Potenza-Messina: chi non crede nell’incredibile, non è un realista

Pubblicato il 20 Marzo 2023 in Primo Piano

Tatticissima. La vittoria del Messina a Potenza arriva al termine di una sfida fatta di mosse, contromosse e letture vincenti. Raciti non sbaglia nulla e capisce come attaccare e quando è tempo di duellare a tutto campo. E Perez ci porta a lezione da centravanti. Successo vitale, ma il difficile arriva adesso.

LE BASI DELLA VITTORIA – Il destino nelle proprie mani. Sì, un po’ era già così, ma adesso la salvezza del Messina passa, soprattutto, dal Messina. Vincere al Viviani ha portato i giallorossi fuori dalla zona playout e la banalità suggerisce che a Ragusa e compagni “basterà” vincere sempre per non dipendere da cosa faranno gli altri. Banale, perché non è possibile sentirsi al sicuro pensando di poter – e dover – solo vincere. Il calendario prevede una grande scalata, poi pericoli sotto traccia ma meno diretti. L’incrocio infuocato arriva sabato, quando al Liguori il Messina deve evitare di perdere per non farsi scavalcare da una Turris all’ultima chiamata. Lo aveva detto Raciti che questo blocco di calendario sarebbe stato decisivo. Il Messina ci arriva con l’umore al massimo e la classifica che sorride, merito delle due vittorie in pochi giorni contro Pescara e Potenza. Non banali o scontate, che portano entrambe la firma di Balde e che hanno il tratto comune del chirurgico tempismo in fase di finalizzazione. La partita del Viviani è molto tattica, lo si intuisce dalle formazioni iniziali con Raffaele che passa al 4-3-3 per appoggiarsi su Balde e giocare uomo contro uomo in mezzo al campo con Del Pinto e Talia a duellare con Fiorani e Konate. La risposta di Raciti parte dalla conferma della formazione che aveva battuto il Pescara: non solo negli 11, ma anche nelle modalità. Quartetto difensivo guidato da Ferrara con Hélder Baldé a mettere Caturano nella sua lista di centravanti annullati (Iemmello e Lescano gli altri due). I due mediani non hanno timore nel giocare sull’uomo, con i quattro davanti che restano incaricati di innescare la manovra offensiva. Il primo tempo è fatto anche di sofferenza, perché Del Sole è ispirato e viene coinvolto con continuità. Peccato, per lui, che c’è davvero poco di pericoloso nelle sue azioni personali. Il Messina comprende che dal numero 10 avversario sarebbero arrivate le punture peggiori, ma chiude le linee di passaggio e Fumagalli deve impegnarsi più su confusione da palla inattiva che altro. E lo fa benissimo, come tante volte gli è capitato in stagione. Più faticoso ripartire, anche se la vera grande occasione è giallorossa: Kragl taglia dentro il campo quando Armini deve mollarlo per un problema fisico – uscirà all’intervallo – e premia il grande movimento di Perez che inganna la linea lucana sul lato debole. Poi, sbaglia… oppure no? Poteva fare di più? Difficile e il vero merito è quello di Sbraga che crede di poter fare un salvataggio impossibile.

CAMBI PERFETTI – La partita di Perez è di quelle quasi perfette. Quel “quasi” è figlio della rete non arrivata, ma anche il primo tempo è una vera lezione di come si interpreta il ruolo di centravanti. Si muove, porta fuori posizione i suoi marcatori, ci mette tecnica e sacrificio per esaltare i compagni. Il secondo tempo lo porta in cattedra: è insegnante da cui imparare quando detta il passaggio a Kragl e col suo taglio a uscire porta fuori i centrali del Potenza. Il tocco per Balde è delizia pura per tecnica e tempi di esecuzione. Il numero 10 fa il resto, come ormai gli capita con continuità. Come già visto contro il Pescara. Il vantaggio del Messina suggerisce a Raffaele di tornare sui suoi passi e passare al consolidato 3-5-2. Ecco, questo è il momento in cui Raciti (voto 7) reagisce dando vita alla partita più tattica possibile. Nessun cambio difensivo, ma precisa scelta di giocare a specchio e uomo contro uomo a tutto campo. Aveva perso Celesia e scelto Trasciani, ci aggiunge Ferrini per una difesa a cinque che è costretta a non poter appoggiare perché di interpreti diversi non ce ne sono in rosa. Sì, c’è Versienti ma tornerà utile dopo. Il Messina si sistema per vincere i duelli individuali e ci riesce, soprattutto, a centrocampo dove Fiorani e Konate – a cui si unisce Marino – giocano una partita di grande impegno mentale. La resistenza non fa rima con sofferenza, perché il Potenza non crea praticamente nulla e fa male solo sulla punizione di Laaribi. Pochino. Il Messina non rinuncia ad attaccare e, infatti, la scelta del doppio centravanti serve per allungare gli avversari e giocare sulle seconde palle. Una sfida di profonde azioni tattiche. Il raddoppio i giallorossi lo segnano con Hélder Baldé, ma Bonacina fischia qualcosa che è chiaro solo a lui. Fallo di chi? Quando? Forse era al contrario, forse il fischietto è una cosa seria e portarlo non è per tutti. Infatti, poco dopo casca nel tranello di Schimmenti aiutato dal movimento solo ingenuo di Konate. Un rigore che non avrebbe possibilità di esistenza nemmeno in un universo parallelo in cui a essere punite sono le cattive intenzioni. Caturano lo fallisce e il calcio mette giustizia. Una vittoria essenziale, in una giornata decisiva. I successi di Taranto e Giugliano allontanano le due squadre dalla zona rossa, non una cattiva notizia per il Messina che allo Iacovone dovrà andarci all’ultima giornata. Sabato sarà il giorno della verità: la squadra di Raciti va a Torre del Greco, la Gelbison giocherà sul campo di un Picerno lanciatissimo e il Taranto cerca gli ultimi punti salvezza in casa con l’Avellino. Lo scenario migliore – per l’immediato e per le sfide future – è abbastanza scontato per tutti, inutile parlarne. Dal Liguori passa il destino, ma non del tutto perché il Messina ha aggiunto alla chance di poter lottare fino alla fine quella di poter chiudere in anticipo ogni discorso. Un piccolo vantaggio che rende possibile gestire, ma nessun obbligo di farlo. Una posizione da difendere e un vantaggio – sulla penultima – da controllare con attenzione. Dalla disperazione alla possibilità vasta di salvezza. Questa è già un’impresa.

Fumagalli 6,5: primo tempo impegnativo in cui è bravo a essere sempre attento e reattivo.

Berto 6,5: a destra oppure a sinistra cambia poco, perché dalla sua parte non si passa. Crescita esponenziale per un 2003 che, in teoria, sarebbe un difensore centrale.

Baldé 6,5: cattivo e puntuale nel corpo a corpo con Caturano, potrebbe raddoppiare ma sbuccia la palla giusta. Quando la calcia bene l’arbitro ha già fischiato.

Ferrara 6,5: ordine, organizzazione e letture anticipate dei movimenti avversari.

Celesia 6: fatica a contenere Del Sole sul primo passo, più bravo a metterci una pezza. Esce all’intervallo. (dal 1′ s.t. Trasciani 6: una grande chiusura che ferma un contropiede lanciato dei lucani, poi senso della posizione e nessun fronzolo)

Fiorani 6,5: dai suoi piedi parte l’azione del gol, nella sua partita c’è tutto quello che un mediano deve dare. Garanzia.

Konate 7: il rigore che Bonacina gli fischia contro è inesistente, per questo il voto non può essere influenzato da un grave errore del direttore di gara. Chiude tutto, gioca con lucidità ed è sempre presente in zona palla.

Kragl 6,5: si accende a sprazzi, quando lo fa serve a Perez una palla gol clamorosa e innesca il duetto tra lo stesso Perez e Balde per la rete della vittoria. (dal 17′ s.t. Ferrini 6: non perde mai le distanze, tiene la posizione e chiude tutto)

Balde 7: e sono sette. Dopo un girone d’andata in cui non sembrava essere un calciatore, lo spagnolo diventa il fattore più incidente della rimonta giallorossa. Non solo una questione di giusto ruolo, ma una svolta mentale che non può non avere l’imprinting di Raciti. (dal 17′ s.t. Marino 6: tatticamente perfetto, prova a mettere anche qualità per la manovra offensiva)

Ragusa 6: tanta corsa e sacrificio, pure una palla da buttare in rete in acrobazia, ma una chiusura difensiva gli toglie la gioia. In crescita. (dal 23′ s.t. Zuppel 6: sempre positivo il suo modo di entrare in partita e lottare)

Perez 7,5: il miracolo di Sbraga è la beffa che gli nega un gol meritato. Inutile pensare a cosa non è stato, perché nella sua partita pesano molto di più le cose fatte benissimo. Svaria su tutto il fronte, si porta a spasso Sbraga e Girasole, con cui duella e vince. Poi, su un movimento a uscire trova il tocco di prima che serve a Balde la palla della vittoria. Cattedratico. (dal 41′ s.t. Versienti s.v.)

POTENZA Gasparini 6; Hadziosmanovic 5,5, Sbraga 6,5 (dal 31′ s.t. Schimmenti 5,5), Girasole 5,5, Armini 5 (dal 1′ s.t. Verrengia 5); Del Pinto 5 (dall’11’ s.t. Rocchi 5,5), Laaribi 6, Talia 5,5; Del Sole 6 (dall’11’ s.t. Logoluso 5,5), Caturano 4,5, Di Grazia 5 (dal 12′ s.t. Murano 5). All. Raffaele 5,5

*foto copertina: Acr Messina – sito ufficiale | ph. Francesco Saya

Commenta

navigationTop
>

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi