Un solo imperativo, persino categorico, in casa Messina: fermare i passaggi a vuoto. Pareggi compresi, perché una classifica in declino necessita di una forte iniezione di punti. Difficilissimo, visto un avversario tutto intensità e prepotenza offensiva. Una Turris non invalicabile, però, visto che al Liguori la sconfitta è arrivata già quattro volte.
CREARE VOLONTÀ – Avellino, Campobasso, Picerno e Monopoli. Queste le quattro squadre capaci di piegare i ragazzi di Caneo tra le mura amiche. Avversari misti, perché se Avellino e Monopoli restano formazioni d’alta quota, molisani e lucani dimostrano come lo stile “gasperiniano” dei campani presenti alcuni punti deboli. Un aggettivo non casuale, perché Caneo con Gianpiero Gasperini ha costruito parte della sua carriera. Al suo fianco negli anni di un Genoa strepitoso e prototipo grezzo di quello che è l’Atalanta di oggi. Di quel calcio, nel gioco di Caneo, è rimasto il sistema e lo stile. Un 3-4-3 offensivo alla massima potenza, che ama sbilanciarsi e riempire la trequarti campo avversaria di centrocampisti, esterni e difensori. Tutti dentro, ad attaccare gli spazi e provare a far male. Pregi tanti, i difetti sono quelli scontati di un sistema così estremo e applicato a quella che resta una squadra di Serie C con tutti i possibili errori tecnici del caso. I punti deboli, ecco gli appigli per un Messina a caccia famelica di punti. Le sconfitte in serie non hanno staccato Capuano da una panchina alla quale pare – leggermente – più saldo (o meno in bilico) dopo il pari dello Iacovone. Nulla di eccezionale, perché quando rincorri non ti puoi più accontentare. Spietato, ma reale. Non c’è più spazio per le scusanti o l’attesa, il Messina non può più permettersi nemmeno un pareggio. Vincere al Liguori – numeri alla mano – non è impossibile, ma servirà un atteggiamento diverso, da squadra capace di offendere e non solo di vivere nella paura di prenderle. Bisognerà sorprendere, non tanto la Turris, quanto sé stessi. Un Messina con le idee chiare nella metà campo avversaria, non solo alla ricerca dell’azione buona su cui speculare. Non può bastare, non può essere accettabile quanto fatto vedere fin qui, in un campionato in cui tutte provano a mostrare un minimo di identità. Allenatori che sanno fare la differenza, anche in corsa, come il Leonardo Colucci capace di trasformare un Picerno sterile in squadra dal gol facile. Nessuna magia, si chiama lavoro e rispetto per l’evoluzione del gioco. A Capuano il compito di sorprendere. Pragmatismo alla mano, poi, basterebbe una vittoria anche episodica a dare ragione al tecnico lucano, ma razionalmente non dovrebbe bastare. Il Messina, infatti, non può più sperare nella casualità. Deve, invece, creare volontà.
MAGGIORI SOLUZIONI – Tornano Fazzi e Distefano tra i convocati, prima chiamata anche per il difensore 2004 Nicosia. Ancora fuori Matese, Morelli, Sarzi Puttini, Gonçalves e Vukusic. Chiaro, quindi, come l’unica emergenza resti quella legata alle corsie esterne. Il ritorno di Fazzi aiuta, vista la capacità dell’ex Samb di interpretare più ruoli. Quello di laterale a destra il più possibile, con la conferma di Simonetti sulla corsia opposta per un 5-4-1 non dissimile da quello mostrato a Taranto. In mezzo al campo Damian prova a riprendersi una maglia, ma la coppia tutta sostanza Konate-Fofana potrebbe trovare continuità visto anche il forte lavoro che la mediana giallorossa dovrà affrontare. Variabili maggiori, frutto di una rosa più ampia in cui pescare. Anche il ritorno al classico 3-5-2 pare possibile: con Rondinella confermato, Fazzi dirottato a sinistra e lo spostamento di Simonetti in mezzo con Fofana e Damian. A quel punto, quindi, il ballottaggio riguarderebbe Catania e Baldé col secondo favorito per accompagnare Adorante. Possibilità, forse solo elucubrazioni giornalistiche. Tutto da prendere con le pinze, visto anche il mancato confronto col tecnico nel pre gara per il proseguirsi del silenzio stampa. Mancate voci che pochissimo tolgono al nostro lavoro, ma che negano alla tifoseria la possibilità di sentire dalla diretta voce degli interessati cosa stia accadendo. Sarebbe facile e paradossale vedere il silenzio interrompersi in caso di vittoria, ma sarebbe banalmente scontato. Utile per l’analisi della sfida e non solo, perché potrebbe servire – anche e soprattutto – per capire come le anime del Messina intendano proseguire questo percorso. Nella lista dei chiarimenti da fornire restano le dimissioni non dimissioni di Lo Monaco, lo stallo col presidente Sciotto e un calciomercato che arriva in fretta e pretende protagonisti dalle idee chiare.
TURRIS (3-4-3) Perina; Esempio, Di Nunzio, Manzi; Pavone, Franco, Tascone, Varutti; Giannone, Santaniello, Leonetti. All. Caneo
MESSINA (5-4-1) Lewandowski; Fazzi, Celic, Carillo, Mikulic, Simonetti; Baldé, Fofana, Konate, Catania; Adorante. All. Capuano
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale