Importante non commettere l’errore delle settimane scorse, quando il Messina si cullò su pareggi strappati contro squadre superiori credendo di essere sulla giusta via. Il punto di Catania pesa, ma sarà fondamentale tornare a crescere davvero. In caso contrario, quanto fatto al Massimino resterà solo una parentesi.
DENTRO LA SFIDA – Per lo spettacolo? Ripassare. Perché il Messina non può offrire qualcosa di diverso rispetto a quanto mostrato contro il Catania. Difesa compatta e la speranza di qualche ripartenza, ma senza esagerare perché il rischio di allungarsi e lasciare spazi resta alta. Sì, non sarà il calcio spumeggiante in grado di mettere in vetrina le qualità tecniche, però sembra essere quello che serve in questo preciso momento della stagione. E serve tantissima consapevolezza per calarsi nella parte. Bravo Modica (voto 6) nel difendersi senza arroccarsi coi numeri (col modulo, per capirci) e plasmare una squadra elastica che si riserva la possibilità di colpire. Anche se non succede, pure per merito di un Catania che martella e costringe i giallorossi a schiacciare la linea difensiva. Modica, però, l’aveva studiata bene: difesa a quattro, ma con Lia pronto ad aiutare e Salvo tenuto più stretto. Compattezza centrale, perché la squadra di Toscano ha uno spartito certo: ampiezza e area piena. Allora, il Messina lascia crossare Raimo e Anastasio per difendere nel cuore. Funziona? Concettualmente è una scelta corretta, perché gli esterni di Toscano hanno troppa gamba per pensare di contenerli come prima soluzione. Nella pratica non è tutto oro quel che dice lo 0-0, perché qualche pallone diventa pericolosissimo. Meno male che Krapikas c’è: il lituano cancella Avellino e Cavese, tornando a essere un fattore positivo. Si mangia Carpani, poi devia anche il suo secondo tentativo a botta sicura. Esce, para, urla e comanda. Il discorso generale vale anche per lui: serve crescita e continuità. Non ci possono sempre essere alibi, scuse e storielle varie. Vale per Krapikas, per Manetta e per chi vi pare. Tutti, nessuno escluso. La partita del Massimino, quindi, mostra una squadra consapevole di quanto abbia fatto male e quanto debba restare concentrata fino a dopo il fischio finale per uscire con una prestazione degna. Il risultato, spesso, è conseguenza. Detto e fatto. Nessuno si illuda, però, perché i giallorossi non vincono da settembre e il 4-1 sul Taranto è un ricordo sbiadito nella memoria. Direte voi: “E si doveva vincere contro Benevento, Trapani, Avellino o Catania?”; perché no, dato che il Taranto ha portato a casa il bottino pieno dal Partenio e perché in Serie C le differenze si limano con le prestazioni. Ci sono squadre forti e squadre mediocri, ma la distanza è ridotta rispetto a una Serie A. In più, il crollo con la Cavese dimostra che non sia stato il calendario il nemico numero uno del Messina.
CONSAPEVOLEZZA E MERCATO – Difesa a oltranza, anche se Modica un paio di tentativi di andare dall’altra parte prova a proporli. Lo schema iniziale, come detto, prevedeva un Lia sacrificatissimo nella doppia fase e un Petrungaro più libero di colpire. Il numero 11 non incide, soprattutto perché il Catania non glielo permette. La partita della squadra di Toscano non è malvagia, è fallace in alcune giocate tecniche. L’atteggiamento, però, non lascia al Messina alternative a difendersi e basta. Anatriello gioca una brutta partita, distrutto da Di Gennaro e in difficoltà anche quando Lia prova a ispirare. Sul tema, poi, pesa parecchio una mediana sperimentale con Pedicillo che da play puro non convince e Frisenna troppo impegnato nel dover contenere e lavorare nello sporco. La partita richiedeva questo. Modica vorrebbe giocarsi il jolly negli ultimi venti minuti: dentro Mamona per correre e Luciani per tenere più alta la squadra. Niente, non si sa nemmeno se avrebbe funzionato. Salvo pasticcia un pallone, lo regala a Inglese e chiude il tutto con un rosso obbligato. Vabbè… peccato, e chissà cosa sarebbe potuto essere. Dentro Morleo per Petrungaro e anche Anzelmo per Luciani, forse un eccesso il secondo perché sacrificare Mamona sulla linea dei centrocampisti e lasciare Luciani per appoggiarsi su qualche palla lunga non sarebbe stato male. Modica legge diversamente: out Luciani – per lui 13′ totali – dentro Anzelmo e squadra che serra le fila. Il rischio arriva su qualche palla inattiva e basta. Catania palesemente schiacciato dalla pressione di una piazza che reputa obbligato a vincere quanto costruito da Faggiano e Toscano, ma non è proprio così. Tra novità e conferme costose – che hanno limitato gli investimenti offensivi -, infatti, il Catania è squadra solida ma non travolgente. Insomma, Benevento e Avellino paiono un passo avanti, come anche la sorpresa Cerignola spinto dalla leggerezza di non dover sopportare alcuna pressione. Avversario con i suoi cattivi pensieri, quindi, per un Messina che sembra conoscere bene punti di forza e deboli per ottenere il massimo. Quindi, contenti del punto? Amaramente, perché occorre essere realisti: il Messina è questo qui. Non possiamo cambiare idea per uno 0-0 in cui il portiere gioca una partita da copertina. E neanche ci si può abbandonare a facili entusiasmi, dato che nella sfida il risultato è la cosa migliore. Non tutti hanno fatto il massimo o il loro massimo. La compattezza di squadra e lo spirito di gruppo hanno fatto la differenza, in aggiunta la capacità di Modica di non spingere su concetti bocciati dal campo. Non appiattirsi alla mediocrità è un obbligo di vita, ma in alcuni casi occorre fare i conti con la realtà. Il Messina è una squadra che necessita di un forte aiuto dal mercato – svincolati e gennaio -, perché la qualità media è troppo bassa per poter lottare senza soffrire ogni partita. Lo abbiamo già detto: bisogna dare una mano a Modica e al gruppo. Sarà possibile? Citofonare Sciotto.
Krapikas 8
Para tutto – soprattutto su Carpani – e riscatta le due brutte prove con Avellino e Cavese, quando non ci arriva ci pensa Montalto a fallire.
Salvo 6
Meriterebbe un voto più alto, ma il pasticcio che porta al rosso è tutto suo. In generale, gioca una partita attenta e ordinata, nonostante dalla sua parte ci sia un Anastasio scatenato.
Ndir 5
Parte male con un paio di letture in ritardo, due falli ingenui e poi il giallo. (dal 15′ s.t. Ortisi 5: non riesce ancora ad applicarsi come dovrebbe. Lascia un paio di buchi che avrebbero potuto portare a dolori veri)
Manetta 6,5
Clienti difficili, non sempre vince i duelli ma gioca una partita di grandissima volontà e cattiveria agonistica. Orgoglioso e bravo a reagire dopo un mese giocato con difficoltà.
Rizzo 6,5
Buonissima prova sia in fascia che in mezzo, ancora una volta è deciso nei duelli e attento fino all’ultimo istante.
Frisenna 6
Non è una prestazione strabiliante, ma serve una partita di sacrificio e di lavoro sporco. Bravo anche nella gestione del pallone.
Pedicillo 5,5
Troppo lezioso e troppo lento in circolazione, un paio di lanci lunghi sono illuminanti ma la squadra è troppo bassa per ripartire.
Garofalo 5,5
Come Frisenna deve lavorare di lotta e rincorrere, gli manca lucidità in gestione e spesso fatica a trovare le distanze.
Lia 5,5
Un paio di buone discese, ma non è un Messina votato a offendere. Aiuta parecchio Salvo, ma fatica nel contenere le discese di Anastasio e manca il primo fondamentale tamponamento. (dal 24′ s.t. Mamona 5,5: entra per tenere la palla alta con la corsa, ma non c’è niente di speciale nella sua prestazione)
Anatriello 5
La partita non è fatta per gli attaccanti, ma lui fatica anche nei duelli contro avversari più smaliziati ed esperti. Legge male un paio di costruzioni della squadra e non si smarca per concludere. (dal 24′ s.t. Luciani s.v. e dal 37′ s.t. Anzelmo s.v.)
Petrungaro 5,5
Vale il discorso fatto per Anatriello, anche se lui prova ad affondare in azione personale e calcia almeno in porta. C’è tecnica, volontà ma manca lo spunto per farsi davvero notare. (dal 37′ s.t. Morleo s.v.)
CATANIA Adamonis 6; Ierardi 6, Di Gennaro 6,5, Castellini 6; Raimo 6, Luperini 5,5 (dal 16′ s.t. Stoppa 5,5), Verna 5,5, Carpani 6,5 (dal 27′ s.t. Jimenez 6), Anastasio 6,5; Inglese 5,5, Montalto 5. All. Toscano 5,5
*foto copertina: Catania FC – Facebook ufficiale