Messina-Cerignola, quel senso di allarme continuamente ignorato
Pubblicato il 8 Gennaio 2024 in Primo Piano
Capire i segnali. La sconfitta del Messina contro il Cerignola può essere incasellata tra quelle episodiche, ma il campo ha detto che questa rosa necessita di interventi sul mercato mirati e immediati. Modica mischia le carte per restare in partita, ma le opzioni restano minime e mediocri.
SBAGLIANO TUTTI – Il tempo per le attese, anche verbali, è finito. La casa inizia a bruciare e usare toni molto più preoccupati diventa lecito. Il Messina deve accelerare oggi per non piangere domani. La sconfitta contro il Cerignola ha molti padri, a differenza di quello che raccontano i luoghi comuni. In campo si è vista una squadra capace di commettere errori non accettabili in un campionato professionistico e pensare che possano essere addossati in toto a Giacomo Modica (voto 5,5) è davvero ridicolo. Fa parte, però, della guerra di religione in atto ogni stagione in casa giallorossa. Come se non fosse un gruppo coeso, come se l’obiettivo non fosse comune. No, si viaggia per compartimenti stagni e mai per provare a essere la soluzione ma sempre per non essere il colpevole. Peccato, per loro, che nel calcio – ma vale anche per la vita di tutti i giorni – si vince e si perde tutti insieme. Se lo ricordassero e iniziassero a parlare in maniera intonata. Ambiente compreso. Soffermarsi sull’impegno della squadra nonostante l’inferiorità sarebbe inutile data l’evidenza della cosa. Come la sensazione che questo Cerignola fosse alla portata di una squadra in 11 e maggiormente attenta. Il tema mercato, però, diventa più pressante di quanto accaduto in campo e le cose restano collegate dato che uno dei motivi per cui il Messina cade contro il Cerignola è la totale assenza di alternative. Un solo difensore in panchina, un dodicesimo di 17 anni e che non ha mai entusiasmato gli addetti ai lavori. L’espulsione di un terzino apre alle sperimentazioni future dato che il sostituto sembra avere il foglio di via in mano e sul mercato si insegue il miraggio La Vardera. Temi già noti, problemi da risolvere in tempi brevissimi per dare a Modica una ventina di giocatori a disposizione per la trasferta di Caserta. Dove, comunque, non ci saranno un paio di squalificati. Under, tra l’altro, ma questo è un altro discorso. La gara contro il Cerignola mostra un Messina propositivo ma azzoppato da sé stesso. Gli episodi che inchiodano sono tre e mostrano forti colpe dei calciatori. Eh sì, proprio loro. Il sistema difensivo sarà anche spregiudicato, ma serve sempre lucidità quando si analizza e non pregiudizio. Le due reti arrivano a difesa schierata, l’azione del rosso a Ortisi da una palla inattiva a favore che viene battuta male e a cui si reagisce peggio. Nel dettaglio: Firenze per Frisenna è uno schema inattuabile dato che – vista la qualità – sarà sempre più reattivo il difendente dell’attaccante. Poi, dopo la respinta il Messina guarda e il Cerignola scappa via con due tocchi banali. Le due reti, invece, sono orrende da sopportare. Sulla prima Pacciardi decide di rompere la linea per accorciare sulla zona palla, ma non ha i tempi per farlo e non fa altro che lasciare Manetta solo e senza armi per difendersi. Il raddoppio mostra una squadra affaticata dalla voglia di recuperare palla ma attirata come api dal miele mentre Tascone guardava lucidamente i movimenti dei compagni. Il tema, quindi, resta quella della qualità della rosa. Non sufficiente per l’obiettivo salvezza se le prestazioni dei singoli e di squadra sono queste. Assolutamente inadeguata se il mirino è puntato altrove. Ai playoff, per citare chi questo club lo possiede. Che non è un atto banale, perché non si possono sempre archiviare come folcloristiche le dichiarazioni del proprietario.
