Parola d’ordine: continuità. La vittoria del Messina sul campo della Turris è stata ossigeno puro per la squadra di Modica che, però, non può permettersi di abbassare la guardia in vista di una sfida fondamentale per il futuro. Col Foggia è uno scontro diretto solo sulla carta, perché i pugliesi hanno valori di altra classifica.
NEL CAOS – Chiaro, l’attenzione massima è rivolta sulle questione societarie. Il 5 dicembre è diventata data chiave della trattativa tra Sciotto e AAD Invest quasi a sorpresa, ma resta valida l’idea che pone alla fine della prossima settimana la scadenza da cui sarà impossibile prescindere. Questione serissima e che avrà il giusto spazio a tempo debito, ma va anticipato che in caso di mancato passaggio di quote bisognerà interrogarsi sul perché Pietro Sciotto abbia coccolato e pasciuto questi compratori per lunghi 6 mesi. Domande che cadranno nel vuoto, dato che il presidente non parla con nessuno; in sintonia col proprio tecnico che ha chiuso i rapporti con stampa e città. Una condizione senza motivazione e dalla quale non si tornerà indietro. E che dire di Pavone, il ds che si dimette e spera di rilanciarsi altrove (Trapani?), ma che deve fare i conti con l’inopinata volontà di Sciotto di non liberare chi desidera andar via. Vicende paradossali, che raccontano della pochezza di un club che non meriterebbe l’attenzione che, invece, continua ad avere. Il campo, in questo caos, sembra la parte più salvabile della stagione. Certo, vincere contro la Turris non ha risolto i problemi, ma il Messina è squadra in corsa per la salvezza. Nonostante tutto. Modica è stato bravo a capire che la difesa a tre poteva dare maggiori garanzie, anche se la prova del Liguori è influenzata, nella fase di analisi, dal risultato. Insomma, non è stata una vera rinascita. Per diventarlo, quindi, serve continuità. Contro il Foggia non è la più facile delle missioni, perché i pugliesi sono in zona calda per un tilt di sistema dato che hanno tutte le qualità per stare altrove. Non in altissimo, ma non è rosa da zona playout. Zauri sembra aver rimesso le cose a posto, soprattutto dal punto di vista tattico. Un 4-3-3 che funziona perché la qualità risiede sugli esterni offensivi. Tutto il contrario del Messina.
MINUTAGGIO – Le condizioni fisiche non perfette di Pedicillo aprono ai dubbi di formazione. “Perché?”, direte voi; beh, perché Garofalo è la soluzione migliore ma guasterebbe i conti del fondamentale minutaggio. Col 3-5-2, infatti, ci sarebbe un terzetto difensivo tutto over con Marino affiancato da Manetta e Rizzo, più Lia e Morleo (favorito su Ortisi) larghi. In caso di forfait di Pedicillo, quindi, potrebbe toccare a Salvo al posto di Lia anche se il numero 7 sta facendo decisamente meglio del giovane compagno. Non partire con 4 under sembra difficile, perché imporrebbe dei cambi programmati per rientrare nel minutaggio e perché farebbe guadagnare meno. Chissà, magari la classifica avrà prevalenza rispetto a qualche euro. Petrucci in regia pare essere la soluzione migliore, anche in crescita dal punto di vista fisico. Anche lui deve trovare continuità, sennò resterà il dubbio che il giovane Anzelmo – seppur non pronto – sia quantomeno più presente nell’arco dei 90′. Nel Foggia, invece, pochi dubbi dato che Zauri sembra aver trovato il suo 11 base con Pazienza in regia e Orlando e Millico ai lati di Murano.
MESSINA (3-5-2) Krapikas; Manetta, Marino, Rizzo; Lia, Frisenna, Petrucci, Pedicillo, Morleo; Anatriello, Petrungaro. All. Modica
FOGGIA (4-3-3) Perina; Salines, Parodi, Camigliano, Felicioli; Tascone, Pazienza, Gargiulo; Orlando, Murano, Millico. All. Zauri
*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya
