Tutto bianco e tutto nero. Di risultato in risultato, di vittoria in sconfitta. E il giudizio sul Messina oscilla tra il positivo e il gravemente negativo senza un reale equilibrio. Crotone ha ribadito quello che Cerignola aveva detto: questa squadra è una creatura ancora immatura. E sia chiaro: l’obiettivo è la salvezza.
LEADERSHIP ASSENTE – Non una questione di età o di esperienza sulla carta. A questo Messina manca personalità nei momenti chiave. Un concetto che avevamo snocciolato già dopo la prima uscita stagionale, tornato sul banco dopo una sconfitta che racconta di come i giallorossi non abbiano, semplicemente, capito dove stesse andando la partita e come. Crotone ancora in fase embrionale, ma due sgasate bastano e avanzano alla squadra di Longo per tornare alla vittoria. Differenza evidente di valori tra le due squadre, e provare a riassumere il tutto in alcuni episodi serve a poco. Anzi, fa male al Messina. La realtà racconta che esiste un livello contro cui i giallorossi faticano e faticheranno, e non parliamo delle squadre della parte alta. Cerignola e Crotone rappresentano una buona borghesia, una classifica medio-alta, quanto basta per diventare ostacoli insormontabili, soprattutto in trasferta. Il Messina è una rosa di buona qualità e con ampi margini di crescita in alcuni giovani, ma è anche un gruppo che sta cercando omogeneità e leadership. Taranto e Crotone non sono in antitesi, dicono due verità che hanno lo stesso valore. Il Messina è sia quello che cala il poker ai pugliesi, che quello che non calcia quasi mai in porta allo Scida. Conta il livello dell’avversario, il fattore campo e quanto una partita di questo tipo possa diventare “sporca” e da squadra smaliziata. Tutti fattori che questo Messina pagherà. Giacomo Modica (voto 5,5) deve lavorare e parecchio, ne è consapevole più di tutti e non a caso insiste nel fare complimenti ai suoi. Lavora sull’autostima, perché le stilettate interne oggi non servirebbero a nulla. L’analisi, però, deve essere molto più spietata e netta. Stare qui a fare le pulci solo sulle scelte di formazione e fare la conta di chi non c’era non serve, perché non sono la posizione di Anatriello o la panchina di Frisenna a fare la differenza. No, perché la sensazione è che questo Messina allo Scida avrebbe perso con qualunque altra scelta tecnica e anche tattica. Potenza, Cerignola, Taranto e Crotone, infatti, hanno lasciato tutte la percezione di poter segnare al primo affondo. Cosa che, infatti, è successa. E riprendere o ribaltare un risultato non è sempre così facile.
DIFESA, CHE FATICA – Insomma, fare la lista di chi abbia sbagliato più o meno non andrebbe neanche vicino ad azzeccare il punto. Chiaro, però, che un paio di focus mirati servano. La difesa, infatti, sembra ballare fin troppo. Sì, potremmo parlare di fase difensiva e lo faremo, ma prima dobbiamo iniziare proprio dal reparto. Le reti subite in queste quattro giornate sono 7 e sono arrivate tutte a difesa schierata. Non c’è lo sbilanciamento tipico di un calcio offensivo, non c’è un rischio calcolato e calcolato male. No, non c’è nulla di tutto questo. C’è solo tantissima superficialità, oltre alle capacità avversarie. La rete di Oviszach è un mix terribile di questi due aspetti. Il Crotone tesse un’azione tecnicamente importante, ma il Messina difende troppo male. Marino si fa attirare fuori zona da Vitale, seguendo un taglio su cui è, evidentemente, in ritardo. La difesa è tutta portata fuori posizione, scivola troppo e tutta insieme verso sinistra. Scarico e contro imbucata, velo di Gomez e scorrimento per Oviszach. E il Messina? A rincorrere il pallone con affanno. Sempre in ritardo, tutti fuori posizione. Da Marino a Salvo, passando per Manetta e Lia che accorcia verso il mezzo senza sapere dove chiudere. Che confusione. Il motivo? Questa linea va guidata meglio. Manetta deve crescere, deve assumersi responsabilità e insieme a Marino chiamare uscite, scalate e via dicendo. Non serve andare a colmare i vuoti, tanto si arriverà sempre dopo. Non si difende in supplenza, si difende in anticipo. Allargando il discorso, poi, c’è l’intera fase. Modica sceglie un undici iniziale fin troppo spinto. Certo, vuole palleggio, capacità di andare in verticale e di gestire il possesso in maniera proattiva. Però, manca totalmente la fase di quantità. Anche nella semplice postura senza palla. Quando il Crotone va in verticale il Messina, infatti, è troppo scollato e distante dalla zona palla. Serve un’altra aggressività per giocare questo calcio. Forse, il massimo della resa potrebbe arrivare da un atteggiamento tattico diverso: più raccolto e pronto a ripartire. Anche il sistema va compreso: Modica vuole insistere sul 4-3-3 ed è giusto così, vuol provare ad adattare alcune soluzioni ma per quelle serve tempo. E non c’è alcuna certezza che possano attecchire.
