Come lo scorso anno. No, il risultato non lo conosciamo già, ma al Messina servirà una prova di grande intensità e personalità per uscire indenne dal campo dell’Avellino. I pari contro Benevento, Trapani e Monopoli hanno detto che questo gruppo ha idee e carattere, ma serve passare all’incasso.
SERVE DI PIÙ – Già, la vittoria dello campionato passato sul campo degli irpini fu di quelle che cambiano le dinamiche di una stagione. Perché sono quei successi che regalano autostima e confermano che il lavoro fatto non è stato banale. Fin qui, invece, a questo Messina manca proprio la conferma. Perché la squadra di Modica sta lavorando con discreta qualità, mostra un calcio a tratti piacevole, però ha vinto una sola volta. Certo, il calendario è stato tremendamente dispettoso mettendo in fila le prime della classe a cui aggiungere la formazione più in forma del momento. Dall’esonero di Pazienza, infatti, l’Avellino ha messo insieme 13 punti nelle ultime cinque uscite. Quattro vittorie consecutive – alcune roboanti – che hanno rivelato (finalmente, per loro) il reale potenziale dei campani: squadra da primato. Pazienza è caduto sotto i colpi della propria intransigenza – tattica e non solo -, con Biancolino che ha semplicemente messo ognuno al suo posto per un vestito tattico che trova la sua comodità in un 4-3-1-2 dove i pericoli veri sono rappresentati dagli attaccanti. Avellino trasformato, anzi, meglio dire ritrovato. L’avversario, quindi, è di quelli complicati tanto quanto quelli visti nell’ultimo mese. Toccherà al Messina, perciò, ripresentare la miglior versione di sé. Per intenderci, serve una prestazione stile Trapani. Errori esclusi. A proposito, nelle prime settimane era stata la fragilità difensiva a destare preoccupazioni, soprattutto per l’evidente necessità di migliorare l’impatto di attenzione più di quello tecnico. Insomma, si “regalava” fin troppo. Ultimamente, invece, il problema si è invertito e il Messina non segna più. O poco, comunque finalizza meno di quanto produce. In questo caso, però, non basta aumentare attenzione o cattiveria, le reti bisogna anche averle nel sangue. E questo gruppo non pare ancora all’altezza. Anatriello il più adatto a svolgere il compito, ma una spalla fuori posto lo dovrebbe tenere fuori.
IL NUMERO 9 – Non parla Modica prima del match, anche l’elenco dei convocati tarda ad arrivare. Quando vengono comunicati, però, ecco sciolti alcuni dubbi: sicuramente out Cominetti e Petrucci. Diversa la situazione di Anatriello: sub-lussazione della spalla subita con Monopoli, quattro giorni di stop e poi rifinitura per capire se potesse essere della sfida. Parte per Avellino, ma il suo impiego non sembra probabile. Prima dell’attacco, però, c’è il resto: Krapikas in porta, poi difesa confermata con Lia e Morleo larghi più Manetta e Rizzo in mezzo. In regia torna Anzelmo, poi Frisenna e Garofalo. Capitolo attacco: larghi Pedicillo e Petrungaro, centravanti Luciani che resta favorito sulla soluzione Mamona. Il suo impiego sarebbe dettato dalla volontà di colpire in contropiede, ma Luciani potrebbe dare quel riferimento a cui poggiarsi per far salire la squadra. Insomma, due modi diversi di interpretare la sfida. Che sarà di quelle dure, perché l’Avellino è squadra di possesso e qualità. Biancolino vola verso la conferma del sistema visto nelle ultime settimane, ma con qualche dubbio: in difesa Liotti insidia Frascatore a sinistra, mentre a centrocampo Sounas è diffidato e potrebbe lasciare spazio a Mutanda per evitare un giallo che gli farebbe saltare il Trapani. In attacco ballottaggio tra Russo e Gori.
AVELLINO (4-3-1-2) Iannarilli; Cancellotti, Rigione, Enrici, Liotti; Mutanda, Palmiero, De Cristofaro; D’Ausilio; Patierno, Russo. All. Biancolino
MESSINA (4-3-3) Krapikas; Lia, Manetta, Rizzo, Morleo; Frisenna, Anzelmo, Garofalo; Pedicillo, Luciani, Petrungaro. All. Modica
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya