Messina-Picerno, Modica: «Grande avversario, il maltempo condizionerà»

Pubblicato il 24 Febbraio 2024 in Sala Stampa

Conferenza della vigilia per Giacomo Modica che presenta il match tra il suo Messina e il Picerno di Emilio Longo, squadra seconda in classifica e avversario difficilissimo per qualità e mentalità offensiva.

RIPARTIRE – Nel post Giugliano non c’è stata solo l’analisi di quanto negato dall’arbitro D’Eusanio, ma anche la presa di coscienza che qualcosa aveva funzionato meno dal punto di vista dell’atteggiamento. «La squadra deve trovare quella condizione che l’aveva resa importante agli occhi della città – spiega il tecnico -, una riconciliazione con il bel gioco. Giugliano è stato un incidente di percorso, lo sanno e hanno messo tutto da parte. Hanno lavorato bene. Siamo consapevoli della forza del Picerno, una squadra che sta insieme da due anni con un impianto tattico importante e un allenatore che li fa giocare bene. Non sono secondi in classifica casualmente. Il Picerno è una realtà importante di questo campionato. Ci sarà maltempo e sarà un problema. Siamo due squadre offensive e non saremo aiutati dal clima. Dovremo stare attenti perché inciderà parecchio e non dobbiamo andare sotto perché col campo pesante e il maltempo le partite diventano difficili da leggere, ricordo che con la Juve Stabia che c’era un forte vento e non si poteva più giocare. Calciavi a destra e la palla andava in direzione opposta. Credo, che non sarà una partita bella da vedere. L’importante sarà essere sul pezzo e divertirci come nell’ultimo periodo». E su come sta la squadra e le possibili scelte il tecnico non regala grosse anticipazioni: «Sono tutti a disposizione tranne Pacciardi, certamente qualcuno sta meno bene ma posso scegliere senza grossi limiti. Sono tutti abili. Alcune decisioni verranno prese all’ultimo momento. Salvo ha reagito bene allo stop forzato – continua Modica -, anche se la squalifica è stata pesante rispetto a quanto accaduto. Un ragazzo che ha commesso un’ingenuità e nulla di più, tre giornate sono state tante. È convocato, spero non abbia strascichi mentali. Dumbravanu? Sta facendo molto bene, è entrato in punta di piedi. Ha qualità tecnica e fisiche, moralmente ci sta dando perché è un professionista. Con Polito – tornato tra i convocati, ndr – e Pacciardi out ci ha dato una grossa mano».

ARBITRI – Il post Giugliano è stato animato dalle parole sulle decisioni contrarie della terna arbitrale, dichiarazioni che il tecnico giallorosso non rinnega e che, anzi, spiega ancora più nel dettaglio: «Non era uno sfogo, ci sono dati di fatto. Se non piglio un rigore netto mi arrabbio. Il fallo di mano di Cargnelutti era netto, sarebbe cambiata la partita. Poi, possiamo parlare di tutto e di come abbiamo gestito male. Non chiedo nulla in più, ma quello che è nostro. Impossibile non prendere un rigore in casa giocando come giochiamo. Meritiamo rispetto e non chiediamo altro di quello che ci spetta. Fino a martedì mi è bruciato parecchio, perché poteva essere un’altra partita. Non c’è polemica, vogliamo solo quello che è giusto. Se il rigore c’è bisogna darlo. E non voglio esagerare parlando del rigore su Plescia o Cavallo, ma lì non si butta ed è colpa sua. È un bravo ragazzo, ma è fallo. Perché Plescia può essere massacrato senza avere un fallo? Magari cade male, ma non può non essere mai fallo. Sono piccole cose che decidono la stagione. Con la Cavese ho perso i playoff per un gol, neanche per un punto. Non ho mai parlato di malafede, tutti sbagliano – anche io – e chiedo solo di avere quello che ci spetta».

L’ADDIO DI ZEMAN – Un grave problema di salute, a cui è seguito un intervento al cuore e le dimissioni da allenatore del Pescara. Un passo obbligato che sembra aver messo fine alla carriera di uno dei maestri di Giacomo Modica. Il pensiero del tecnico giallorosso su Zdenek Zeman: «Parlo come un figlio, mi viene difficile. Sono molto vicino a lui, so come si sente e presumo sia stata una scelta dolorosa nelle modalità. So che gli sarebbe piaciuto stare sempre dentro il campo, il suo mondo. Lui deve stare in campo a insegnare ai ragazzi. Chiudere così non è l’epilogo migliore, ma spero sia uno stop momentaneo. Con la testa è avanti anni rispetto agli altri, ma non deve correre quindi spero rientri. La degenza è lunga, spero che il tempo dirà che possa tornare in panchina».

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