Quanto pesa questa partita? Probabilmente non è quantificabile, perché se il Messina non dovesse battere la Cavese si ritroverebbe di fronte a una realtà pronta a confessare che questa squadra, semplicemente, non è all’altezza del minimo richiesto per salvarsi. Insomma, sbagliare non è possibile.
FAR FINTA DI NULLA – In casa Messina la sensazione è sempre la stessa: non è successo niente. Invece no, perché il gioco delle parti impone a Modica di analizzare le prestazioni della sua squadra in base alla sua visione tollerante e a protezione di un gruppo, tutto sommato, inesperto per la categoria. Da questa parte del calcio, però, il mondo non è così roseo. Il Messina è una squadra con buone idee, discreta applicazione e pochissima personalità. A questo ultimo difetto, poi, va aggiunta una certa impreparazione di fronte ai momenti clou. Certo, una rosa così giovane e poco abituata a prendersi responsabilità vere non può far altro che andare in difficoltà negli attimi cruciali. Vabbè, che sarà mai. O almeno, questo è quello che trapela ogni qualvolta il tecnico deve metterci la faccia. Ed è giusto così, perché Modica è consapevole che l’unica via per tenere questo gruppo in alto resta quella della fiducia. E non solo perché i ragazzi gli hanno mostrato affetto e attaccamento, ma anche perché Modica in primis è conscio che la rosa non può brillare per carattere. Infatti, sono state limate anche certe lamentele spicciole verso gli arbitri. Tanto, questa squadra non è in grado di giocare una partita nervosa. Insomma, il destino di questo Messina non può essere diverso rispetto a quello che lo spedisce nelle parti basse della graduatoria. Il livello è questo, e – come detto lunedì – l’unica vera soluzione resta quella di una rivoluzione tecnica. Servono calciatori diversi in ogni reparto, porta compresa. Oggi, siamo davvero tranchant, ma non potremmo fare diversamente perché la casa brucia tremendamente veloce e far finta di nulla non è davvero utile. Anzi, alimenta il fuoco e distrugge il poco rimasto. Modica non ha lavorato male, ha fatto qualche errore ma non gli si può imputare il disastro di miseri 9 punti. E nemmeno alla squadra, perché in fin dei conti hanno dato il massimo. Ma occorre altro. E parecchio. Pavone? Ha parlato martedì, ma non ha detto nulla che non avesse già snocciolato in estate e, francamente, ce ne infischiamo.
FARE PUNTI IN VISTA DEL MERCATO – Il 6-0 di Avellino è stato umiliante, ma quasi limitato rispetto a quanto la squadra di Biancolino ha potuto creare. Gara rivelatrice, ma non è il Messina del Partenio quello vero. Magari non lo è neanche quello migliore visto con Benevento e Trapani, un po’ come nei tuffi: il voto più alto e quello più basso vanno eliminati e la media si fa col resto. Ecco, il Messina è quello medio visto con Casertana, Picerno o Crotone. La partita sceglietela voi, ma i giallorossi sono quella roba lì. Poco o non abbastanza. E non se la prenda nessuno, che di suscettibile ce ne sono parecchi. Perché non sono critiche personali o eccessive, ma solo una presa di coscienza. Una cosa che potrebbe aiutare, perché senza un bagno di realtà non si va avanti. Serve comprendere che il livello non basta. Tutto qui. Modica e Pavone – almeno per bocca del ds – ammettono di aver accettato budget e minutaggio. Ok, hanno sbagliato perché sono due ingredienti amari. Sono gli stessi che hanno condannato – due stagioni fa – Pitino e Auteri. Budget limato e minutaggio estremo. Risultato? Ultimi a fine anno. Poi, rivoluzione globale e Raciti salvò una squadra diversa, tanto che non si deve mai fare il confronto dato che Auteri allenò un Messina e Raciti un altro. Se questa è la strategia che lo si dica, adesso. Magari sempre con Pavone e Modica, ma se invece la prospettiva è quella di andare avanti solo con queste forze, allora, il futuro sarà complicato. Magari la salvezza arriverà, ma ci si rassegni a una stagione fatta di buone prove e poi crolli come quello di Avellino. Intanto, il campo prova a dare una mano tornando protagonista: arriva la Cavese che ha deciso di cacciare un Lello Di Napoli frenante per un Maiuri che prova ad accelerare. Ci vorrà tempo per lui, ma è l’avversario peggiore per Modica dato che i due si conoscono benissimo e sanno come annullarsi. Lo scorso anno – sedeva sulla panchina del Sorrento – finì una partita per uno, ma due sfide altamente tattiche. Sarà così anche stasera, col Messina che non ritrova Petrucci e tiene ancora Anatriello in panca con non altissime probabilità di scendere in campo. Krapikas in porta, poi Manetta e Rizzo mentre sulle fasce tornano Lia e Morleo al posto dei pessimi Salvo e Ortisi. In regia ancora Anzelmo, con lui Frisenna e Garofalo. In attacco sicuri del posto Petrungaro e Pedicillo – i calciatori migliori in rosa -, per il ruolo di centravanti Luciani favorito ma Mamona scalpita anche per sfruttare la capacità di contropiedista.
MESSINA (4-3-3) Krapikas; Lia, Manetta, Rizzo, Morleo; Frisenna, Anzelmo, Garofalo; Pedicillo, Luciani, Petrungaro. All. Modica
CAVESE (4-3-3) Boffelli; Rizzo, Peretti, Loreto, Maffei; Konate, Pezzella, Fornito; Badje, Fella, Marranzino. All. Maiuri
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya