Monterosi-Messina: metti da parte la paura, vivi in fondo l’avventura

Pubblicato il 2 Dicembre 2023 in Primo Piano

Orgoglio e dignità. Contro il Monterosi è scontro per evitare l’ultimo posto – al netto del Brindisi -, ma per il Messina il vero obiettivo deve essere quello di allontanare l’assuefazione a resa e sconfitta. Sul banco degli imputati – oltre al tecnico – c’è una squadra che deve dimostrarsi ancora sul pezzo.

CONTA VINCERE – Un solo punto nelle ultime sette partite, una rete che manca da oltre un mese – dal 3-3 di Crotone – e una vittoria persa nel tempo. Mai trovata, comunque, lontana dal San Filippo. Quadro fin troppo somigliante a quello della passata stagione. Anche nei punti, dato che Auteri si fermò a 11 punti e li trascinò fino alle dimissioni pre natalizie. Modica ha, ancora, un mese di tempo per non ricalcare in toto il cammino del predecessore, ma il calendario non pare dalla sua parte. Vabbè… questo girone non sembra poter regalare avversari morbidi, così il calendario diventa un orpello che non fa la differenza. A partire, tra l’altro, dal Monterosi ultimo in classifica. Occasione d’oro, si potrebbe pensare, ma la squadra di Taurino ha mostrato più vivacità di tante che stanno sopra. Messina compreso. Una vittoria dei laziali farebbe rima con sorpasso, coi giallorossi che potrebbero non sprofondare in fondo solo grazie al cuscinetto Brindisi. I pugliesi, in settimana, hanno cambiato passando dall’esordiente Danucci al pluri esperto Roselli. Se funzionerà lo dirà il tempo. Intanto, al Messina il compito di non legare agli altri il proprio destino da ultimi della classe. Come? Vincendo. Sì, perché al Bonolis di Teramo – campo di casa del Monterosi – la squadra di Modica non può avere un risultato diverso dal successo. L’allenatore – pur prendendo per buone le conferme a mezzo stampa del presidente Sciotto – resta in bilico: a dirlo sono i risultati e la loro spietatezza. L’alchimia tra le idee del tecnico e la squadra non è scattata, con il campo che ha dato più di una conferma. Capita, perché l’estremismo tattico richiesto rischia di trovare forti resistenze. All’inizio, forse, inconsce; poi figlie di una distanza che non si è mai colmata. Anzi, acuita fino a diventare glaciale. La squadra non recepisce – e forse neanche vuole -, l’allenatore mantiene salde alcune richieste. Polarizzazione totale e prestazioni che dicono che la rivoluzione è l’unica possibilità. Indipendente dalle prossime quattro partite, perché da gennaio serviranno nuovi protagonisti. Rosa che mostra parecchie lacune comportamentali prima che tecniche, così non saranno Monterosi, Catania, Potenza e Monopoli a cambiare il destino. Al massimo potrebbero cambiare quello di Roma e Modica. Perché al netto delle conferme, ci sono i risultati. Servono punti, almeno 6, poi servirà correre il doppio degli altri nel 2024. Valige per tanti, ma questo non giustifica nulla perché questo è il momento di mostrarsi davvero professionali. Rosa non così scarsa come ha provato a far credere, per questo le responsabilità dei calciatori sono tante e da sottolineare. E per questo, poi, ci si aspetta da loro una reazione che soddisfi, in primis, l’amor proprio.

NULLA DA INVENTARE, SOLO DIMOSTRARE – Monterosi avversario da non sottovalutare, ma – in fin dei conti – si tratta sempre dell’ultima in classifica. E, forse, non a caso. Lo scorso anno i laziali si salvarono all’ultimo respiro, con l’estate poco foriera di evidenti miglioramenti tecnici. Anzi, l’inizio sotto la guida di Romondini è servita per schiantarsi sul fondo senza mostrare nulla di positivo. Taurino ha cambiato le carte, trovando anche due vittorie pesanti visti gli scalpi di avversari diretti come Sorrento e Virtus Francavilla. Ultimi, ma non per prestazioni. Chiedere al Benevento per conferme. Un 3-5-2 molto elastico, con fasce che lavorano in maniera opposta e con uno sbilanciamento sulla destra. Attacco con Vano e Costantino a mettere peso, ma gli acciacchi hanno fatto trovare nuovi equilibri con la leggerezza tecnica di Silipo e l’applicazione di Ekuban. Insomma, Taurino può pescare da una rosa fatta di gente motivata e che non sembra volersi arrendere all’ultimo posto. Il contrario – in tutto e per tutto – della situazione del Messina. Smentire questa tesi toccherà alla squadra, a un gruppo di calciatori che dovrà mettere da parte malumori – comunque non giustificati – per salvare la propria faccia e la classifica del Messina. Difficile, per Modica, far quadrare una formazione titolare vista la moria di scelte in mezzo al campo: squalificato Franco, out Buffa e Giunta, oltre a Lia. Così, la conferma del 4-3-3 pare possibile con conferme in difesa rispetto alla sconfitta contro la Juve Stabia, a cui far seguire una mediana con Frisenna, Firenze e Scafetta: gli unici a disposizione. Poco da inventare anche in attacco dove Plescia dovrebbe essere accompagnato da Ragusa e Zunno. La possibile modifica, poi, potrebbe essere rappresentata da un centrocampo più abbottonato e magari da mostrare in un 4-4-2 con Scafetta laterale e Cavallo preferito a Zunno sulla corsia. Meno probabile, comunque cambierebbe poco senza la giusta testa. Sì, perché questa non è partita da tatticismi ma da carattere e volontà di reagire. Una reazione che, come detto, servirebbe per tornare a essere orgogliosi di quanto fatto e ottenuto.

MONTEROSI (3-5-2) Mastrantonio; Tartaglia, Mbende, Sini; Frediani, Di Francesco, Parlati, Fantacci, Bittante; Ekuban, Silipo. All. Taurino

MESSINA (4-3-3) Fumagalli; Polito, Manetta, Ferrara, Ortisi; Frisenna, Firenze, Scafetta; Ragusa, Plescia, Zunno. All. Modica

*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Certo

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