La sfida col Taranto? Importantissima. L’incrocio con la squadra di Capuano diventa crocevia per un Messina che si avvicina a un doppio scontro diretto decisivo. Un passo alla volta, con la consapevolezza di dover stringere i denti in attesa che il mercato completi la rosa a disposizione di Modica.
TRA CAMPO E MERCATO – Gara dopo gara, certamente, ma saper guardare in prospettiva fa sempre la differenza tra vivacchiare – e sperare di ottenere qualcosa in più di una salvezza risicata – e avere una meta definita. Vale per il campionato, ma potrebbe essere concetto da replicare in senso più ampio e generale. Anzi, è proprio così. La partita contro il Taranto è una di quelle da segnare in rosso sul calendario: perché Capuano resta ex dal dente avvelenato e anche perché quello pugliese rappresenta uno degli scogli più appuntiti su cui evitare di sbattere. Pugliesi ambiziosi in estate, leggermente ritoccati in inverno ma pur sempre formazione da piazzamento a ridosso delle prime cinque in classifica. Il Messina arriva alla sfida più ricco di Signorile e Civilleri, due comprimari (sulla carta) che dovranno essere bravi a saper dare il loro contributo quando chiamati in causa. Soprattutto il centrocampista ex di giornata, perché la sua esperienza e fisicità sono elementi fin qui assenti in una mediana più di governo che di lotta. Almeno in teoria. Due innesti che si sommano a Rosafio, Zona e Piana, ma che non formano un mercato totalmente soddisfacente. Tema spigoloso questo, dato che la strategia messa in atto dal Messina – e raccontata – ha creato due rette parallele che hanno il destino scritto di non incrociarsi. Il punto di equilibrio – richiesto più volte, anche a tutela di un professionista come il ds Roma – sembra, però, essere stato trovato. Lo dicono le parole ufficiali del club. Che non godono, però, dello scarico della classica volontà vittimistica e pregna di sindrome da accerchiamento. Paranoie e strategie per creare nemici immaginari a parte, poi, va preso atto dell’intenzione di mettere un paravento (anche se trasparente) per oscurare il dibattito e concentrarsi sul lavoro utile a regalare una rosa definitiva e completa in ogni reparto al tecnico. Che resta la cosa più importante, visto che la difesa anela di un rinforzo che sia qualcosa di vicinissimo ai titolari Manetta e Pacciardi. La concorrenza serve sempre e una rosa che sa stimolarsi durante la settimana aiuta ad avere una squadra sempre più performante. Come detto, l’innesto di Civilleri torna utile per un reparto che pare diventare sempre più quello decisivo per il futuro dei giallorossi. Se il modulo visto a Caserta troverà continuità, infatti, servirà un duo di centrali sempre in grado di reggere la presenza di quattro punte e capace di costruire e accompagnare. Non si vive di sole modifiche, per questo una conferma del 4-3-3 non modificherebbe il discorso: centrocampo che deve dare di più nella fase di accompagnamento della manovra, sulle seconde palle e sulla finalizzazione. Tutte caratteristiche che il Civilleri di Licata aveva mostrato.
INFLUENZA E SQUALIFICHE – La febbre è stata grande protagonista in casa Messina: Marco Firenze quello più colpito e la sua presenza resta in fortissimo dubbio. Un grosso problema, anche perché il centrocampo ha già certamente perso Franco, fermato dal Giudice Sportivo. Tornano Scafetta e Ortisi, come Lia che è pienamente stabilito e nell’allenamento congiunto di metà settimana contro la Messana (ultima in Eccellenza, finale 1-1) ha ricoperto il ruolo di centrale di centrocampo. Chissà… a proposito, incrocio amichevole che ha visto brillare un Frisenna che si candida per una maglia da titolare. Con Giunta probabilmente, anche se la carta Firenze va tenuta in considerazione fino alla fine. Ah, la premessa non va dimenticata e dice che il Messina dovrebbe ripartire dal 4-2-3-1. Meno dubbi in difesa dove Salvo resta la prima scelta sulla destra, con Manetta e Pacciardi in mezzo e il ballottaggio tra Polito e Ortisi sulla sinistra. Sì, l’ex Casarano è un under a cui si fatica a rinunciare, ma con la presenza di Salvo e il rientro di Frisenna gli slot di partenza da riempire sono quasi completi. La terza maglia va in direzione Zunno, con l’ex Piacenza che potrebbe ripartire dalla sinistra o traslocare in zona centrale con il ritorno di Ragusa tra i titolari. In caso contrario? Plescia più di Luciani, anche per scuotere un centravanti che – a oggi – deve finire al centro delle riflessioni sull’attacco. Intoccabili? Rosafio ed Emmausso. Dubbi e assenze che riguardano anche casa Taranto: Capuano sarà squalificato dopo le sue (almeno dieci) bestemmie con annesso pugno a una porta, come si legge nel dispositivo del Giudice Sportivo. La sua settimana è stata complicata da altro, però, visti gli addii di Romano – finito al Giugliano – e, soprattutto, Antonini. Il difensore brasiliano riempito di offerte da mezza Serie B – più quella ricchissima del Trapani in D -, ha finito per accettare quella del Catanzaro. Saluti e baci, come quelli di Cianci volato a Catania una decina di giorni fa. Pugliesi che non sono rimasti a guardare, tanto che al San Filippo ci sarà l’esordio di Miceli in difesa e De Marchi in attacco. Modulo confermato, così come l’atteggiamento tutto intensità e sostanza. Dimenticate il Capuano visto nella sua parentesi in giallorosso, perché il suo Taranto è costruito a immagine e somiglianza del tecnico. Nessuna deriva spettacolare, squadra solida e concreta, ma anche frizzante e pronta a palleggiare velocemente e in verticale per innescare la tecnica di Bifulco e la rapidità di Kanoute.
MESSINA (4-2-3-1) Fumagalli; Salvo, Manetta, Pacciardi, Polito; Frisenna, Giunta; Rosafio, Emmausso, Zunno; Plescia. All. Modica
TARANTO (3-4-3) Vannucchi; Luciani, Miceli, Riggio; Mastromonaco, Zonta, Calvano, Panico; Kanoute, De Marchi, Bifulco. All. Capuano
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya