Messina-Benevento: il solito Fumagalli, i soliti Emmausso e Ragusa

Pubblicato il 6 Novembre 2023 in Primo Piano

Colpo di testa di Improta e Messina steso da un Benevento forte e smaliziato nell’indirizzare la sfida nel momento giusto. Giallorossi che giocano una partita viva ma piena di piccoli errori che pesano. Giunta perde una marcatura, Fumagalli alza muri e Ragusa spreca. Emmausso? Effimero.

Non basta. Il livello di questa Serie C è troppo alto per un Messina acceso ma distratto. Prestazione particolare quella della squadra di Giacomo Modica (voto 5,5), perché quella di squadra è una delle migliori per applicazione e intensità. Una volontà di gruppo che, però, è piena zeppa di prestazioni individuali che faticano a raggiungere la sufficienza. Pesano errori che incidono sul risultato, come quello di Giunta che perde la marcatura di Improta e trasforma una prova da quasi migliore dei suoi a decisivo in negativo. Uno svarione che pesa meno sul giudizio complessivo del calciatore, perché l’attitudine mostrato dal ragazzo messinese va rispettata. Diverso il discorso quando si cambia protagonista: il Messina ha un serissimo problema di produzione offensiva. Plescia non basta e continua a soffrire di solitudine. Lui combatte, fa a sportellate e diventa pure tatticamente bravo nell’abbassarsi. Il resto, però, è inesistente. Cavallo sfrutta la chance che il minutaggio offre per tornare in campo, ma è il solito disco rotto che alla lunga stanca. Non salta l’uomo, non innesca la catena di destra e quando può concludere è sfiatato. Un giovane a cui concedere attenuanti e tempo. Chi, invece, non può averle sono Ragusa ed Emmausso. Il numero 10 zampetta sempre con eleganza, ma non c’è consistenza. Scelte sbagliate da mettere in fila, forzature tecniche e quella sensazione di non poter mai incidere. Quando si illumina accende la stanza, ma Ragusa spegne tutto. Modica aveva cambiato con Emmausso trequarti per innescare le punte. Lui esegue quando tocca e imbuca per il capitano: controllo, dribbling per calciare in sicurezza e palla fuori. Un errore non deve diventare una condanna. Però, diventa naturale iniziare a chiedersi quando questi calciatori inizieranno a incidere davvero. Somma di errori che si mescolano con la capacità del Benevento di essere squadra concreta e solida. Andreoletti vuole un primo tempo meno pressante, poi cambia un paio di pedine e cambia anche ritmo. Quando accelera il Messina barcolla e anche chi stava facendo benino – Polito – deve regalare metri e occasioni. Più forte il Benevento, anche termometro di quello che il girone offre e richiede. La pretesa di un campionato del genere è quella di avere massima applicazione, attenzione e intensità. Modica deve incidere – adesso che le settimane torneranno tipo – nella fase di preparazione, la squadra deve rispondere con prestazioni di ben altro livello. Il numero degli errori deve essere limato, quasi azzerato. Questo Messina resta una squadra dal buon potenziale, ma per trasformarsi in mediocre – nella singola partita e in generale – basta bucare un paio di giocate. La continuità nell’errare è il peggiore dei difetti possibili.

Fumagalli 7
Para il parabile e l’imparabile. Per i miracoli, probabilmente, si sta attrezzando.

Lia 5,5
Grande difficoltà nel contenere un avversario diretto come Masciangelo, come spesso accade non viene premiato il suo continuo correre verso il fondo del campo.

Manetta 5,5
Primo tempo in controllo, nella ripresa la vivacità di Bolsius e l’esperienza di Marotta lo mettono in netta difficoltà.

Polito 5,5
Più calato nel ruolo di centrale rispetto alla corsia. Gioca una partita ordinata, ma soffre quando deve sentire l’avversario. Ferrante lo aggira e la traversa salva tutto. Marotta gli scappa da tutte le parti. Ci mette impegno.

Ortisi 5,5
Il caso terzino è, forse, un non caso dato che lui si applica e gioca anche discrete partite. Soffre nel difendere quando servono letture da difensore puro, ma nel corpo a corpo lotta come pochi. Questo un discorso quasi generale, nello specifico contiene bene Improta e regge quando Bolsius passa dalle sue parti. Peccato per un secondo giallo fin troppo gratuito.

Scafetta 6
Tatticamente gioca una partita di grande applicazione. A uomo su Agazzi fino a sfiancarsi. Prova anche ad accompagnare l’azione e trova una conclusione su cui avrebbe potuto fare di più e meglio.

Franco 5,5
Sicuramente è l’uomo capace di mettere equilibrio tra i reparti. Però, deve riuscire a dare di più nei tempi di gioco e nella qualità della circolazione.

Giunta 5
La sua è una buona partita che viene, però, condita dalla marcatura persa in occasione della rete avversaria. Una sbavatura che costa carissimo. Errore a parte, gioca la solita partita intensa e applicata.

Cavallo 5
Le chance aumentano, il rendimento è insufficiente. Non salta mai il diretto avversario, tatticamente si applica ma non arriva mai la giocata giusta.

Plescia 6
Fa a botte col trio difensivo avversario e ne prende pure tante. Prova in tutti i modi a incidere, aiuta tornando indietro e mettendo qualità e lucidità dove non c’è. Non può far tutto lui.

Emmausso 5,5
Deve dare, assolutamente, di più. Ci prova due volte, serve una palla clamorosa a Ragusa che poi spreca. Non è la prestazione in sé a essere in discussione, ma la somma di prove senza concretezza.

Buffa 5,5
Si piazza nel cuore del gioco, ma non va oltre un compitino che, però, non basta.

Ragusa 5
L’impegno è massima, la resa minima. Un avversario come il Benevento non concede molte occasioni, lui ne trova una incredibile e la sbaglia nettamente.

Firenze, Luciani, Zammit s.v.

BENEVENTO Paleari 6; El Kaouakibi 5,5, Pastina 6,5, Berra 6,5 (dal 37′ s.t. Benedetti s.v.); Improta 7 (dal 32′ s.t. Capellini s.v.), Talia 5,5 (dal 1′ s.t. Bolsius 6,5), Agazzi 6, Masciangelo 6,5; Ciano 6 (dal 17′ s.t. Kubica 6), Karic 6; Ferrante 5,5 (dal 1′ s.t. Marotta 7). All. Andreoletti 7

*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya

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