Messina, rottura prolungata: il Foggia passa con Peralta e Salines
Pubblicato il 19 Novembre 2023 in Primo Piano
Nessuna reale reazione. Messina che cade ancora, stavolta è il Foggia ad approfittare del letargo continuato dei giallorossi. Palle inattive che diventano devastanti per una squadra priva di ogni traccia caratteriale. Quinta sconfitta nelle ultime sei, quarta consecutiva. Tutti in discussione.
PASSIVI E COLPITI – Rivoluzione? No, perché alla fine l’unico escluso resta Michele Emmausso. Panchina per il numero 10, sulla quale si siede anche Plescia ma solo per un fastidio alla caviglia. Tocca a Zunno dover interpretare il ruolo di prima punta. In un tridente che vede – per la prima volta in stagione – Marco Firenze sulla corsia mancina. Su quella opposta c’è Ragusa. Non cambia modulo, quindi, Giacomo Modica che spende il centrocampo più muscolare a disposizione con Scafetta e Giunta ai fianchi di Franco. Sostanza e quantità, anche per reggere contro la linea avversaria ricca di fisicità e buon palleggio. Partita che pare – ma è solo apparenza – aperta e pronta a vivere di folate. Il Foggia prova il primo affondo, ma si trasforma in ripartenza del tridente giallorosso con Ragusa che scarica su Firenze: destro molle e Nobile blocca. Questa l’azione migliore della manovra offensiva di un Messina che perde presto campo ed è costretto ad assistere al possesso – più che sterile – del Foggia. Squadra di Cudini che, però, riesce anche sfiorare il vantaggio nonostante un attacco meno che mediocre. Ci vuole, però, una palla inattiva e un difensore: Riccardi prende il tempo a tutti e schiaccia di testa, Ragusa sulla linea stoppa e spazza. Copione che si ripete quando Carillo colpisce da pochi passi e Fumagalli respinge, sul pallone arriva Di Noia che calcia a botta sicura ma trova nuovamente Ragusa a deviare. Tutto inutile, perché dal corner seguente arriva il contatto tra Manetta e Carillo che per Gigliotti vale il calcio di rigore. Peralta apre il mancino, Fumagalli intuisce ma è 1-0. Prime tre palle inattive calciate dal Foggia: due salvataggi sulla linea di porta e un rigore concesso. Marcature rivedibili. Come tutto il primo tempo di un Messina solo meno inerme rispetto a quello visto una settimana fa contro il Latina. Come reazione ci sarebbe di meglio, emotivamente e tecnicamente. Anche perché il Foggia non ruba l’occhio e convince ancora meno. Manifesto diventa la rete divorata da Peralta nel finale: Tonin lavora bene un pallone sulla sinistra – malissimo Polito nell’occasione -, scarico per Tounkara che non calcia per servire l’argentino in posizione migliore. Il numero 10 dovrebbe solo appoggiare con Fumagalli già spiazzato, ma mette a lato. Primo tempo in archivio.
TUTTI FERMI – Nessun cambio a inizio ripresa per un Modica che, però, muove le pedine con Firenze e Scafetta che invertono la propria posizione. Ricerca, chiara, di maggior velocità sulle corsie. Teoria. Nella pratica si riparte da dove ci si era fermati, col Foggia che sterilmente tiene palla e arruffa la manovra offensiva. Se dalle parti di Fumagalli arriva un pericolo, quindi, è più frutto di disordine casuale che altro. Messina che si ferma a un mezzo cross sbilenco di Ragusa e poco altro. Modica tira fuori Salvo e Scafetta, dentro Pacciardi – con Polito che va a destra – e Cavallo. Gli addendi cambiano, ma il risultato è sempre zero: il numero di occasioni create. Personalità questa sconosciuta, perché le colpe andranno addossate su Modica ma questa rosa non pare avere il pregio della forza caratteriale. Travolti dal solito destino del calcio messinese, così anche un Foggia balbettante è ostacolo insormontabile. Il tempo ci sarebbe anche, ma la mezz’ora rimasta sul cronometro dopo i primi cambi deve essere giocata con una diversa applicazione e, soprattutto, con una cattiveria agonistica mai vista fin qui. Ragusa pare capire il destino perdente dei suoi e, allora, si desta: discesa e slalom sulla sinistra, palla a Zunno che perde due giorni per controllare e calciare. Quando il tiro parte è potente ma centrale, Nobile respinge corto e poi è reattivo nell’uscire su Cavallo. Sussulto, a cui il Foggia risponde col raddoppio. Vezzoni ci prova dal limite, ma una deviazione manda in corner. Arma letale per i rossoneri: Peralta crossa sul secondo palo, Giunta perde Salines che può colpire trovando la risposta di Fumagalli. Sulla respinta ci va ancora Salines – e nessun difensore -, sinistro beffardo che si insacca tra palo e portiere. Il conteggio si aggiorna, quattro palle inattive: due salvataggi sulla linea, un rigore concesso e una rete. Manifesto indiscutibile della totale assenza di carattere e personalità. Altro che concetti tattici. A questo Messina manca la volontà di esistere all’interno della partita. Modica rispolvera anche Emmausso per un evanescente Firenze. Può iniziare, quindi, la fase dei commenti visto che il campo non racconta più nulla, se non una conclusione di Emmausso e un mancato tap-in di Cavallo. Quinta sconfitta nelle ultime sei gare, quarta consecutiva per una squadra che pare totalmente impreparata rispetto al peso che la categoria richiede di sopportare. Una caduta libera che ha trovato accelerazione nell’ultimo mese, come se la luce si fosse improvvisamente spenta facendo disperdere gli sprazzi positivi visti in alcune uscite. Tutto male, tutto sbagliato. Errori su errori ma, soprattutto, uno scarico caratteriale inaccettabile. Che non rappresenta, poi, nemmeno la figura emotiva di Giacomo Modica. Che, però, deve riflettere sull’incapacità di questa squadra di mettere in pratica un sistema provato e riprovato da mesi. In più, dovrà riflettere pure sulla propria volontà di non modificare alcune dinamiche fin troppo complicate per un gruppo – da lui avallato e in parte scelto – rivelatosi mediocre. Perché il campo vale più di presunti valori sulla carta. Tecnico che sale, per forza di cose, sul banco degli imputati. Facile che paghi per primo, ma lo storico di Sciotto racconta che le agonie di novembre e dicembre (degli anni scorsi) siano figlie anche del suo impasse. Ci sarà gennaio per riparare? Chissà. Intanto, il Messina sprofonda in classifica tenendo dietro il mediocre Brindisi e un Monterosi, però, in risalita e avversario in trasferta tra due settimane.
FOGGIA – MESSINA 2-0
MARCATORI Peralta su rigore al 38′ p.t.; Salines al 20′ s.t.
FOGGIA (3-4-1-2) Nobile; Riccardi, Carillo, Salines; Garattoni, Martini (dal 40′ s.t. Rossi), Di Noia, Vezzoni (dal 18′ s.t. Frigerio); Peralta (dal 28′ s.t. Schenetti); Tounkara (dal 18′ s.t. Embalo), Tonin (dal 40′ s.t. Idrissou). (Cucchietti, De Simone, Papazov, Vacca, Agnelli, Odjer, Fiorini). All. Cudini
MESSINA (4-3-3) Fumagalli; Salvo (dall’11’ s.t. Pacciardi), Polito, Manetta, Ortisi; Scafetta (dall’11’ s.t. Cavallo), Franco, Giunta; Ragusa (dal 34′ s.t. Luciani), Zunno (dal 34′ s.t. Plescia), Firenze (dal 24′ s.t. Emmausso). (De Matteis, Ferrara, Darini, Tropea, Santoro). All. Modica
ARBITRO Gigliotti di Cosenza
NOTE Ammoniti Ortisi, Manetta e Rossi. Corner 5-2. Recupero 3′ e 5′.
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya