Vi ricordate il coro che accompagnava Stefano Pioli a ogni vittoria del suo Milan in marcia verso lo Scudetto nel 2022? Ecco, il tempo è maturo per iniziare a schiarirsi la voce anche dalle parti dello Stretto. Il Messina di Modica è in ascesa e una mastodontica parte del merito è proprio del tecnico.
SICUREZZA TOTALE – Più perfetto di così? Si può, forse. Vittoria pesantissima quella dei giallorossi in casa dell’Avellino, un avversario d’alta quota e dalla forte ambizione. Che al Partenio, però, non passa dal 25 ottobre. Un dato che a Giacomo Modica (voto 8) qualcosa avrà detto. Sicuramente, tanto che la preparazione della partita – poi messa in atto – va nella direzione della sicurezza. Sì, il Messina gioca una partita da squadra sicura di sé. Avellino che non ha mai il pallino del gioco, il possesso è giallorosso e le idee messe in campo sono brillanti da una sola parte. Il modo migliore per minare la testa di un avversario già sotto pressione. Nessun timore reverenziale, nessuna classifica da guardare con eccessivo rispetto. No, il Messina ad Avellino ci va per giocare la sua partita. Che viene fuori quasi perfetta, ma solo perché il quartetto offensivo – orfano di Rosafio – può e deve finalizzare di più. Proprio così, nel giorno in cui il Messina passa ad Avellino e il migliore in campo è Ermanno Fumagalli, il vero rimpianto deve essere quello di non avere messo in ghiaccio la partita. Per qualcuno sarà esagerato, ma oggi questo Messina è squadra che crea e porta il pallone negli ultimi 16 metri con estrema facilità. Non una questione di passivo troppo risicato, perché l’Avellino almeno una rete l’avrebbe anche potuta realizzare, ma proprio la possibilità per questa squadra di segnare ancora di più. Non una critica, quindi, ma una presa di coscienza. Il Messina è diventato difficile da affrontare per chiunque. In difesa le prestazioni sono di alto livello e Fumagalli torna muro. La sensazione di poter soffrire è costante perché l’Avellino crea sin dall’inizio, ma questo aspetto non può rientrare tra le note negative perché soffrire su un campo del genere andava messo in conto. E il Messina ne è consapevole, tanto che accetta alcuni duelli e lotta senza schiacciarsi per tre quarti di partita. Concede solo la percezione di potercela fare ai suoi avversari, in realtà limita le giocate e si affida a Fumagalli quando non può fare altrimenti. Nel finale si abbassa un po’ troppo, ma è fisiologico tanto quanto le scelte che Modica fa al momento delle sostituzioni. L’aspetto offensivo è quello più interessante: ancora fuori Firenze, con Frisenna e Franco a mettere equilibrio visto un quartetto offensivo da far esaltare. Emmausso gioca una partita deliziosa: regista a tutto campo, sempre orientato per tagliare fuori l’avversario e pulito nel tocco. Che è felpato, quasi accompagnato e mai errato. Quello che mette in porta Plescia è pura classe. Se fosse stato sempre in questa versione giocherebbe in altre categorie.
IL 10 AL CENTRO DELLA SCENA – La questione attacco è interessante perché il Messina è orfano di Rosafio, ma non perde spirito offensivo. Ragusa si sacrifica molto, ma quando prova a pungere è troppo fiacco. Questo, però, rientra nell’alveo della valutazione della prestazione personale, ma in quella di squadra il suo peso vale quello di Rosafio. Perché? Perché il Messina adesso attacca in maniera codificata. Che non è una parolaccia, ma quello che Modica ricerca sin dalla scorsa estate. Emmausso è il faro che illumina il gioco e smista sui movimenti dei compagni. Plescia si divora il raddoppio, ma paradossalmente gioca la miglior partita dell’ultimo periodo. Proprio così: lega i reparti, non spreca palloni e vince quasi tutti i duelli. Gli manca cattiveria in area su due bei cross dalla destra e poi fa vincere la paura di sbagliare. E sbaglia. Parentesi nel particolare che si chiude per tornare al generale. Per tornare a Giacomo Modica. Nel post esalta Pazienza e il lavoro dell’Avellino, ha ragione perché gli irpini restano progetto interessante e anche per rimarcare che la sua squadra non ha vinto contro nessuno. Lui ne ha sfruttato le debolezze, concedendo solo le giocate dei singoli e non quelle di squadra. Il suo Messina è organizzato, corto e bravo nel muoversi sempre di gruppo. I reparti riconoscono i propri leader – Manetta, Franco ed Emmausso -, e su di loro si basa equilibrio e sicurezza. La crescita del Messina è arrivata a dicembre quando le scorie fisiche di ottobre e quelle mentali di novembre sono state scaricate. Punti in serie. E l’inizio del 2024 è macchiato solo dalla giornataccia contro il Cerignola. Da Caserta la musica è cambiata in maniera definitiva: Modica ha rotto gli indugi e fatto prevalere la sua lucidità nello stracciare il 4-3-3 più puro per un 4-2-3-1 che mettesse Emmausso al centro del villaggio. Anche tatticamente: trequartista, ma anche centrocampista di regia e finalizzatore. Non difficile, infatti, trovarlo a iniziare l’azione nel cerchio di centrocampo per poi trovarlo in area quando c’è da chiuderla. Quante volte abbiamo citato il numero 10? Parecchie, ma non è certamente un caso. Lui è l’uomo scelto da Modica come primo acquisto. Nella sua testa la stagione si doveva basare sul rendimento di Emmausso. E così è stato. In positivo e in negativo. Ottobre faticoso e novembre disastroso sembrano aggettivi che potrebbero calzare sia al giocatore che alla squadra. Questo dice tanto, forse tutto. Che, oggi, sia brillante e decisivo tanto come e per la squadra non è, assolutamente, un caso.
MIRINO SULLE PRIME DIECI – E, ora, la classifica come va guardata? La vittoria di Avellino si mescola alle cadute di Monopoli, Virtus Francavilla, Foggia e Brindisi. Il vantaggio sul quintultimo posto è di 8 punti (Turris a quota 24), quello sul penultimo occupato dal Brindisi addirittura di 16. La metà di quanto fatto dal Messina. Insistere sul tema salvezza resta corretto, perché l’aritmetica va sempre rispettata ma il flusso calcistico merita lo stesso tipo di riguardo. Il tempo per pensarci e anche poco, perché mercoledì al San Filippo arriva il Sorrento. Uno scontro diretto. Sì, e non ci sono altri nomi per definirlo. Battere i campani significherebbe portarsi a -1 dalla squadra di Maiuri e puntare seriamente il mirino sulla zona playoff. Magari non accadrà e ne parleremo poi, ma da ora in poi questa deve essere la visione che accompagnerà il cammino del Messina. Guardarsi alle spalle col giusto circospetto e, contestualmente, gettare uno sguardo verso l’alto con reale ambizione. Un premio che questo gruppo si merita per il gran lavoro fatto, che Giacomo Modica si stramerita per la tempesta che è stato costretto ad attraversare – anche prendendosi le proprie responsabilità – nei mesi scorsi. Oggi, però, è allenatore che mette in campo una squadra ad alta intensità di consapevolezza tecnica e tattica. Diventata, finalmente, quella che aveva in mente nei giorni della sua costruzione. Il lavoro, chiaramente, non è terminato e il tempo per gli elogi definitivi non è ancora arrivato. Gettare acqua e spegnere tutto non sarebbe, però, molto corretto. Perché quando c’è stato da bacchettare con forza e sulle nocche non ci si è tirati indietro, così è giusto sottolineare i meriti dopo 6 vittorie nelle ultime 10 partite, con una sola sconfitta. Per un blocco che dal 2 dicembre dice: 21 punti sui 30 a disposizione. Meglio ha fatto solo la Juve Stabia con 22. Niente male, niente male davvero.