TEMPO DI DECISIONI PRECISE – Sciotto ha parlato di un sogno – per onestà – più che di un obiettivo, ma per realizzare i desideri occorre dare una mano al destino. E il Messina non l’ha fatto, perché pensare di intervenire sommando Rosafio (tra i migliori in campo) e un paio di under senza minuti nel calcio vero non è la strategia migliore possibile. Colpa di Roma, di Modica, di Sciotto. Di tutti e di nessuno. Come sempre è caccia all’uomo che ha sbagliato di più. Sia mai, come detto, che si pensi a come correggere le cose. Modica è stato chiaro dicendo che il mercato non è più affar suo, “chi vuol farlo lo faccia” è un messaggio che ha due destinatari: Roma per la velocità di esecuzione e Sciotto per l’esborso. Che dovrà esserci, perché vivacchiare sul milione o poco più investito in estate non sembra garanzia di tranquillità. Perché le altre si muovono e la classifica – dopo i successi di Sorrento e Potenza – si è spezzata. Chi cita il lavoro messo in atto da Juve Stabia e Picerno vive nel mondo della superficialità, perché i campani hanno una rosa omogenea nella spesa – che comunque è di quel poco maggiore per avere più qualità -, mentre la squadra di Longo è più o meno la stessa da quasi 4 anni. Inoltre, più del 15% dell’investimento del Messina serve per coprire un singolo contratto. Ciò significa che il restante della rosa – 23 elementi fino a dicembre – costava meno di 900 mila euro e anche questa cifra andava suddivisa in cifre non omogenee tra esse. Insomma, picchi in alto e in basso che creano una rosa complessiva dalle differenze profonde. Occorre, quindi, equilibrare il pacchetto totale per avere differenze ridotte. Esempio: se esce Franco – che comunque stava giocando sotto la sufficienza – ed entra Scafetta la distanza di esperienza è fin troppa. Soprattutto, se pensate che il resto delle opzioni – al netto delle assenze attuali – portano i nomi di Giunta o Buffa. Giochino che si potrebbe fare in ogni ruolo. La colpa sarà sicuramente di Roma che tra prendere Loftus-Cheek o Scafetta ha scelto il secondo. Ironia per smorzare, ma è chiaro come alcune scelte del ds non siano risultate vincenti. Come rischia di ritorcersi contro anche quella dell’attesa di profili come La Vardera o l’idea di individuare un profilo under e interamente pagato dal club di appartenenza per il ruolo di vice Fumagalli. Idea che, comunque, prende vita dalle possibilità di spesa previste che mirano a investire in altre zone di campo. Peccato, però, che il dodicesimo sia già una priorità. Prova ne è il brividino occorso quando Fumagalli, dopo pochi minuti, ha manifestato un fastidio muscolare poi rientrato.
RISTRUTTURAZIONE PROFONDA – Priorità è una parola che, però, può essere spesa per ogni ruolo. La squalifica di Ortisi spinge Polito – dato che Tropea non sembra far più parte del progetto – verso una maglia da titolare a Caserta. Sempre che non arrivi qualcuno (si spera) in questa settimana. Parentesi: tutto questo discorso spera di diventare anacronistico grazie a interventi di mercati chiusi tra oggi e domani. Chiusa parentesi. Prendendo a esempio la distinta della gara contro il Cerignola, quindi, non ci sarebbero alternative nel pacchetto difensivo. Quattro a disposizione per quattro posti. Ferrara e Darini dovevano andar via, ma i sostituti dovevano arrivare prima della Befana. Come il terzino. Cose già dette. Priorità, appunto, ma nessuno si illuda siano le uniche. A centrocampo serve maggiore peso ed esperienza per non gravare sui soli Firenze e Franco. In attacco, invece, Rosafio è un innesto eccellente ma non è ancora chiaro se il resto verrà confermato. Attenzione, non sarebbe certamente sbagliato azzerare tutto. Davvero tutto. Emmausso – in barba a possibili smentite – potrebbe partire, mentre Cavallo avrebbe meritato una bocciatura immediata per lasciare spazio nella lista dei 24. Un discorso che andrebbe replicato per Buffa. Il problema, però, non è mai chi va via ma con chi lo sostituisci. Purtroppo per il Messina, infatti, pensare di spendere cifre simili alle attuali indovinando il giovane di turno è esercizio fin troppo rischioso (soprattutto a gennaio). Servono certezze, ma la qualità costa. Il calendario in arrivo presenta salite e scontri diretti, insomma un blocco di partite da non sbagliare. Per farlo, però, serve una rosa completata in tempi brevi. Dispiace puntare il mirino sui giovani, ma quelli del Messina non sono all’altezza per giustificare la strategia del minutaggio. Negli altri anni non è stato così e, infatti, fu difesa la linea perseguita. Anche in questo caso occorre lucidità: individuare giovani migliori per insistere su questa raccolta fondi promossa dalla Lega Pro non è facilissimo, inoltre questa squadra necessita di esperienza e qualità, non di scommesse. Quindi, o si trovano un paio di ventenni con un centinaio di presenze in categoria (che costano e trovarli a gennaio è quasi impossibile) oppure occorrerà prendere atto che difendere la Serie C sia più importante dei contributi.
Fumagalli 6,5
Un brivido quando sembra soffrire un problema muscolare, poi sempre attento quando chiamato in causa. Impallinato senza colpe in occasione delle due reti.
Salvo 6
Tiene bene nell’uno contro uno nonostante i clienti siano complicati, ancora troppo impreciso palla al piede.
Manetta 5,5
La linea difensiva è sempre troppo disordinata e la trappola del fuorigioco non funziona mai.
Pacciardi 5
Nell’azione della prima rete decide di rompere la linea ma resta nella “terra di nessuno” e spalanca la porta a Malcore.
Ortisi 4,5
Paga per tutti con un rosso che chiude un vero e proprio orrore difensivo.
Franco 5,5
Palla al piede è sempre troppo banale, anche in fase di contenimento fatica a prendere le misure agli avversari.
Firenze 6
Gioca tanti palloni, spesso non in maniera illuminante per colpa di un attacco troppo statico.
Frisenna 5
Tantissimi errori in fase di possesso, leggerissimo quando deve contenere.
Rosafio 6
Buoni spunti anche nel ruolo di seconda punta. Quando si accende fa capire di essere un valore da sfruttare. Crea l’occasione per il vantaggio, ma i compagni sono in ritardo.
Plescia 5
Adesso il caso c’è. Il gol manca da tantissimo, ma anche la prestazione in sé è mediocre e mai utile.
Ragusa 5,5
Bravo quando si sacrifica come terzino per una porzione di primo tempo, ma la sua partita è la solita prestazione piena di piccoli errorini tecnici e con un’intensità che non può far male all’avversario.
Polito 6
Un paio di anticipi fatti bene, poi anche l’assist per la rete del pari.
Zunno 6,5
La sua partita è imperfetta perché continua a non prendere la decisione giusta nel momento giusto, ma trova la rete del pareggio e mette una vivacità che era stata del tutto assente in attacco.
Scafetta 5,5
Mediocre come altre volte in stagione. Le qualità ci sono, ma vanno espresse.
Emmausso 5,5
L’atteggiamento non è quello giusto. Un altro giallo inutile, ma anche una gran giocata per trovare il pari. Non basta e resta sulla lista dei partenti.
Giunta s.v.
CERIGNOLA Krapikas 6; Coccia 5,5 (dal 27′ s.t. Tentardini 6), Capomaggio 5,5, Gonnelli 6, Russo 6; Ruggiero 5,5 (dal 36′ s.t. Sosa s.v.), Tascone 6,5, D’Ausilio 6,5 (dal 44′ s.t. Bezzon s.v.); D’Andrea 6,5, Malcore 6,5, Leonetti 5,5 (dal 28′ s.t. Sainz-Maza 5,5). All. Tisci 6
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya