Vincere senza guardarsi intorno. Contro il Foggia per iniziare, poi ripetersi ancora. Per il Messina l’unica strada per mantenere la Serie C resta quella di mettere in fila successi e non soccombere sulla via dei rimpianti. I conti si faranno alla fine e sveleranno l’incontestabile verità del campo.
CONCENTRATI DALL’INIZIO – Blindato, anzi blindatissimo. Settimana di porte chiusissime per un Messina che decide di affidare la propria comunicazione a produzioni in house. Strano, perché in un momento tanto delicato della stagione sarebbe stato interessante capire sentimenti, pensieri e idee di Raciti e non solo. Da spazzare via la sconfitta di Torre del Greco: un 3-0 pesante nel punteggio e nelle conseguenze, coi giallorossi finiti allo spareggio col Monterosi dopo la penalità di 2 punti inflitta agli stessi laziali e la modifica della classifica. Graduatoria da non guardare con ossessione, quasi quanto calendario proprio e degli avversari. Non importano. Le energie sono così poche che serve solo tirare fuori il massimo e ottenere quanti più punti possibili. Quelli che serviranno al Messina potrebbero essere 7 oppure 8, magari 9, forse altri ancora – sarebbe incredibile – e questa incertezza spiega quanto sia difficile far calcoli. Vincere è l’unica cosa davvero utile, l’unica circostanza che non farà mangiare le mani a Ragusa e compagni. Perché in questa fase dell’annata la cosa da evitare è il rimpianto: ricordo dolente di qualcosa sfuggito via. Conta poco, infatti, fare la lista dei distinguo e suddividere gli orrori della prima metà di stagione da alcuni scivoloni della seconda. No, alla fine dell’ultima giornata tutto questo non conterà. A pesare saranno i punti che diranno quale posizione e quale destino toccherà al Messina. Una verità che non ammetterà contestazioni. Cammino pieno di trappole quello dei giallorossi che ripartono da un Foggia arrivato alla quarta gestione, ma sempre capace di tirare fuori il meglio di sé. Circostanze simili, infatti, non suggerirebbero una squadra al sesto posto e con ancora podio o quarta piazza nel mirino. Valori important: tecnici e non solo. Che sono serviti per andare oltre alle dimissioni di tre allenatori e di un caos di scelte societarie ripetute. Delio Rossi torna a Foggia e ricomincia da Messina. Che squadra sarà con lui lo si capirà dalla prossima giornata, quella del San Filippo è sfida buona per studiare e comprendere. Quadro che non conforta i giallorossi, consapevoli di trovarsi davanti a un avversario di pura sostanza e sferzato dall’ennesimo ribaltone. Anche rinfrancato, perché con Somma le cose non è che filassero proprio in armonia e accordo. Ostacoli che si sovrappongono per un Messina che, però, deve pensare alla propria prestazione quasi a prescindere da chi ci sia di fronte. Le ultime due uscite sono state più simili di quanto si possa credere, anche se diametralmente opposte negli esiti. Potenza e Turris hanno il filo comune di un approccio non perfetto: lento in Basilicata, passivo in Campania e quei dieci minuti in cui si sarebbero potute subire due o tre reti dicono tutto. Impossibile una terza edizione di questo Messina, perché far girare il vento come accaduto al Viviani non è sempre possibile e finire sotto come con al Liguori sarebbe mortifero. Avversario forte ed esperto questo Foggia per dargli anche il vantaggio nel punteggio.
SOSTITUIRE KRAGL – Difficile affidarsi alla lista dei convocati visti i precedenti in cui l’undici iniziale ha rivelato che tra quelli chiamati c’erano già degli indisponibili. Si va un po’ per logica e un po’ per continuità. Con un paio di certezze: squalificato Trasciani, assenti – oltre Kragl – anche Iannone (per lui dovrebbe trattarsi di un attacco influenzale e che, tra l’altro, era stato sostituito nel finale di Torre del Greco per quello che sembrava essere un acciacco) e Marino. Il primo tempo di Potenza è stato fatale per un Celesia che lavora per recuperare e ritrovare una maglia, l’assenza di Trasciani limita le alternative così Versienti sale nel borsino per un posto tra i titolari. In difesa e anche in attacco, perché l’attitudine dell’ex Taranto lo candidano pure per il ruolo di vice Kragl. Più sul pezzo di Grillo e maggiormente adatto al compito rispetto a Fiorani (che resta, comunque, opzione possibile): l’uomo che, quindi, potrebbe rappresentare il giusto equilibrio almeno dall’inizio. L’assenza del tedesco peserà come un macigno: il suo problema muscolare è di quelli da gestire con intelligenza. Serve subito, ma servirà ancora di più in caso di spareggi playout. Avvertenza da ricordare, perché giocare e rischiare di farsi male per un lungo periodo sarebbe vera mazzata. Non ci sarà col Foggia, forse tornerà col Picerno ma forzare i tempi è il tipico cattivo consiglio. Solo guarito potrà essere utile. Rientra Perez dopo il brutto attacco febbrile dello scorso weekend e il Messina ritrova almeno un punto di riferimento. In porta Fumagalli, davanti a lui sono sicuri di una maglia Berto sulla destra con Hélder Baldé e Ferrara in mezzo. A sinistra, come detto, dipende da Celesia: se il ragazzo scuola Torino sarà a disposizione toccherà a lui, in caso contrario ci sarà Versienti. In mezzo al campo Konate insidia Mallamo per un posto accanto a Fofana, ma la qualità del mediano in prestito dal Parma è arma sempre importante. Balde sulla trequarti, Ragusa a sinistra. Formazione che sembrerebbe fatta per 9/11 e dubbi da sciogliere solo domenica mattina. Nel Foggia si riparte dal 3-5-2 che ha funzionato con Gallo e in parte con Somma. Delio Rossi non vuol stravolgere e neanche potrebbe dato che ha diretto un solo allenamento. Poi, solo conferenze e viaggio in direzione Sicilia. Squalificato Di Noia in mediana, non convocati Di Pasquale, Vacca e Petermann mentre torna a disposizione Costa. In porta Thiam, poi terzetto difensivo con Leo, Kontek e Rutjens favorito su Markic. A destra c’è un Garattoni da 8 reti e 3 assist in stagione, a sinistra Costa parte un passo avanti rispetto a Rizzo. In mezzo al campo si contano i superstiti: Odjer a fare da schermo, poi Frigerio a lavorare sugli inserimenti e Schenetti che potrebbe ancora adattarsi nel ruolo di mezzala di qualità. In attacco l’unico certo di una maglia pare Ogunseye, con lui dovrebbe toccare a Peralta. Meno probabile – almeno dall’inizio – l’impiego di Beretta e Iacoponi.
MESSINA (4-2-3-1) Fumagalli; Berto, Baldé, Ferrara, Celesia; Fofana, Mallamo; Versienti, Balde, Ragusa; Perez. All. Raciti
FOGGIA (3-5-2) Thiam; Leo, Kontek, Rutjens; Garattoni, Frigerio, Odjer, Schenetti, Costa; Ogunseye, Peralta. All. Rossi
*foto copertina: Acr Messina – sito ufficiale | ph. Francesco Saya