per avere la meglio di una squadra capace di creare tantissimo e colpire anche tre legni. Torniamo alla nostra immagine: possesso prolungato del Bari, con pallone che finisce a Terranova (cerchio giallo) che può giocarlo in verticale. Lancio che finirà su Simeri (riquadro arancione), ma è la zona mediana a mostrare le fragilità del Catanzaro.

Vediamo perché: Simeri non è marcato da Scognamillo che resta troppo lontano, così il numero 9 può giocare di sponda per l’inserimento della mezzala di parte. Linea e freccia azzurra non casuali, perché sul tocco di Simeri il centrocampo di Calabro resta fermo lasciando a Maita lo spazio per controllare e correre verso l’area di rigore. Troppa leggerezza e poca percezione del pericolo, per una squadra che spesso paga al primo attacco.

L’ultima immagine della nostra analisi, poi, conferma questa scarsa predisposizione verso il pericolo. Siamo nell’azione della rete del vantaggio firmata da Antenucci: sviluppo dalla destra del Bari, come nella precedente azione sono le distanze a essere sbagliate. Spazio – tantissimo – per chi crossa, ma ancora peggio fanno in mezzo. Nel riquadro arancione Fazio e Martinelli guardano troppo la palla e poco Simeri e Antenucci, quando parte il cross la frittata è già servita. La difesa si schiaccia, Antenucci rallenta il passo e attende di colpire senza che nessuno possa contrastarlo. La bravura dell’avversario va sempre presa in considerazione, ma questa tipologia di errori si presenta con preoccupante – per mister Calabro – ciclicità nelle gare del Catanzaro.

*foto copertina: US Catanzaro – Facebook ufficiale

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