Tolto il tappo. Il Messina batte il Giugliano e si regala la prima vittoria stagionale, che arriva dopo una prestazione non brillantissima ma carica di voglia di vincere e capacità di soffrire. Vince, soprattutto, Auteri che muove i pezzi sulla scacchiera con puntualità e nel post martella sui difetti.
SI VINCE DI TESTA – Che il lavoro sia ancora tanto resta pacifico, il primo a sottolinearlo è un Gaetano Auteri (voto 6,5) che analizza con un pizzico di severità la prestazione dei suoi ragazzi. Un primo tempo giocato con buona intensità – quella che il tecnico aveva richiesto già alla vigilia -, un palo e poi un evidente abbassamento. Il Giugliano esce sconfitto senza meritarlo più di tanto, ma se non concretizzi finisci per pagare. Con buona pace di un Lello Di Napoli visibilmente contrariato nel post gara. Il Messina parte forte, poi lascia troppo possesso ai campani e rischia. L’assolo di Piovaccari fermato solo dal salvataggio di Konate sulla linea diventa uno degli sliding doors del sabato del San Filippo, perché andare in svantaggio sarebbe stata una mazzata difficile da gestire per Camilleri e soci. Tanti piccoli pezzi di un puzzle che si sommano e danno forma, perché per la prima vittoria stagionale c’era davvero bisogno di tutti. Come di un Daga capace di mandare in soffitta il ricordo del pasticcio di Catanzaro e farsi trovare pronto nel momento decisivo. Quello del Messina, allora, è un successo di squadra. Una partita sporca, non bellissima – arbitrata in maniera poco coerente -, che servirà da grande lezione. Lo fa capire Auteri quando insiste sul calo del primo tempo e la difficoltà di gestione della parte conclusiva. La parola maturità risuona, quasi rimbomba, nella speranza che la sofferenza del finale sia iniezione che ne aumenti il tasso. La gestione resta una delle cose che piace meno all’allenatore giallorosso, sempre molto puntuale nell’individuare le occasioni sprecate per una scelta sbagliata oppure i rischi corsi per troppa leggerezza. I punti in classifica diventano 4 e si potrebbe pensare che quanto perso con la Viterbese sia tornato indietro col Giugliano. Invece no, perché ogni gara diventa una piccola lezione e il finale distratto con i laziali qualcosa ha insegnato. Serviva una vittoria sofferta, una di quelle che ti fa pensare di essere all’altezza e non sempre facile da piegare o battere.
IL PESO DEI GRANDI – Il campo ha raccontato tante partite all’interno della stessa. Si parte dalle scelte: con Curiale punta centrale e Balde che trasloca a destra. Lo spagnolo è più vivace, più calato nella partita e nella necessità di battagliare. Strappa, punta e lavora per il reparto: un calciatore che, finalmente, mostra un barlume di quell’utilità che Auteri va difendendo da settimane. Nulla di eclatante, ma altra dimostrazione di come tutti abbiano compreso il peso della sfida. Su Curiale ci torneremo, prima scaliamo in difesa dove il rientro di Fazzi ha regalato un calciatore di importanza clamorosa. Non solo una questione tecnica o tattica, ma di personalità. Il toscano è un caratteriale puro, uno di quelli che butta in campo un’energia mentale capace di coinvolgere i compagni. Innesti, anzi rientri, che mettono in campo quella malizia e abitudine al gioco spesso mancato. Gli over devono fare la differenza, devono essere i famosi “grandi” a mettere le basi della squadra, ai ragazzi il compito di sparigliare quando possibile. Parentesi veloce sulla mediana: Marino resta leader tecnico e direttore d’orchestra, ai suoi lati regge solo Fiorani e quando i due restano orfani di un Fofana sostituito crescono pure. Il numero 6 sta facendo davvero male, involuto tanto da sembrare peggiore di quello della mediocre prima parte della passata stagione. Forse non sarà quello trascinante del girone di ritorno scorso, ma un punto di equilibrio tra i suoi sfaccettati periodi dovrà trovarlo presto. Abbiamo citato Curiale, a cui andrà aggiunto Grillo visto l’assist firmato, ma la prestazione dell’ex Vibonese è un piccolo raggio di sole: a un calciatore della sua esperienza e carriera viene chiesto di essere decisivo, non solo nei numeri ma anche nella prestazione e nell’esempio. La sua è una partita di sacrificio fino a quando il fisico – e soprattutto la caviglia – regge, con in mezzo due lampi: un palo e un gol nelle uniche due occasioni a sua disposizione. Fare meglio era difficile, nella consapevolezza che il Messina non è ancora squadra capace di creare palle gol in serie per il suo centravanti. Una mano arriva da Grillo, che per prima cosa è la mossa tattica di un Auteri che capisce che il Giugliano andava allargato e infastidito nella zona centrale. Grillo largo, Balde tra le linee e la difesa campano deve rompersi perdendo le misure. Il numero 7 giallorosso firma l’assist con un bel cross, poi gestisce bene un paio di palloni importanti anche se resta frenato dall’atteggiamento fin troppo remissivo della squadra nella seconda parte di ripresa. Piccoli passi, che devono essere moltiplicati per far aumentare i giudizi positivi. Vale per Grillo, vale per tutti. Una vittoria, però, non cambia quanto detto nelle scorse settimane, sarebbe incoerente e sbagliatissimo. Il Messina non si è trasformato in una squadra perfetta, anzi ha mostrato gli stessi difetti già visti e lo ha fatto contro un avversario tosto ma inferiore rispetto a quelli affrontati in precedenza, Viterbese esclusa. La crescita dovrà essere esponenziale, soprattutto visto il mese pieno zeppo di scontri diretti e sfide dove fare punti. Nessuna tabella, ma che ottobre sia il mese che dirà tanto sul futuro prossimo del Messina resta clamorosamente evidente.
Daga 6,5: la parata nel finale sul tiro secco di Nocciolini è decisiva, per un portiere che concede ancora qualche ingenuità in mezzo a prestazioni di buona personalità.
Konate 6: salvataggio sulla linea di porta decisivo quando Piovaccari fa fuori tutta la difesa, portiere compreso. Per il resto tiene bene la posizione e lotta caparbiamente contro Oyewale. (dal 38′ s.t. Versienti s.v.)
Camilleri 5,5: più in difficoltà di altri, perde più di un duello con Piovaccari poi esce per un acciacco. (dal 22′ s.t. Ferrini 6: entra in un momento delicato, è bravo a calarsi subito in partita e guidare la linea senza esitazioni)
Filì 6: partita complicata perché Piovaccari e Salvemini sono clienti difficili, qualche pecca c’è ma la prestazione è ampiamente sufficiente. Sempre coraggioso nella ricerca dell’anticipo.
Fazzi 6,5: calciatore assolutamente fondamentale per questa squadra. Lotta, urla, corre e rincorre. Sbaglia pochissimo, prova anche a farsi vedere in attacco.
Fiorani 6: bravo a giocare sempre a servizio della squadra, tatticamente è imbrigliato da un De Rosa sempre nella giusta posizione.
Marino 6,5: sempre in cattedra, sempre a testa alta. Qualche pallone lo sbaglia anche ma più per colpa di qualche passività di troppo dei compagni. Dirige il centrocampo con grande personalità, il suo sguardo è sempre rivolto in avanti.
Fofana 5: anonimo. Non è il calciatore dello scorso anno, sia dal punto di vista fisico che qualitativo. (dal 1′ s.t. Grillo 6: rompe il ghiaccio con l’assist della vittoria, poi la squadra si abbassa troppo e ne risente anche lui)
Balde 6: più brillante del solito, forse stimolato dalla pressione delle critiche. Alcuni scambi con Curiale sono interessanti, ma non mancano alcuni errori.
Curiale 6,5: i compagni gli concedono due occasioni da gol, lui risponde con un palo e la rete decisiva. Questo è l’impatto che Auteri e Pitino gli chiedono. (dal 22′ s.t. Iannone 5,5: visti gli ampi spazi concessi nel finale avrebbe potuto fare meglio)
Catania 5,5: un paio di accelerazioni senza un finale concreto, ha i mezzi per dare molto di più alla squadra. (dal 16′ s.t. Trasciani 6: concretezza, qualche ruvidezza per una prestazione di alta sostanza)
GIUGLIANO Viscovo 6; Berman 5 (dal 16. s.t Di Dio 5,5), Zullo 5,5, Poziello 5,5; Iglio 6, Gladestony 6, Ceparano 5,5 (dal 16′ s.t. Ghisolfi 5,5), De Rosa 6 (dal 31′ s.t. Scanagatta s.v.), Oyewale 5,5 (dal 31′ s.t. Rizzo s.v.); Piovaccari 6 (dal 24′ s.t. Nocciolini 5,5), Salvemini 6. All. Di Napoli 6
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale