Juve Stabia-Messina, ma perché ti sei fermato

Pubblicato il 31 Marzo 2024 in Primo Piano

Buio. No, quello di Castellammare non è il vero Messina. Purtroppo, però, non conta quello che puoi essere ma quello che mostri. La squadra di Modica pare vittima sacrificale contro un avversario, comunque, già superiore. La classifica torna a preoccupare, occorre riavviare l’intera macchina.

SVEGLIA – Tre tempi fanno una sentenza: il Messina si è fermato. Il blackout della ripresa contro il Foggia, poi la comparsata del Menti accompagnata dalla sensazione di voler essere in qualsiasi posto del mondo tranne che in campo. Il Messina ha sprecato diverse energie mentali dietro a polemiche arbitrali – spesso corrette -, nervosismo radicato e l’illusione di aver chiuso ogni discorso. Gravi errori, anche perché per foraggiare il sogno playoff serviva fare punti. Insomma, i due percorsi erano legati visto che ogni punto guadagnato per avvicinare la top ten avrebbe allontanato la zona playout. Discorso quasi semplice, ma che pare non aver trovato cittadinanza in un gruppo che sembra in attesa del fischio finale della stagione. Le prestazioni delle ultime settimane sono state di buonissimo livello, con i pari di Latina e Benevento a confermare questa tesi. Però, non c’è solo il bello del calcio ma anche il brutto. Quello che si sta sommando nelle ultime giornate, perché il pallone viaggia a una velocità che non permette di crogiolarsi sul tiro di Frisenna al Vigorito. No, conta zero. Come conta zero il bel primo tempo col Foggia, quello in cui, comunque, il Messina stava perdendo. La ripresa fu una somma di oscenità tecniche e lo 0-3 andava pesato per quello che era davvero. Dito puntato sulla squadra? Quasi, un po’ come in quel novembre nero dove era moda facile prendersela con la guida tecnica e poco con i calciatori. Più semplice cambiare l’allenatore, ma ieri come oggi non era Modica il problema di questa squadra. Certo, anche lui sbaglia e la formazione iniziale è fin troppo azzardata per convincere. La prestazione, però, va analizzata con estrema lucidità e asciugata di ogni pregiudizio. L’approccio alla partita è stato del tutto errato, molle e distratto. Ecco, perdere era nelle cose ma sembrare disinteressati a ciò che stava accadendo non è accettabile. Giornata storta? Certamente, ma metterla in archivio in questo modo significherebbe non avere coscienza del reale. Sì, perché la ripresa col Foggia doveva preoccupare più di quanto accaduto. Non per la pesantezza del risultato, ma perché se a bucare la prestazione sono calciatori che dovrebbero rappresentare dei punti di forza, allora, il problema è reale.

ERRORI IN SERIE – Entrare nei dettagli della gara del Menti potrebbe essere capzioso, ma bisogna anche corroborare le parole di un Giacomo Modica (voto 5) – giudizio dettato anche dalla forza dell’avversario e da alcune scelte obbligate (vedi difesa) – che si prende le sue responsabilità. Out Frisenna, così si apre il ballottaggio per la maglia del terzo under. Lo vince Scafetta e strappa un posto in mediana. Non è il suo ruolo, dispiace ma è così. Fatica, ma certamente il 4-1 non è figlio del suo impiego. Solo un tassello di un puzzle. Il 4-2-3-1 perde forza in mezzo al campo e il possesso veloce della Juve Stabia si esalta. Fuori anche Manetta, così la linea guidata da Polito e Dumbravanu è già in difficoltà. La fortuna non esiste, ma gli infortuni in meno di 30′ di Ortisi e Lia non paiono segnali di buona sorte. Purtroppo per il Messina, però, la sensazione era già quella di una squadra vittima sacrificale. Plescia ed Emmausso non sono in partita, bucano ogni movimento di pressing e lasciano i compagni alla mercé degli avversari. La Juve Stabia supera la prima linea con facilità, il Messina deve rincorrere e basta. Perse tutte le misure, ogni lettura e in ritardo e la rete di Romeo è manifesto di tutto questo. Il resto è accademia. Sì, perché il Messina non reagisce mai e non sono, quindi, le reti di Adorante e Candellone a chiudere il match. Non era mai cominciato. Modica all’intervallo fa tre cambi e li termina. Scelta precisa per lanciare un messaggio: chi c’è c’è, chi non vuol esserci si metta da parte. E chi se ne frega se non si dovrebbe personalizzare i discorsi. Le prestazioni sono sotto gli occhi di tutti. Non sono sentenze definitive, però, perché il gruppo è lo stesso crollato a novembre e rinato a dicembre. Curiosamente nella stessa fase di calendario attuale. Tocca a loro, devono essere i calciatori a dimostrare di essere ancora sul pezzo. Se Modica potrà contare su tutto il gruppo dovranno dirlo i calciatori stessi. Difficile rinunciare ad alcuni singoli, viste le qualità, ma in un momento tanto delicato sarà forse meglio mandare in campo chi è davvero sul pezzo. Indipendentemente dal valore potenziale o sulla carta.

CLASSIFICA – Occorre grande equilibrio, perché tre settimane fa sembrava tutto oro mentre adesso il Messina pare spacciato. Non è così. Ci siamo sbilanciati anche noi sulla salvezza acquisita dei giallorossi, anche perché se dovessimo attendere solo i risultati non saremmo qui. Meglio rischiare con le proprie idee. Che confermiamo, anche perché il passo lento del Messina non sarà seguito da uno sempre a mille degli avversari. La Turris ha rallentato, la Virtus si è buttata via perdendo contro un Brindisi che attende solo l’aritmetica per un ritorno in D. Ecco, la classifica – per paradosso – non va più guardata. Serve per contestualizzare, ma non regala chiarezza. Troppi incroci, troppe varianti. Oggi come oggi, infatti, nessuno può dire: “Servono tot punti”. No, vince una delle frasi fatte del calcio: partita dopo partita. Sarà così, a iniziare da quella contro il Monterosi. Dopo la sfida del 7 aprile – non ci saranno gli squalificati Emmausso e Polito – tutto sarà più chiaro in positivo o negativo. Una vittoria porterebbe il Messina a 44 punti, non salvo per i conti ma virtualmente sereno. Anche per il calendario delle altre. Vincere, però, diventa obbligatorio. In qualsiasi modo e con qualsiasi protagonista. Modica non spreca parole e si lascia andare a un preciso atto di accusa verso atteggiamenti errati. La lista dei nomi può essere rintracciata nelle sostituzioni, ma non sarà automatico non vedere Plescia, Emmausso e Rosafio contro il Monterosi. Conterà la settimana e magari quella porta che Fumagalli chiudeva un girone fa. Che un tecnico possa incidere nel bene e nel male resta pacifico, che poi debba esserci applicazione anche. Ecco, il Messina è diventato fin troppo leggero in alcuni suoi singoli nel momento sbagliato. Sì, bastano due partite per buttare tutto via. Lo dice lo storico di un campionato che tra nono e quindicesimo posto vede sempre distacchi minimi. Non si è al sicuro o fuori da tutto mai, praticamente mai. Quindi, bucare col Foggia e non scendere in campo con la Juve Stabia bastano per rovinare un cammino che sembrava assicurare l’obiettivo salvezza. Giusto così, la Serie C resta un campionato dagli equilibri sottili e instabili. Sempre Modica ci regala l’ennesima riflessione corretta quando dice che il destino è nelle mani del Messina stesso. Infatti, ai giallorossi basta fare punti senza guardare cosa faranno le altre. Sono Turris, Monopoli e il resto a dover sperare anche negli scivoloni degli avversari. Equilibrio sempre, per questo dovrà essere una settimana di serenità e non accompagnata dal disfattismo. Monterosi appuntamento cruciale ma non è questione di vita o di morte. Questa squadra merita di salvarsi in anticipo, poi sarà il momento di sedersi al tavolo per mettere i puntini dove servono e disegnare il Messina del futuro.

Fumagalli 6
Sbaglia in occasione della quarta rete, ma è incolpevole sulle le altre tre ed evita, almeno, ulteriori tre gol. Il suo carattere e la sua voglia saranno fondamentali.

Lia 5,5
Gioca meno di mezz’ora, quanto basta per soffrire come tutti l’attacco martellante dei campani. Poi, una botta sulla solita caviglia e non può far altro che alzare bandiera bianca.

Polito 4,5
Perde subito le misure e per fermare Adorante deve spendere un giallo. È, comunque, l’unica volta che lo vede. Per il resto, infatti, è sempre fuori posizione e lontano dall’incidere positivamente. Assente e con responsabilità in ogni rete avversaria.

Dumbravanu 5
Come il compagno di reparto fatica terribilmente a contenere i movimenti degli attaccanti avversari, ci mette un pizzico di fisicità in più ma è poca roba.

Ortisi s.v.
Solo dieci minuti, anzi meno perché resta a bordo campo cercando di capire se possa rientrare. Ma la sua spalla lo tradisce, lussazione da valutare.

Scafetta 5
Non è un mediano e si vede. Sempre fuori posizione finendo con l’allargare le maglie di quella che, invece, dovrebbe essere una diga.

Franco 5,5
Ci mette tanto impegno e non molla fino alla fine, ma è troppo poco in una giornata in cui si viene travolti.

Rosafio 4
Inesistente in fase offensiva, non si fa mai trovare libero. Quando prova a difendere non aiuta e arriva in ritardo su Romeo in occasione del primo gol.

Emmausso 4
Irritante il modo in cui perde ogni pallone che tocca. Si becca anche un giallo assurdo vista la corsa all’indietro non per aiutare a difendere ma per rifilare un inutile calcione.

Zunno 6
Bravo. Si impegna tantissimo, corre ovunque e prova a pungere in ogni modo. Serve l’assist per Luciani, poi accende la luce un altro paio di volte ma senza illuminare.

Plescia 4
Fantasma. Troppo duri i due centrali campani per lui che, quindi, finisce per sparire.

Salvo 5
Entra a freddo e si vede perché il primo tempo è pieno di soli errori di posizione. Nella ripresa continua a soffrire, ma i danni erano già stati fatti.

Zona 5
Prova a restare a galla, aiutato anche dal fatto che la Juve Stabia attacchi più dall’altra parte. Quando è chiamato in causa, semplicemente, sbaglia.

Giunta 5,5
Ci mette tantissima volontà e si impegna. Intenso in fase di possesso, in quella di non possesso finisce per arrancare come tutti.

Ragusa 5
Non entra mai in partita, ma forse non c’era più una partita.

Luciani 6
Voto quasi d’ufficio, perché in tutta sincerità non fa assolutamente nulla se non insaccare il lavoro di Zunno da pochi centimetri. Entra quando la partita, dal punto di vista mentale, è già in archivio.

JUVE STABIA Thiam 6; Andreoni 6,5, Bachini 6,5, Bellich 6,5, Mignanelli 6,5; Pierobon 6 (dal 27′ s.t. Meli 6), Leone 7 (dal 34′ s.t. Gerbo s.v.), Romeo 7 (dal 45′ s.t. La Rosa s.v.); Mosti 7 (dal 34′ s.t. Piovanello s.v.), Adorante 8, Candellone 7,5 (dal 27′ s.t. Piscopo s.v.). All. Pagliuca 7,5

*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya

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