Altamura-Messina, le verità del campo

Pubblicato il 18 Novembre 2024 in Primo Piano

Troppo facile nascondersi dietro un errore arbitrale, perché allo stesso tempo non si fa mai una sana e seria autocritica sui propri di errori. Il Messina che perde contro l’Altamura è una squadra mediocre e messa male in campo, che si sveglia solo quando un giovane ragazzo regala una scossa (gentilmente concessa, a proposito di errori, da un avversario).

VALLE DI LACRIME – Inutile girarci intorno, questo Messina non merita la lista delle scusanti. La sconfitta pugliese è di quelle che pesano e peseranno nell’arco della stagione, arrivata per insipienza propria con l’aiuto involontario anche dell’arbitro. O meglio, questo vuole il sentimento popolare che cerca appigli per continuare a sperare. In realtà, il vero nodo riguardante il signor Diop si riassume nella spinta di Bumbu a Ortisi nel finale di gara. Scomposto il primo, tanto quanto basta per far cadere il secondo. Il rigore ci stava, non sarebbe stato un regalo. Per il resto, invece, non ci sono gravità nella direzione del fischietto di Treviglio. Le reti dell’Altamura sono regolari e le proteste del Messina rientrano nell’alveo del vittimismo che questa squadra ha deciso di recitare da due stagioni. Non è neanche capace di farlo, perché a ogni protesta corrisponde un atteggiamento indispettito della classe arbitrale. Insomma, anche lamentarsi è un’arte. La sfida del San Nicola, comunque, andrebbe analizzata per ben altri motivi. Modica (voto 4) sbaglia le scelte iniziali, che detta così sembra una presunzione dato che lui allena e lui conosce uomini e cose. Però, lo storico dei calciatori scelti e le precedenti apparizioni aiutano a comprendere che presentare un attacco formato per due terzi da Luciani e Re non sia il massimo della vita. Infatti, durano un tempo. Ora, buttare la croce addosso a due ragazzi volenterosi non è neanche giusto ma serve essere chiari in un momento della stagione in cui ci si eccita con troppa facilità per un pari dopo una prestazione arroccata e una vittoria su rigore contro un avversario in calo. Non per sminuire quanto fatto, ma per restare consapevoli che attorno al Messina il campionato stia andando avanti e che i punti dei giallorossi siano comunque pochini. Il Messina necessita di una profonda rivoluzione a gennaio, anche se diventa difficile pensare che l’attuale proprietà si possa impegnare in maniera gravosa dal punto di vista finanziario. Però, il mese di gennaio dista ben 5 partite e fare punti diventa fondamentale. L’Altamura ha rivelato quanto questa squadra mostri ancora i difetti sottolineati a inizio stagione. Si difende sciattamente, senza cattiveria e il campo aperto è una condanna. Manetta e Marino – ma anche Rizzo – hanno bisogno del contatto fisico, di prendere un riferimento e di poterci lucrare sopra. Se devono leggere, scappare, salire e anticipare vanno in difficoltà. Non solo per propri limiti, ma anche perché il centrocampo non esiste. La linea mediana del Messina non difende nulla, non filtra, a volte guarda e basta. Quando non regala proprio palla. Vedi alla voce Petrucci. L’assenza di Frisenna pesa come un macigno, perché lascia spazio a un trio più votato a guardare avanti che dietro. Ma anche con il numero 8 in campo si è visto ben poco in fase di non possesso. Insomma, quanto manca un Domenico Franco. Non lui, perché la vedovanza non ci si addice. Nel calcio non è mai importante chi va via, ma con chi lo sostituisci. E il Messina è costruito con troppe lacune. Che si evidenziano in ogni uscita, anche quelle dove si è giocato con maggiore brillantezza. Impossibile, però, non notare come le vittorie siano solo due e la posizione dica terzultimo posto. Nel dettaglio della sfida ci entreremo, ma resta semplice fare come premessa un discorso generale che è facile cogliere sin dalle battute iniziali. Da come il Messina approcci distrattamente, di come l’idea di poter attaccare allenti l’attenzione difensiva. Sì, il Messina affronta l’Altamura come se potesse attaccare e basta. Si allunga, apre le maglie e concede un palleggio evitabile agli avversari. Perde, insomma, il controllo della partita. E questa cosa non se la può permettere. A Trapani, infatti, il Messina giocò una grande gara perché tenne il controllo. Anche in 10. Non subì, perché se i giallorossi subiscono quando pensano di dover attaccare vanno in tilt. Sì, sta diventando astruso ma è così. A Catania il Messina ha giocato per difendersi, contro Benevento e Monopoli era conscio di dover avere tantissimo rispetto. Contro l’Altamura – come nel momento in cui si cambia contro la Cavese -, invece, il Messina vuol essere sfacciato e viene preso a schiaffoni. E quindi? Occorre avere piena consapevolezza di sé.

LE DUE PUNTE – La dinamica della rete dell’1-0 è troppo veloce per chiedere a Diop di interrompere il gioco. Il caso rientra negli episodi. La rete del raddoppio è ben diversa: il Messina prova a riprendere il pari, all’atteggiamento già troppo aperto aggiunge lo sbilanciarsi. Finisce per rincorrere, peccato che a farlo siano sempre gli stessi. Così, mentre una parte resta a guardare Lia prova a essere ovunque. Sbaglia, perché il suo colpo di testa verso Manetta complica la vita al compagno. Mano ed è rigore. Non è generoso, è semplicemente rigore. Manetta non fa in tempo, ma è troppo goffo il tentativo di raccogliere il braccio. Ma non bisogna soffermarsi sul fallo, serve capire che già prima della mezz’ora il Messina è disordinato, affrettato e frenetico. La sensazione trasmessa è di una squadra che non può entrare in partita. La difesa imbarca, abbandonata al suo destino da una mediana burrosa e un attacco inesistente. Ecco, si apre la pagina Anatriello: come stia lo sanno solo loro. Il Messina non parla, o meglio Modica ma vale solo lui perché non puoi chiedere a Manetta o Frisenna perché un compagno non sia sceso in campo. Ora, ci piace parlare chiari e lo facciamo: non siamo il fan club di Anatriello, perché il ragazzo scuola Bologna è forte, cattivo e cazzuto al punto giusto ma non è ancora il giocatore più continuo del mondo. Certo, meglio lui di chiunque altro in rosa. Però, anche contro l’Altamura entra alla grande trovando il gol e sprecando la palla del pari (errore grossolano). Poi, si spegne. E va bene così. Perché un ragazzo del 2004 non deve salvare il Messina. Deve metterci il suo, ma non si può campare sulle spalle di Anatriello. Ai giallorossi, quindi, serve un centravanti o qualcuno che si sposi con lui. Perché, sarebbe davvero interessante vederlo in coppia. Sì, perché il numero 9 è molto bravo ad attaccare la profondità, ma quando scala gioca bene la palla e anche nell’uno-due pare propenso a incidere. Un altro centravanti il Messina non ce l’ha, perché Luciani non è all’altezza. A gennaio chissà che accadrà, quindi non sarebbe male vederlo con Petrungaro più vicino. O con un trequartista offensivo alle spalle, insomma con qualcuno con cui dividersi la zona offensiva. Giochiamo a fare gli allenatori, penserete voi, ma stiamo solo provando a capire se questa squadra possa rendere di più in altro modo. Anche perché il 4-3-3 non sta dando frutti: Re è troppo distante da quanto richiesto dalla Serie C, mentre Mamona è un “vorrei ma non posso”. Al San Nicola entra benissimo, fa dieci minuti a mille e poi… finito. Non c’è concretezza. L’attacco del Messina è fumoso ed è il vero problema. Perché Modica ha il diritto di giocare come gli pare, di schierare la sua squadra come vuole, ma come lo scorso anno rischia di doversi piegare – o avvicinare – alle caratteristiche ed esigenze della sua squadra. Non inganni l’inizio della ripresa, perché sono venti minuti di nervi e basta. Stimolati anche dall’errore di Pane che consente ad Anatriello di segnare. L’Altamura si terrorizza e sbaglia tutto, infatti Anzelmo pesca ancora Anatriello che si divora il pari. Sì, era col destro e lui è mancino, ma quell’occasione non andava sprecata. Ma, come detto prima, va bene così. Non tutto addosso a lui. Non tutto su un ragazzo del 2004.

