Messina-Latina, a mano a mano

Pubblicato il 28 Marzo 2022 in Primo Piano

Vittoria doveva essere, vittoria è stata. Anche stretta rispetto alla prestazione, perché il Messina che batte il Latina avrebbe meritato un attivo di reti maggiore. Poco importa, fondamentali erano 3 punti che rilanciano i giallorossi sia nella rincorsa al Taranto che nell’allungo sulla Fidelis Andria.

VITTORIA DI TESTA – Intenzioni chiare sin dalle battute iniziali. Messina conscio di non poter fallire l’appuntamento, con la motivazione in più di regalare una dedica speciale a Sasà Sullo dopo la tragica e improvvisa scomparsa della moglie Rita. Lo sottolineano con affetto e commozione sia Raciti che Carillo nel post gara, durante la stessa c’era stato lo striscione di vicinanza della Curva Sud per quello che resterà sempre e per sempre il Capitano. Poi, c’è il campo: che racconta di un Messina deciso e bravo nello sfruttare le sue armi migliori. Latina non difensivo, ma neanche così spinto come Di Donato aveva promesso. Merito dei giallorossi, capaci di giocare una partita con pochissime sbavature e tantissima intensità in fase di possesso. Gioco sulle corsie come ritornello, con Russo che si accende a tratti e crea sempre superiorità e pericoli. Copione chiaro, fatto di qualche spreco per mancanza di occasioni davvero limpide. Latina che costruisce con fatica estrema, così il Messina non rischia mai e quando una maglia si allarga c’è Lewandowski a metterci una pezza. Subito dopo liscia un passaggio di Fazzi, perché bene e male viaggiano sempre in coppia nella prestazione del polacco. Partita tatticamente ben giocata da Raciti (voto 6,5) con un pressing alto che toglie i tempi del palleggio al Latina e li costringe a inutili lancioni lunghi. Sui quali domina Carillo. In fase offensiva c’è semplicità e concretezza: fasce laterali ad avvolgere per cercare Piovaccari e qualche seconda palla. Il Latina si difende a 5 e sembra poter reggere, ma – come già accaduto in stagione – le palle inattive diventano un ottimo “Piano B”. Occasioni in serie, fino a quella che mette Morelli nella condizione di buttarla dentro. La cosa più bella, però, la fa Russo con dribbling e cross che meritano applausi.

LE DUE STRADE – Nell’analisi post gara Raciti parlerà di 80′ di dominio, poi un pizzico di paura dopo l’occasione di Carletti. Giusto, col vero peccato rappresentato da quello che il Messina spreca. L’occasione clamorosa capita nuovamente a Morelli, ma ci sono anche il palo di Statella e una decina di ultimi passaggi leggermente fuori misura. Avrebbe potuto fare di più il Messina, avrebbe anche meritato di mettere maggiore distanza visto quanto prodotto rispetto a quanto rischiato. Alla fine la paura stava per diventare beffa, ma Carletti spara alto e il calcio premia la squadra che aveva fatto davvero qualcosa per vincere. Una finale da vincere, vinta con convinzione. Merito di tanti: da Raciti ai calciatori, con Piovaccari che anche dall’inizio è un fattore pesantissimo, come Rizzo che non ama apparire ma mette tonnellate di sostanza. Benissimo Carillo – il migliore se Morelli non avesse segnato -, bene Camilleri e tutta la fase difensiva. Un successo di squadra, il simbolo? Lorenzo Simonetti. Che entra per giocare un quarto d’ora scarso, ma ci mette anima e impegno massimo andando a pressare anche le linee laterali. Atteggiamento giusto, atteggiamento da squadra compatta e mirata sull’obiettivo. Salvezza che passa ancora dalla doppia chance: scavalcare il Taranto – ora agganciato a 36 ma con tre partite in meno – oppure allungare a +9 sulla Fidelis Andria penultima. Il +7 attuale – con i pugliesi bravi a strappare un punto a un Bari afflitto da evidente “braccino” – diventa occasione ghiotta in vista dello scontro diretto di domenica prossima. Al Degli Ulivi il Messina si gioca una delle più grandi chance stagionali. Guardare avanti è sempre giusto, ma i troppi asterischi confondono le idee. Vero che il Taranto è stato agguantato, ma potenzialmente potrebbe allungare a 45 punti. Come il Campobasso, fermo a 40 ma con due gare da recuperare che potrebbero portarlo a 46. Difficilissimo, statisticamente improbabile vista la media delle due squadre, però possibile. Se dovesse accadere, dunque, la squadra più vicina al Messina diventerebbe la Juve Stabia a quota 43 (con tanto di scontri diretti a vantaggio dei campani). A 43 punti ci sono anche Picerno (lucani anch’essi avanti negli scontri diretti) e un Catania che resta l’avversario dell’ultima giornata. Un’infinità di punti più avanti visto che sul piatto ne restano 12 per i giallorossi. Questo lo scenario peggiore possibile, probabilmente irrealizzabile – perché che Campobasso e Taranto vincano tutti i recuperi resta poco credibile – ma presente tra le opzioni. Per questo motivo, allora, la partita di domenica ad Andria diventa la nuova finalissima da non sbagliare. E così sarà fino alla fine.

Lewandowski 6: bravo nel primo tempo su Jefferson, poi il solito brutto errore coi piedi. Nella ripresa non deve quasi mai intervenire.

Morelli 7: il gol è la ciliegina di una prestazione totale. Attento in fase difensiva, continuo in quella offensiva. Peccato per il raddoppio mancato. (dal 33′ s.t. Trasciani sv)

Camilleri 6: zero sbavature, tante buone letture e giocate di esperienza. (dal 26′ s.t. Celic 6: entra con ottima attenzione, non perde un duello aereo)

Carillo 7: praticamente perfetto. Anticipi netti, contrasti aerei vinti e mai un errore di posizione.

Fazzi 6: prova a dare una mano in avanti, ma il meglio lo fa vedere quando non concede nulla in difesa.

Fofana 5,5: non la solita prestazione. Tantissimi errori di misura, palloni persi e decisioni non sempre corrette.

Rizzo 6,5: mister ordine. Non spreca una palla, ne recupera parecchie. La sua presenza tranquillizza i compagni.

Damian 6: buona prova dal punto di vista tecnico, forse solo qualche eccesso. Tanta sostanza anche in fase di non possesso. (dal 32′ s.t. Simonetti 6: entra con grandissima intensità diventando il primo difensore con un pressing a tutto campo)

Russo 6,5: parte bene, poi una pausa che viene interrotta dal bellissimo cross per Morelli. Nella ripresa è un martello, tecnicamente sempre interessante.

Piovaccari 6,5: una buona chance di testa, poi tanta lotta coi difensori avversari e la capacità di creare sempre preoccupazioni. (dal 37′ s.t. Busatto sv)

Statella 6: un palo che lo beffa. Prima c’è una prestazione di grande sostanza e pulizia nelle giocate. (dal 25′ s.t. Gonçalves 5,5: entra in una fase di gara in cui avrebbe potuto, e dovuto, dare di più in fase di ripartenza)

LATINA Cardinali 6; De Santis 6, Esposito 5,5, Giorgini 5,5 (dal 26′ s.t. Rosseti 5); Carissoni 5,5 (dal 26′ s.t. Teraschi sv), Palermo 5 (dall’11’ s.t. Barberini 5,5), Amadio 5, Tessiore 6, Sarzi Puttini 5 (dal 16′ s.t. Atiagli 6); Carletti 5, Jefferson 5,5 (dal 16′ s.t. Sane 5). All. Di Donato 5,5

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