Da una parte la voglia di riscattare la gara di andata, dall’altra quella di regalare una passerella a tutti i protagonisti stagionali. Il Messina chiude il suo campionato con un turno di anticipo, ospite quella Turris che un girone fa rappresentò il punto più basso ma anche la fine della gestione Capuano.
LO PSICOLOGO RACITI – Salvezza nel cassetto, con tanto di festa e grigliata di squadra al San Filippo. Giusto così, perché la fatica della squadra di Raciti andava ripagata col premio di un mantenimento della categoria arrivato in anticipo. Caso Catania o meno, il Messina la salvezza l’ha strappata alle rivali grazie a un girone di ritorno fatto di pochissimi bassi – quelle tre sconfitte consecutive – e alti costanti vista una media punti da zona playoff. Che sia un punto di partenza, che diventi manifesto di come con serenità e ogni pedina al suo posto si possa fare calcio in maniera remunerativa in termini di obiettivi raggiunti. Un girone fa lo sprofondo del Liguori: un 5-0 umiliante non solo nel passivo, ma in una prestazione che sembrava mettere una categoria di differenza tra le due squadre. Parola fine sulla pessima guida di Ezio Capuano, una parentesi confusa e senza alcuna logica calcistica. Peggio fuori dal campo, con un gruppo fortemente mortificato e autostima esaurita. Raciti ha raccolto i cocci, li ha rimessi insieme con pazienza e capendo le necessità di ogni singolo calciatori. Parla di lealtà nella conferenza pre gara, quella che lo ha aiutato a farsi stimare dai suoi calciatori per la correttezza e l’equità con cui li ha trattati e gestiti nelle scelte. Il campo ha parlato chiaramente, detto una verità inappuntabile: questo Messina non è una cattiva squadra. La percezione di aver sprecato la chance di stare tra le prime dieci – o poco dietro – rimane, perché il valore mostrato non era da salvezza trovata nelle giornate finali. Arriva una Turris in piena lotta per un posto nei playoff, avversario tosto e più temibile in trasferta che in casa. Un paradosso, come tanti altri in questo Girone C.
QUALCHE CAMBIO – Passerella, ma nel significato più propositivo. Non sarà un’amichevole per il Messina, sarà una gara da voler vincere. Campo per tutti, perché tutti meritano l’applauso dopo aver ottenuto l’obiettivo stagionale. Qualche minuto potrà strapparlo Matese, tornato tra i convocati dopo quasi 8 mesi passati a recuperare dal brutto infortunio al ginocchio patito contro il Palermo al Razza di Vibo a inizio settembre. Forse un giovane della Primavera – Giuffrida e D’Amore i convocati – o un titolare che ha giocato meno, ma sarà anche l’occasione per salutare e onorare i protagonisti. Piovaccari cerca la rete numero 150 in carriera, mentre Peppe Rizzo non vorrà perdere una singola possibilità di giocare con la maglia della sua città. Fofana – il migliore della stagione anche per la giura del premio dedicato a Reno De Benedetto – merita gli ultimi applausi stagionali, e la lista potrebbe continuare. Fuori Carillo, Gonçalves e Simonetti per problemi fisici, mentre Morelli è squalificato. Campionato finito per loro, potrebbe iniziare quello di Caruso che “insidia” Lewandowski per la sua prima tra i professionisti in giallorosso. In difesa Trasciani e Angileri vogliono una maglia, come Marginean in mediana. In avanti – come detto – Piovaccari è a caccia, ma anche Adorante scalpita per una doppia cifra stagionale (Coppa Italia compresa) a cui manca una sola rete. Cambio modulo? Perché no, ma più probabile un’alternanza nel ruolo di centravanti. Turris con la formazione migliore per trovare i punti playoff, Messina senza alcuna voglia di anticipare le proprie vacanze: ultima della stagione al San Filippo, sarà partita vera.
MESSINA (4-3-3) Caruso; Angileri, Trasciani, Camilleri, Fazzi; Fofana, Rizzo, Marginean; Russo, Piovaccari, Catania. All. Raciti
TURRIS (3-4-3) Perina; Manzi, Di Nunzio, Esempio; Ghislandi, Tascone, Franco, Varutti; Giannone, Santaniello, Leonetti. All. Caneo
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale