Non c’è più tempo per perdere terreno. Il pareggio col Monterosi è già il passato per un Messina che torna al San Filippo per trovare una vittoria interna assente da gennaio. Pescara in piena cura Zeman e avversario di altissimo profilo, ma i valori non contano più quando devi solo vincere.
UNA VITTORIA PER SPERARE – Conto alla rovescia partito e che recita meno sette giornate all’alba. Se sarà di gioia o di attesa per gli spareggi che verranno lo dirà – molto più che probabilmente – l’ultimo passo di questo cammino. Un punto e nessuna rete nelle ultime tre sono bottino avvilente di un Messina interno che ha trovato, però, il giusto riscatto lontano dallo Stretto. Vittorie con Gelbison e Latina più il pari col Monterosi che – al netto di quanto mostrato in campo – va accolto come fisiologico in un percorso tanto lungo e intricato. I passi falsi con Cerignola, Andria e Monopoli, però, pesano come macigni perché la somma finale non terrà conto di varie, eventuali e sfracelli della gestione precedente. Conterà il punteggio alla trentottesima e ogni punto lasciato per strada peserà. Il finale di stagione lima le differenze, così la posizione in classifica o la rosa di formazioni come Monopoli o Pescara conta davvero pochissimo. In più, questo Messina è diventato squadra da parte sinistra della classifica. Lo dicono risultati e media punti da primi cinque posti. La continuità, però, è caratteristica premiante delle rose migliori, quelle che nella parte alta ci stanno dall’inizio alla fine. I giallorossi non sono stati baciati dalla dea della continuità, ma adesso devono trovare lo scatto definitivo per agganciare una salvezza non impossibile. Scontri diretti in arrivo, ma di incroci caldi ne è pieno il calendario. Così, mentre il Messina affronterà il Pescara ci saranno Turris e Gelbison in un derby campano di fuoco e il Taranto che cercherà guarigione a Viterbo. Insomma, un mercoledì che potrebbe diventare di rilancio vero per il Messina. La strada è una sola: vincere. Senza pensare al Pescara, a quanto sia forte e mettendo da parte tutti i piccoli problemi di casa propria. Il tempo è scaduto, troppe poche giornate rimaste per rallentare ancora e continuare a sperare. Vincere per restare in corsa. Già così, infatti, occorrerà una grande mano dagli altri campi. Senza un successo – discorso che vale per le settimane a seguire – si comincerà a entrare nel campo dei miracoli.
LA MIGLIOR FORMAZIONE POSSIBILE – Fuori dai convocati resta il solo Fofana fermato dal Giudice Sportivo per due turni dopo la sciocca espulsione rimediata col Monterosi. Nelle dichiarazioni pre gara – affidate all’ufficio stampa del club – il tecnico Raciti ha aperto alla possibilità di qualche modifica per buttare in campo energie nuove. La prestazione di Kragl e Ragusa a Viterbo è stata mediocre: il primo per lo smaltimento non definitivo di un fastidio, il secondo per una condizione che non cresce. E che non aiuta, perché la testa ne risente. Settimana da tre sfide con trasferta a Potenza sullo sfondo. Un match che un mese fa sembrava scontro diretto crocevia e che oggi, invece, sembra sfida non più dal significato “dentro o fuori” per entrambe. Conta poco, perché – come detto – il Messina deve vincere sempre. Esagerazione? No, perché i giallorossi sono ancora terzultimi e devono viaggiare verso Torre del Greco e Taranto. Quanto sia forte il Pescara, allora, non è considerazione che può pesare. La miglior squadra possibile, sempre e comunque. In difesa Berto e Celesia larghi, in mezzo Ferrara potrebbe cambiare partner con Ferrini in vantaggio su Trasciani. A centrocampo Mallamo farà coppia con Fiorani, anche se Konate è opzione validissima. Marino dalle quotazioni in calo, allora è Balde l’uomo perfetto per il ruolo da trequartista. Kragl a destra ci sarà, Ragusa è meno sicuro – in caso contrario toccherà a Iannone – ma la sua titolarità resta solida. In avanti Perez favorito con Curiale che si candida vista la capacità di attaccare la profondità. Che sarà terreno fertile, perché di fronte c’è un Pescara che sta assimilando i concetti zemaniani. Con qualche limite: tipo quello di alzare eccessivamente la linea vista una coppia centrale molto fisica e non velocissima. Il calcio di Zeman è storia nota, non ha bisogno di presentazioni e verrà interpretato esattamente come immaginate. Qualche dubbio resta sulle scelte: Rafia è squalificato, così in mezzo si apre una posizione da occupare. Si parte dalla difesa, però, con Cancellotti che potrebbe tornare a destra con Mesik e Brosco in mezzo. A centrocampo Germinario per Rafia, con lui Aloi e Palmiero. In avanti Lescano ci sarà, ai suoi lati Cuppone e Kolaj sono in vantaggio rispetto a Merola.
MESSINA (4-2-3-1) Fumagalli; Berto, Ferrara, Ferrini, Celesia; Fiorani, Mallamo; Kragl, Balde, Ragusa; Curiale. All. Raciti
PESCARA (4-3-3) Plizzari; Cancellotti, Brosco, Mesik, Milani; Aloi, Palmiero, Germinario; Cuppone, Lescano, Kolaj. All. Zeman
*foto copertina: Acr Messina – sito ufficiale | ph. Francesco Saya