Messina-Giugliano, Modica: «Vogliamo vincere, ma non conosciamo il nostro stadio»

Pubblicato il 14 Ottobre 2023 in Sala Stampa

Pari contro la Casertana in archivio, per il Messina è già tempo di tornare in campo. Ancora San Filippo come palcoscenico, avversario un Giugliano fresco del cambio di allenatore – l’ex Bertotto – e reduce dalla vittoria sul Taranto. Giacomo Modica presenta la sfida nella conferenza pre gara.

IL CAMPO – La parte finale della conferenza del tecnico giallorosso regala la prima vera sferzata verso il contorno che circonda il club. Un Giacomo Modica che ringrazia la società Camaro per la grande disponibilità nel concedere L’Ambiente Stadium per gli allenamenti della sua squadra, ma che analizza come ci sia parecchia differenza – soprattutto nelle distanze – con il San Filippo. Un campo che, quindi, il Messina non conosce: «Conosciamo tutti le problematiche della città e voi le vivete più di me, soprattutto quelle del calcio. Il mio problema non è giocare ogni tre giorni, ma altro. Io cerco sempre un campo per allenare, chi vuole intendere intenda. Non cerco scuse quando sbagliamo e non arrivano i risultati, ma io questo campo non lo conosco. Le misure, le distanze sono diverse rispetto a dove ci alleniamo noi. Sarebbe fondamentale potermi allenare qui, invece un giorno siamo da una parte poi altrove. Poi, al mattino e il giorno dopo al pomeriggio. E devo sempre ringraziare la società del Camaro che ci dà l’opportunità. Questi sono i miei problemi. Da anni è così e nessuno fa nulla. Poi, magari, pretendono i risultati. Per quelli ci vuole organizzazione. Noi dobbiamo poterci allenare bene».

AVVERSARIO DURO – Basterebbe questo per riassumere la conferenza del tecnico mazarese, che non si abbandona a uno sfogo ma fa una precisa denuncia su quelle che sono le carenze strutturali della città, in primis. Una situazione su cui si dibatte da sempre, ma che non sembra trovare soluzioni immediati. Il campo, poi, diventa quello su cui si giocherà e contro un avversario tosto come questo Giugliano: «Non lo vedo come uno scontro diretto, è troppo presto. Siamo tutte vicine, ci mancano 4/5 punti che ci avrebbero messo in alto ma non avrebbe significato che siamo una squadra da vittoria del campionato. Per cui, è presto per parlare di scontri diretti. Siamo consapevoli che la strada tracciata è giusta, che abbiamo toppato la sfida col Sorrento ma a questa squadra chiedo miglioramenti senza rimproveri. Gli errori li fanno tutte le squadre. Per applicazione e volontà sono soddisfatto, dobbiamo tornare a fare risultato pieno. Il Giugliano è una squadra in crescita, nelle ultime due ha rimontato trovando 4 punti. Ha avuto un po’ di difficoltà ma è una buona squadra. Dobbiamo essere bravi a fare la partita che ci potrà far esprimere al meglio, metterla sui binari che preferiamo. Però, il Giugliano gioca un buon calcio che gioca a ritmi alti. Ci serviranno tutte le forze: mentali, umane e tecniche. Solo così faremo un campionato degno del nostro nome».

GESTIONE EMMAUSSO – Chiusura dedicata a un singolo: Michele Emmausso. Sferzato dal tecnico nell’analisi post Casertana, la cui gestione non pare così semplice per cercare di tirare fuori il meglio dalle sue prestazioni: «È un ragazzo stupendo, abbiamo un rapporto meraviglioso. Lo tratto come un figlio, quindi bastone e carote. Forse, con più bastonate. Da lui voglio di più, pretendo di più. Sa benissimo che posso lasciarlo fuori, come accaduto a Vibo. Dai più bravi voglio di più, può capitare di steccare uno o due partite, ma i grandi la terza non la sbagliano mai. Lui non ha problemi tecnici, perché in questo campionato sa giocare a calcio come nessuno. Non nel Messina, ma nell’intero campionato. Ho bisogno del migliore Emmausso, ma non so se la strada giusta è quella di mandarlo in panchina o farlo giocare. Deciderò all’ultimo, ma deve capire che è speciale e che deve darci qualcosa di diverso. Deve darci 30 partite di livello, mi aspetto il quid in più. Mi hanno sempre insegnato che quelli bravi trascinano. Devo stimolarlo, devo trovare il modo e onestamente non so quale sia il modo migliore. Ci penserò fino alla fine».

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