Qualcosa da salvare? L’impegno. Passo indietro del Messina rispetto al pari col Potenza, prestazione senza grossi spunti offensivi e condizionata in negativo da una superficialità difensiva che questa squadra non può davvero permettersi. Non una questione (solo) di età, ma di personalità.
SUPERFICIALI – Non una grande partita, quasi normale in un periodo della stagione in cui condizione e mercato regalano ancora incertezze. Da ieri, però, almeno le trattative sono chiuse (svincolati permettendo). La forma vien giocando, ma è un fattore da considerare solo in parte. Poi, infatti, ci sono idee tattiche e qualità. Aspetti che ci accompagneranno per tutta la narrazione dell’annata di questo Messina. Dalla sfida col Potenza a quella del Monterisi non si sono viste grosse novità, anzi i giallorossi sono sembrati meno cattivi dal punto di vista agonistico tanto da regalare un paio di mezze sgasate solo nella fase centrale della ripresa. Primo tempo complicato, con Modica (voto 5,5) che sceglie ancora Frisenna largo con Pedicillo spostato nei tre di centrocampo. Non funziona, perché il primo finisce solo per portare il pressing e il secondo insegue la sua mezzala di riferimento. In fase di possesso, però, non incidono mai. Messina che, quindi, non è capace di imbastire qualcosa di interessante; e che viene bucato dalla giocata che Raffaele cuce addosso a Cuppone: palla ad attaccare la profondità per sorprendere la linea alta dei giallorossi. Un primo guizzo con Krapikas attento, poi il pasticcio di Rizzo e dello stesso lituano. La rete l’avete vista, non c’è analisi dato che era una palla da non gestire ma da mandare lontana dalla zona di pericolo. L’aspetto interessante è un altro: perché il Messina sbaglia? Perché Manetta perde Caturano? Perché Verrengia salta solo a un secondo dalla fine? Le domande sono tante e la risposta sta nell’attenzione. La superficialità si paga a questi livelli, il Cerignola non deve fare la prestazione della vita e passa col pilota automatico. Rizzo è sciatto nel restare indeciso tra buttare via il pallone, scaricarlo su Krapikas o spedirlo fuori dallo stadio. Prova a contenere, poi la confusione lo assale quando il suo portiere gli va incontro mettendo il carico a una situazione già totalmente errata. Difetti di qualità generale e di personalità, perché l’attenzione la costruisci partendo da quello che hai dentro. Sia a livello tecnico che mentale. Il Messina – come già contro il Potenza – pare una squadra molto lontana dall’essere all’altezza della concentrazione richiesta. Che deve durare 100′ e che deve diventare l’arma in più, dato che pensare di migliorare tecnicamente – che non significa solo come si tratta il pallone, ma proprio come si affrontano le situazione (posizione, anticipo, ecc.) – è difficile. La differenza, quindi, dovrà arrivare dalle idee tattiche di Modica e dalla forte applicazione del gruppo. Una crescita che deve arrivare velocemente, perché il Messina sta già rincorrendo. Contro il Potenza la parte bella era stata la reazione emotiva e il saper sfruttare le qualità che, comunque, ci sono. A Cerignola no, ovviamente anche per merito dei pugliesi. Squadra quadrata, non spettacolare ma senza grossi difetti o limiti. Solida dietro e rapida davanti. Il Messina, in fin dei conti, è inferiore. Lo capisce presto – anzi, lo sapeva già -, ma, come detto, pecca nell’aspetto mentale. Errore grave.
SQUADRA DA STIMOLARE – Sì, la squadra di Modica deve fare i conti con sé stessa. Rizzo e Krapikas, ma anche la leggerezza con cui si contrasta in occasione del raddoppio. Inutile tirare fuori possibili contrasti irregolari nelle due reti, e fa sorridere amaramente che Costa – direttore operativo che commenta vicende di campo – lamenti presunti falli subiti da Rizzo. Macché, è il difensore giallorosso che deve prendere coscienza di quanto fatto e lavorare per migliorare. Dispiace, ma a questa squadra non sono concessi alibi. E non perché – come penserà qualche idiota – si voglia calcare la mano sulla squadra per attaccare la proprietà. No, no, quella è possibile criticarla senza passare per le cose di campo. Alla squadra non sono concessi alibi non per cattiveria, ma per aiutarla. Sì, proprio così. Perché una squadra con dei limiti non ha bisogno di piaggeria, ma deve essere sferzata per tenere alto il livello di concentrazione. Certo, la squadra è frutto di quanto la proprietà investe e di come il direttore sportivo spende. Però, ormai la rosa è questa e insistere su quello che si poteva o doveva fare non serve a nulla. Svincolati? Si potrebbe trovare qualcosa, ma il posto in lista non c’è. Bisognava pensarci prima, quando sono stati tesserati alcuni calciatori che rischiano di fare da tappezzeria. Parentesi chiusa, torniamo alla squadra: col Potenza si sono viste cose discrete, a Cerignola sono piaciuti Salvo, Lia e la voglia di incidere di Pedicillo. Tutto corretto, come è giusto che Modica commenti con equilibrio e positività la prestazione dei suoi. Fa parte del suo lavoro, che deve comprendere l’aspetto di gestione mentale. Da parte della critica, invece, è lecito sottolineare cose positive e soprattutto negative per dipingere un quadro attuale e realistico. Fa parte del nostro lavoro. Non è tutto da buttare – sia chiaro -, perché tra Potenza e Cerignola ci sono stati aspetti interessanti. Pedicillo sta colpendo per capacità tecniche e per riuscire sempre a fare la giocata per la squadra. Modica ci insisterà e lavorerà per la sua evoluzione tattica. Bene Salvo che pare più avanti, dal punto di vista mentale, di altri. Ecco, si apre un bivio interessante di fronte al tecnico: lavorare sul modulo o sugli uomini? Detta così, è una banalizzazione. Ma sul lungo periodo potrebbe diventare evidente che i migliori da mettere in campo non siano, per caratteristiche tattiche, anche quelli più adatti al sistema. Modica ha dimostrato lo scorso anno di non essere un fondamentalista, e nel pre Potenza non ha faticato nell’ammettere che il gruppo possa essere plasmato in diversi modi. Certo, il problema del Messina non è assolutamente il modulo o l’atteggiamento tattico. La questione è meramente qualitativa (che include tecnica e forza mentale), per questo non è da escludere che Modica possa lavorare su piani alternativi per non rinunciare a questo o quel calciatore per questioni di sistema.
Krapikas 5,5
Complice del pasticcio sulla prima rete, quando si fa attirare fuori dall’area di rigore dall’incertezza inspiegabile di Rizzo. Sulla seconda rete è beffato dal tiro sporco di Capomaggio. Bello il riflesso con cui nega la doppietta a Cuppone.
Lia 6
Molto meglio rispetto alla sfida col Potenza per attenzione e continuità nel match. In fase difensiva prova a restare sul pezzo, si vede di più in quella offensiva dove pesca anche un bel cross che Luciani non butta dentro per l’intervento decisivo della difesa.
Rizzo 5
Pallone da buttare in rimessa laterale e basta. Invece, lui lo protegge senza possibilità di uscirne con qualcosa di positivo. Krapikas gli va incontro senza motivo, Cuppone è l’unico sveglio e ruba per buttarla dentro. Protesta per un fallo, come più tardi nell’azione che porta alla rimessa laterale da cui nasce il raddoppio. Forse, sarebbe meglio restare in piedi e lottare davvero.
Marino 5,5
Nessun errore evidente, ma tanta fatica nel tenere la linea in ordine. Gli attaccanti avversari giocano sempre sul filo, e spesso scappano via.
Ortisi 5,5
Ancora lontano dall’essere il calciatore concentrato e pulito nelle giocate che servirebbe. Poco intenso in fase difensiva, banale in quella offensiva. (dal 17′ s.t. Luciani 5,5: entra con tanta voglia, ma a parte qualche buona cucitura tra attacco e centrocampo si vede poco)
Pedicillo 6
Tra i migliori per applicazione e adattabilità. Parte mezzala e cerca sempre di farsi trovare libero per mettere qualità, poi si allarga e crea almeno due buone chance. I compagni non lo seguono.
Anzelmo 6
Buona prova, sempre lucido e bravo nel portare il pressing con cattiveria. Viene coinvolto poco rispetto a quanto vorrebbe, così piace più per senso della posizione che in regia. (dal 28′ s.t. Petrucci 5,5: entra senza ritmo e si vede)
Garofalo 5,5
Poco coinvolto, deve limitarsi al compitino e non fornisce una prova con spunti interessanti. Qualche accelerazione non basta. (dal 17′ s.t. Salvo 6,5: il migliore. Entra col giusto piglio e pare migliorato anche in qualità. È lui a innescare la giocata che Lia e Luciani provano a trasformare in gol, poi ci prova in azione personale ma trova Saracco)
Frisenna 5,5
Si adatta ancora nei tre davanti, esperimento che finisce dopo la rete avversaria. Indubbiamente è coinvolto meno rispetto alla partita precedente. Lui prova a prendersi responsabilità, ma si vede solo per un bel destro dal limite. Per il resto, molto poco se non per applicazione tattica. (dal 43′ s.t. Cominetti s.v.)
Anatriello 5,5
Lotta, si arrabbia, discute. Ma nella sua partita c’è solo confusione. Chiude da punta leggermente più esterna, chissà se possa diventare un’idea per farlo convivere con Luciani e aumentare il peso offensivo.
Petrungaro 5
Mai visto. Nella sua partita non c’è nulla. Resta in campo pure troppo. (dal 28′ s.t. Mamona 5: gioca poco, entra a partita chiusa ma il gol che sbaglia è errore troppo grave. Non avrebbe inciso sulla sconfitta dato che mancavano pochi istanti alla fine, ma serve prendere confidenza con la porta avversaria)
CERIGNOLA Saracco 6; Martinelli 6, Gonnelli 6,5, Visentin 6; Coccia 5,5 (dal 1′ s.t. Bianchini 6), Tascone 6 (dal 17′ s.t. Di Dio 6), Capomaggio 6,5, Paolucci 6 (dal 37′ s.t. Ruggiero s.v.), Russo 6 (dal 22′ s.t. Tentardini 6); Salvemini 5,5 (dal 22′ s.t. Gagliano 5,5), Cuppone 7. All. Raffaele 6
*foto copertina: SS Audace Cerignola 1912 – Facebook ufficiale