Latina-Messina, quando la preparazione incontra l’opportunità
Pubblicato il 26 Febbraio 2023 in Primo Piano
L’altra faccia della medaglia. Il Messina che passa a Latina è smaliziato, ben messo in campo e con un preciso piano partita. Funziona tutto e la vittoria, oltre a essere meritata, rappresenta la miglior versione stagionale dei giallorossi. Terza in trasferta per una squadra grondante personalità.
ORGANIZZAZIONE – Vittoria doveva essere. Il pareggio deludente contro la Fidelis Andria andava spazzato via, non solo nel risultato ma anche nella prestazione. Non per qualità punto e basta, ma anche per atteggiamento e capacità di lettura della partita stessa. Il muro su cui i giallorossi sono rimbalzati contro i pugliesi non è presente al Francioni dove, però, lo spartito presenta difficoltà ben diverse. Latina più aggressivo e volenteroso nel cercare di avvolgere e colpire. Messina che ci mette un quarto d’ora a prendere la misure a Riccardi e che spegne ogni velleità della squadra di Di Donato. Piano preciso ed evidente nella fase senza palla: squadra che decide di spezzarsi in due lasciando il quartetto offensivo alto per limitare le avanzate dei difensori avversari e provare ad allungare un Latina che, quindi, è costretto a lasciare spazi sulla metà campo. Il resto deve difendere e sacrificarsi: Mallamo si prende la scena per la bravura con cui aiuta Celesia nei momenti difficili e stoppa Carissoni quando tenta di avanzare palla al piede. Dall’altra parte Berto domina in un lungo e in largo nella sfida con Furlan. Sterilità manifesta per il Latina e Messina che prende campo e dominio mentale della partita. Incanalata verso il piano deciso, così il secondo ingrediente necessario è la pazienza. La fase di possesso è brillante, anche più veloce e meno statica della precedente uscita. Più spazi aiutano – ovvietà del calcio -, ma c’è pure una maggiore intensità. Perché dagli errori si impara, anche al netto delle dichiarazioni di facciata. Gioco delle parti. Marino ne diventa simbolo venendo scaricato dei compiti difensivi e potendo giocare con maggiore libertà. Palleggia con qualità ed è puntuale nell’attacco degli spazi. La rete lo dimostra, ma prima c’è un gran lavoro: il possesso è pulito, ragionato e mai forzato. Quando Ferrara alza la palla verso Kragl non è improvvisazione, ma un movimento preciso. Perez è scalato con il tedesco che attacca la profondità, sponda e risposta per permettere a Kragl di mettere qualità dove necessario. Il suo tocco di esterno è perfetto e spiazzante, Marino non deve sbagliare. La cosa migliore la fa scegliendo bene i tempi dell’inserimento. Tutto bello e congegnato. Evidente come questi movimenti siano figli di una attenta preparazione durante la settimana: allungare l’avversario, creare spazio e sfruttare la lentezza della linea laziale. Sì, perché la difesa del Latina è fisica ma pachidermica quando deve scalare e farla muovere diventa decisivo.
SANGUE VIVO – La pazienza, dicevamo, è uno degli ingredienti che il Messina mette in campo. Non forza mai e attende il momento per colpire. Non c’è fretta, non serve e la solidità difensiva tranquillizza. La percezione di non poter subire gol diventa realtà, tanto che quando Raciti (voto 7) sceglie di aumentare la quantità a scapito della qualità la squadra non si schiaccia e non soffre. Il Latina è pochissima cosa sia per demeriti suoi che, soprattutto, per l’organizzazione dei giallorossi. Il raddoppio arriva su palla inattiva, una delle armi che squadra ha dimostrato di avere. Bravo Kragl, bravissimo Trasciani che si prende la scena e strappa una rete che aumenta il livello – già alto – delle sue ultime prestazioni. Con Auteri prima, con Raciti adesso, lui è sempre tra i migliori per rendimento e attaccamento. Due lampi offensivi in una gara fatta di grandissima organizzazione e di duelli individuali vinti. Terza vittoria in trasferta e 10 punti in quattro partite. Inversione di tendenza totale rispetto a un girone d’andata fatto di zero punti e una sola rete lontano dal San Filippo. Nessuna casualità legata ai grandi numeri, ma precisa reazione alle azioni effettuate. Il mercato ha portato qualità e personalità, di quella pesante e fondamentale in momenti della stagione del genere. La crescita su questo piano era necessaria per non farsi schiacciare anche dalla pressione legata all’obbligo di far risultato, peso che aumenta quando i punti ottenuti non sono sempre quelli massimi. La sconfitta col Cerignola seguita dalla vittoria di Agropoli, il pari con l’Andria a cui si risponde col successo di Latina. Due indizi che fanno una prova: questa squadra ha carattere da vendere. Fondamentale, perché nessuna idea tattica può avere vita senza un sangue che scorre pieno nelle vene. Poi, ci sono le caratteristiche e quello che il campo suggerisce. Viterbese, Gelbison e Latina hanno commesso il grande errore di provare ad aggredire il Messina, una squadra che sembra non aspettare altro per buttare sul piatto le proprie contromosse. Un’idea che funziona vista la qualità offensiva che si esalta negli spazi. Contro l’Andria tutto il contrario e la mancata reazione ai problemi è stata pagata. Certo, gli episodi hanno girato tutti al contrario, ma anche quello fa parte del gioco. Il calendario presenterà altre sfide sulla scia di quella contro la Fidelis, perché sul cammino del Messina ci saranno formazioni che potranno accontentarsi del pari per respirare. Impossibile accettare di accomodarsi sul tipo di partita deciso dagli avversari o di doversi arrendere alla partita sporca. Che capiterà sempre, ma che non deve essere una premessa. L’intensità è viva e presente in questa squadra, dopo averla esaltata negli spazi occorre sfruttarla pure per disequilibrare gli avversari che tendono a chiudersi. Come? Con la qualità, anche quella di un Ragusa non ancora eccellente ma in crescita. In attacco ci prova due volte – la seconda su un servizio straordinario di Marino -, ma pecca ancora in lucidità. Il segnale che rinsalda la speranza che possa presto diventare decisivo arriva, però, da una rincorsa. Nel secondo tempo, quando il Latina trova un corridoio centrale e lui non molla la presa e recupera palla nella propria metà campo. La leadership è questa cosa qui e non serve dimostrarla a parole, contano fatti come questo.
Fumagalli 6: ordinaria amministrazione e davvero poco altro, merito di una linea difensiva perfetta. Quarto giallo in nove partite, un po’ eccessivo.
Berto 6,5: prende subito le misure a Furlan e lo annulla. Dalla sua parte non si passa mai.
Trasciani 7: perfetto nel corpo a corpo con gli attaccanti avversari, bravo pure a spendere un giallo nel momento giusto. La rete è il premio a un periodo di grande impegno e applicazione.
Ferrara 6,5: guida la linea con autorità e personalità, non sbaglia nulla ed è prezioso pure in fase di impostazione.
Celesia 6,5: soffre Riccardi per una decina di minuti, poi capisce come frenarlo e finisce col dominare il duello.
Fofana 6: ordinato, sporca tanti palloni e non ne spreca nessuno.
Mallamo 6,5: primo tempo di grandissima applicazione difensiva, con uscite puntuali per dare una mano importante a Celesia. Bravo da schermo e lucido nelle giocate. (dal 20′ s.t. Konate 6: entra in uno di quei momenti di gara che lo esaltano di più, risponde presente)
Kragl 7,5: i due assist non sono neanche la cosa migliore della sua partita. Perfetto nei movimenti senza palla, bravo negli aiuti e nel mettere sotto pressione il diretto marcatore. Il tocco per Marino è delizioso. Svaria, non dà riferimenti e incide in ogni azione offensiva. (dal 33′ s.t. Grillo s.v.)
Marino 7: esonerato da compiti prettamente difensivi è giocatore utile e decisivo. Attacca bene gli spazi e viene premiato con una rete e un’altra sfiorata. Lavora bene senza palla e porta ottimamente il primo pressing. (dal 16′ s.t. Fiorani 6: dinamismo e agonismo quando servivano. Mentalità sempre positiva)
Ragusa 6: ancora lontano dall’essere decisivo e quando attacca si nota che vorrebbe incidere maggiormente. Le cose più belle, però, le fa quando capisce che la squadra ha bisogno di una corsa all’indietro in più. Gesti da leader. (dal 16′ s.t. Versienti 6: come Fiorani entra col giusto spirito e garantisce forza e cattiveria)
Perez 7: partita tatticamente perfetta e tecnicamente preziosa. Il tocco che lancia Kragl verso l’assist a Marino mostra una consapevolezza sempre utile in casi del genere. Spalle alla porta difende decine di palloni e apre spazi importanti per i compagni. (dal 33′ s.t. Curiale s.v.)
LATINA Tonti 5,5; Carissoni 5,5, Esposito And. 5, Calabrese 5, Esposito Ant. 5 (dal 1′ s.t. Celli 5,5); Riccardi 5,5 (dal 25′ s.t. Rosseti 6), Di Livio 5,5, Amadio 5,5, Furlan 5 (dal 16′ s.t. Peschetola 5,5); Belloni 5 (dal 1′ s.t. Fabrizi 5,5), Ganz 5. All. Di Donato 5
*foto copertina: Acr Messina – sito ufficiale | ph. Francesco Saya