IL SOTTILE EQUILIBRIO – La questione modulo potrebbe anche entrare nel discorso, ma Modica ha dimostrato lo scorso di sapere e volere cambiare quando necessario. Sarebbe semplicistico, poi, affermare che se si vuol far convivere Luciani e Anatriello sarebbe meglio giocare con le due punte pure. Ecco, siamo sul tema attacco. Inteso proprio come scelte e soluzioni. Anatriello ha il numero 9 sulla schiena e ha realizzato reti da bomber d’area di rigore, ma negare che possegga le qualità tecniche per svariare e partire dall’esterno non sarebbe corretto. Chiaro, la punta laterale deve aiutare e difendere, ma tutto questo sacrificio di Anatriello non è che si sia visto. Perché? Semplicemente è stato richiesto lui solo una normale scalata, ma dire che l’ex Alessandria lavori di fatica difensiva sarebbe falso. Insomma, Modica sta provando a trovare equilibrio tra Luciani riferimento per la profondità e Anatriello più libero di cercarsi spazi e tempi. Se ci stia riuscendo è altro discorso. Lo dicevamo già dopo Taranto, però, che questa soluzione non pare adatta a qualsiasi contesto. Il motivo è da ricercare nel resto della formazione: a Crotone, Pedicillo è scalato in mediana per prendere il posto di Frisenna – problemino muscolare e resa nel provino pre-riscaldamento -, con Petrungaro schierato a sinistra. Certo, Modica è allenatore di proiezione offensiva e attacco puro, ma questa squadra può reggere tanto? Non siamo qui per dare giudizi definitivi, ma “equilibrio” è la parola che abbiamo scelto per questo articolo. Avversari come il Crotone, atteggiamenti tattici – e qualità tecniche – come il loro e il livello di buona parte del campionato consigliano al Messina – e a Modica – di non eccedere. Ovvio, il tecnico non gioca alla roulette della tattica, ma è sicuro di poter applicare alcune idee indipendentemente dal contesto avversario. Dal campo, però, gli arriveranno le indicazioni per comprendere se queste soluzioni possano diventare realtà sul lungo periodo. Oppure, se questo sbilanciamento possa tornare utile in alcune sfide rispetto ad altre. La batteria degli esterni è ampia, con Petrungaro che allo Scida ha mostrato spunti interessanti. Potrà essere una valida alternativa – lui come altri – oppure la soluzione più logica per un tridente offensivo. Lo dirà il tempo, lo dirà il campo.
Curtosi 6
Incolpevole sui gol, bravo a respingere il tentativo ravvicinato di Oviszach.
Salvo 5
Male. Spesso fuori posizione, in ritardo nelle chiusure e legge male troppe situazioni. Spinge poco e senza tanta convinzione. (dal 18′ s.t. Ortisi 5: ci mette volontà e ci prova su punizione, ma in occasione del raddoppio si fa saltare con facilità estrema da Silva)
Manetta 5,5
Resta a galla come può, con un po’ di mestiere lavora su Gomez ma imbarca come tutti quando il Crotone pressa. Non riesce a guidare la linea mantenendo ordine e distanze.
Marino 5
Attirato fuori zona da Vitale sul gol del vantaggio, in ritardo in ogni situazione. Tantissimi errori in fase di impostazione.
Lia 6
Si adatta a sinistra, ci mette volontà e piazza due chiusure puntuali. Spinge con continuità, nonostante soffre la corsia mancina.
Pedicillo 5,5
Prova a prendersi qualche responsabilità, ma sbaglia troppo e forza alcune giocate che, invece, consigliavano calma. Tatticamente, forse, sta occupando troppe posizioni.
Anzelmo 5,5
L’unico a portare il pressing con continuità, poi si perde anche lui nella confusione generale. Vorrebbe responsabilità, ma fatica a farsi coinvolgere. (dal 18′ s.t. Petrucci 5,5: entra con la partita ancora aperta, ma non riesce a incidere)
Garofalo 5,5
Fatica troppo a trovare le misure contro la mediana dinamica dei calabresi, affonda un solo colpo e mette Anatriello in porta. Da lui ci si aspetta maggiore personalità. (dal 34′ s.t. Mamona s.v.: la vivacità finale non deve ingannare, è ancora lontano dall’essere un fattore)
Anatriello 5,5
Una partita a vuoto è fisiologica. In sfide del genere non riesce a entrare in ritmo partendo dall’esterno, gli spazi sono pochi e soffre. Quando ha la palla buona la spreca.
Luciani 5
Mai in partita. I centrali di Longo lo spengono con facilità. (dal 18′ s.t. Re 5: su di lui le aspettative sono alte, ma la condizione è ancora pochissima)
Petrungaro 6
Gran primo tempo per personalità e voglia di far male all’avversario. Grandi premesse, cancellate da una ripresa anonima. (dal 34′ s.t. Cominetti s.v.)
CROTONE D’Alterio 6; Guerini 5,5, Cargnelutti 6,5, Armini6, Giron 6; Gallo 6 (dal 22′ s.t. Stronati 6), Silva 7,5; Spina 6,5 (dal 22′ s.t. Schirò 6), Vitale 6 (dal 33′ s.t. Rojas s.v.), Oviszach 7 (dal 33′ s.t. Kolaj s.v.); Gomez 5,5 (dal 43′ s.t. Chiarella s.v.). All. Longo 7
*foto copertina: FC Crotone – Facebook ufficiale