OGGI – Il resto della partita è un dominio, ma territoriale. La parola non è eccessiva, perché il Messina prende campo e non rischia più nulla. L’Altamura gioca con la paura di aver perso l’occasione visti gli errori della prima frazione quando Leonetti e Simone avrebbero potuto fare il tris comodamente. Il Messina pressa, sale di intensità ma non crea nulla. E torniamo al discorso di prima, perché questa squadra è offensivamente innocua. Petrungaro viene tirato fuori, forse stanco, forse chissà. Entra Cominetti, così la lista dei calciatori non ancora adeguati alla categoria si allunga. E offendetevi pure. Re, Mamona, Luciani e Cominetti non possono stare tutti insieme in una rosa di Serie C. Ma ci potremmo allargare agli altri reparti, perché manca qualcosa ovunque. L’attacco, però, è il nodo di tutto il discorso. Sia perché senza gol non puoi vincere, sia perché questo tecnico vuole una squadra votata all’attacco. Ma che quando, appunto, attacca debba finalizzare. Qui manca sia la fase di rifinitura che di conclusione. La partita del San Nicola, quindi, diventa il manifesto della stagione: una squadra troppo fragile per essere sfrontata, più adatta a difendere bassa e ripartire. Che è una modalità che non piace neanche mentre la stiamo scrivendo, ma che è aderente al reale. Una squadra che ha un paio di elementi su cui puntare, ma che non può pensare di sopravvivere sui Frisenna, Anatriello, Petrungaro e basta. A Modica l’ardua sentenza, perché resta allenatore capace e lucido. Al netto degli errori commessi. Come sempre, infatti, parla il campo e lo scorso anno la capacità di ascolto del gruppo e di modificare l’assetto – che non è mica il modulo – hanno portato risultati veri. Alcune idee, nel calcio, soffrono il peso degli anni. Diventano superate non perché sbagliate, ma perché le generazioni di calciatori hanno altre caratteristiche o altre volontà. Perché gli avversari le conoscono e ne hanno scoperto le contromisure. Perché, a volte, semplicemente quello che era giusto ieri non è giusto oggi. Ma magari, paradossalmente, tornerà a esserlo domani. Intanto, il presente pretende un altro Messina. Per idee, carattere, rabbia e soluzioni. Già da adesso, dal Sorrento. A gennaio si vedrà.

Krapikas 6
Incolpevole sui gol, anzi in occasione del vantaggio mette anche un gran pezza su Leonetti. Per il resto, ordinaria amministrazione.

Lia 4
Due gialli evitabili: il primo per proteste dopo il rigore giustamente assegnato all’Altamura, il secondo per un fallo inutile visto che il pallone non era raggiungibile. Due ingenuità che un calciatore come lui non dovrebbe commettere.

Manetta 4,5
Il fallo di mano è evidente e vale il rigore. In generale, torna a ballare troppo e soffrire il campo aperto alle spalle. Ormai palese, quindi, che il modo migliore per far rendere lui e il resto del pacchetto arretrato sia un blocco difensivo basso. Se trova il riferimento e può marcare ha un altro rendimento.

Marino 5
Copia e incolla del giudizio di Manetta, fallo di mano a parte.

Ortisi 5
Altra prestazione non sufficiente. Nell’uno contro uno non è neanche così malvagia la sua prova, ma perde sempre la posizione e sfalsa la linea quando si prova a fare fuorigioco.

Garofalo 6
Resta giù in occasione del vantaggio avversario, peccato. Poi, gioca una partita di fatica e firma l’assist per Anatriello. (dal 36′ s.t. Salvo s.v.)

Petrucci 4
Ecco perché non gioca. Condizione lontanissima dall’accettabile, inoltre non fa un gran filtro in un ruolo chiave anche in non possesso. (dal 1′ s.t. Anzelmo 6: qualcosina di buono c’è, tipo la palla per Anatriello che il compagno spreca)

Pedicillo 5
Non è in un gran momento fisico, poi cambiare ruolo ogni partita non lo aiuta di certo.

Re 4
Non all’altezza, ancora. (dal 1′ s.t. Mamona 5,5: ci mette cattiveria e convinzione, per dieci minuti sembra poter essere la chiave per far male all’avversario, ma si spegne presto. Come al solito)

Luciani 4
Potremmo tirare fuori giudizi dello scorso anno. Calciatore lontanissimo dal livello richiesto e sperato. (dal 1′ s.t. Anatriello 6,5: si scatena nel primo quarto d’ora della sua partita con la rete – gentilmente concessa da Pane – e un’occasione clamorosa che sbaglia per superficialità imperdonabile. Poi cala ma è anche giusto così, perché il Messina non può pensare che a salvarlo debba essere un ragazzo poco più che ventenne)

Petrungaro 5,5
Primo tempo con qualche tentativo, nel secondo si accende insieme alla squadra ma sul più bello viene tirato fuori. (dal 22′ s.t. Cominetti 5: due sportellate, una girata goffa e poco altro)

ALTAMURA Pane 5; Mané 5,5 (dal 18′ s.t. Gigliotti 5,5), De Santis 7, Silletti 6, Rolando 6,5; Grande 6, Dipinto 5,5, Andreoli 5,5 (dal 10′ s.t. Bumbu 5,5), D’Amico 6,5; Simone 6 (dal 10′ s.t. Peschetola 5,5), Leonetti 7 (dal 28′ s.t. Molinaro 5,5). All. Di Donato 6,5

*foto copertina: Team Altamura – Facebook ufficiale

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