Fumagalli 8
Un muro. Prestazione perfetta al rientro dopo il turno di squalifica. Disinnesca Patierno e ferma Sgarbi con una copertura ideale dello specchio. Nella ripresa si ripete sul colpo di testa di Cionek. Grande sicurezza anche in uscita. Si becca un giallo che esiste solo negli occhi e nella testa del mediocre Rinaldi.
Lia 6
In crescita dopo il lungo infortunio. Gioca una partita attenta e senza sbavature, quando attacca mette un paio di palloni interessanti.
Manetta 7,5
Mezzo punto in più se lo merita per la rete della vittoria, il voto integrale è tutto frutto di una grandissima prestazione contro il durissimo osso che è l’attacco dell’Avellino. Non sbaglia praticamente nulla e concede pochissimo spazio.
Dumbravanu 6,5
Gioca una partita di buonissimo livello. Un solo errore nel primo tempo quando legge male un rimbalzo e apre la porta a Sgarbi, ma ci pensa Fumagalli. Poi, pochi fronzoli e tanta sostanza. Molto pulito e preciso quando gioca il pallone col suo buon sinistro.
Ortisi 6,5
Il tema terzino sinistro ha divertito per mesi, gli stessi in cui l’ex Casarano è stato capace di crescere e mettere sempre sostanza nel ruolo. Certo, qualche errore nel cammino c’è anche stato, ma sbagliano anche a ben altri livelli. Al Partenio gioca una gara attenta e interessante dal punto di vista tattico.
Frisenna 6,5
Sostanza e qualità. Giocatore totale in mediana dove mette muscolarità quando serve per poi ripulire e giocare con precisione tutti i palloni che recupera. Nel duello individuale è dura saltarlo ed è sempre in movimento per dare una soluzione ai compagni.
Franco 6,5
Squadra in fiducia tecnica e lui può scaricarsi da compiti di impostazione e metterci tutta la sua forza fisica e capacità di ostruire il gioco avversario. Senza palla gioca una partita da masterclass, poi è pulito nel servire Emmausso per far ripartire la manovra offensiva.
Ragusa 6
La sufficienza è tutta figlia di una gran bella partita in fase di non possesso, in quella di possesso, invece, non è mai brillante nello spunto e anche nelle scelte non azzecca sempre tutto.
Emmausso 7
In fiducia. Dominatore tecnico della partita. Fa impazzire Armellino che lo rincorre, bracca, strattona ma non lo prende mai. Gioca sempre sul velluto e non sbaglia un pallone. Vicino al gran gol di mancino, poi lancia Plescia con un tocco delizioso.
Zunno 6,5
Qualche scelta sbagliata continua a esserci, ma questo è, adesso, un giocatore su cui il Messina può contare. Salta l’uomo, prende falli e fa respirare i suoi. Quando punta l’uomo è difficile da contenere.
Plescia 6
Nel giorno in cui si divora in maniera clamorosa un’occasione che era più difficile sbagliare, ecco che va sostenuto. Sì, deve ripartire da questa prestazione. Cuce bene i reparti, corre parecchio e ripulisce tanti palloni che scarica sui trequartisti. Un paio di movimenti sono in ritardo e avrebbe potuto fare meglio. Sotto porta sbaglia perché ha paura di sbagliare. Forza e coraggio.
Scafetta 6
Si sacrifica nel ruolo di terzino, non sbaglia nulla ed è sempre attento.
Firenze 6
Entra in una fase molto delicata ed è bravo a mettere ordine.
Civilleri 5,5
Mossa tattica sulla sinistra, ma la sua interpretazione è fin troppo impaurita.
Luciani e Giunta s.v.
AVELLINO Ghidotti 5,5; Cionek 5,5, Rigione 5,5 (dal 1′ s.t. Dall’Oglio 5,5), Frascatore 5,5; Cancellotti 5 (dal 9′ s.t. Ricciardi 6), De Cristofaro 6, Armellino 5, Tito 5; D’Ausilio 5 (dal 23′ s.t. Rocca 5,5); Patierno 5,5 (dal 23′ s.t. Marconi 5), Sgarbi 5 (dal 23′ s.t. Gori 5). All. Pazienza 5
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya