Benevento-Messina, quasi quasi è un’occasione persa

Pubblicato il 16 Febbraio 2025 in Primo Piano

Chi l’avrebbe mai detto, qualche mese fa, che un punto strappato sul campo del Benevento sarebbe stato accompagnato da una piccola sensazione di rimpianto. Sì, perché il Messina del Vigorito si mostra solido e organizzato ma senza il giusto spunto offensivo per confezionare il colpaccio. Però, va bene lo stesso.

SUPERIORI – Che brutto questo Benevento. Non pare proprio la squadra campione d’inverno e spinta da freschezza e gioventù. L’esonero di Auteri e l’arrivo di Pazienza non ha stravolto una difficoltà evidente. L’ex Avellino avrà il suo tempo per sistemare le cose, ma in ottica Messina il pari di sabato pomeriggio è una mezza occasione persa. Perché un Benevento così impaurito, quasi terrorizzato, e tanto apatico non si incontra spesso. Il Messina non deve rimpiangere qualcosa in particolare, perché in fin dei conti ha giocato una partita di ottimo profilo caratteriale e con un’applicazione costante da parte di tutti gli interpreti. Non c’è l’occasione persa da copertina, ma solo la sensazione che la vittoria fosse un’opzione più che possibile. Certo, non si può criticare mica una squadra che inanella il quarto risultato utile e conquista un pari in casa della terza in classifica, ma il calcio non si gioca sulla carta e occorre valutare e analizzare momenti e prestazioni. Inoltre, questo pare sempre più un campionato dove non ci sono squadre imbattibili, ma per piegarle serve rispettarle. E il Messina pare consapevole. Banchieri (voto 6,5) si incaponisce in un 4-3-3 ibrido in cui gli esterni possono lavorare anche dentro il campo, ne fa le spese De Sena che fa da spettatore a Costantino titolare al centro dell’attacco. Vederli in coppia non pare ancora nei programmi del tecnico torinese. La parola d’ordine resta “equilibrio”, quindi la fatica qualitativa di Tordini e Vicario torna utile per giocare nelle due fasi. In teoria, perché il Messina è perfetto fino alla trequarti: squadra corta, reparti che comunicano e leader tecnici a prendere il sopravvento. Gelli guida la difesa con un destro più che educato e porta con sé Dumbravanu nell’accompagnare la manovra. Petrucci si riscopre regista dai giri motori alti in un contesto diverso da quello di inizio stagione. Tutto passa da lui, che smista senza fronzoli e con pochi tocchi. L’assenza di Buchel, alla fine, non pesa tanto in regia quanto nel dover rinunciare a Petrucci più avanti. Così, Banchieri non pensa per un momento alle due punte per rivolgersi ancora agli esterni. Come detto, però, il Messina si arena sulla trequarti: Tordini è elettrico ma ancora fumoso, mentre Vicario pare temere l’errore. Anche quando ripiega, infatti, non vuol eccedere e quando lo fa commette fallo. Calciatori da smussare, anche se il Messina non ha il tempo per aspettare la crescita. Picerno e Benevento mostrano il problema non tanto del gol, ma della continuità nel produrre azioni veramente pericolose. Non manca la stoccata, piuttosto la costruzione dell’assistenza finale. Quella a cui dovrebbe pensare i sopracitati esterni. Inutile, infatti, guardare sempre tutto in ottica positiva, perché non c’è margine per un’evoluzione lenta. In avanti, infatti, serve una praticità diversa.

MEDIANA AVANZATA – Al Messina, comunque, resta la totale consapevolezza di essere stato superiore al Benevento. Tatticamente i giallorossi sono distribuiti con ordine, con tutte le marcature preventive e i duelli ben chiari in mente. Gelli e Dumbravanu li abbiamo citati, poi c’è una mediana dall’impatto sulla partita devastante. Di Petrucci abbiamo detto, vanno aggiunte le prestazioni di Crimi e Garofalo. Il messinese è ormai un martello pneumatico: corre, recupera palla, mena quando serve e si fa menare in altrettante circostanze. Se c’è una mezza discussione la risolve lui, a suo favore. Leader emotivo, strutturato per dare fastidio agli avversari e programmato per dominare la sua zona di campo. Vuole avere tutto sotto controllo e non sembra incline a perdere contrasti. Onestamente, è la vera sorpresa di questo mercato perché i 30 sono stati superati e a Trapani non gli avevano concesso il ritmo partita che merita. Invece, ha trovato energie e condizione in poco tempo, spinto dall’amore per la sua maglia. Valore aggiunto, come lo è diventato Vincenzo Garofalo: uomo ovunque. Maggiore personalità rispetto al calciatore che sembrava giocare a nascondino nei mesi scorsi. Ora, nella sua partita c’è vivacità e voglia di incidere. Difende e contrasta, poi arma sinistro e destro per calciare verso Nunziante. Il centrocampo del Messina – al netto dell’assenza di Buchel – è il miglior reparto in assoluto. Proprio per questo, quindi, serve un cambio di passo anche in avanti. “Arriverà”, direte voi, e avete anche ragione. Ma il miglioramento è essenziale anche per gestire con meno timore. Nella ripresa, infatti, il Messina si abbassa troppo anche per l’incapacità di tenere con continuità il pallone in alto. Si respira poco, però il Benevento non ha slancio per fare male. Solo solletico. Krapikas smanaccia un diagonale di Acampora e poi nel recupero si ripete dopo una sua mezza follia in uscita. Piccoli difetti, utili per restare sul pezzo. Infatti, pensare di essere diventati una “grande” sarebbe l’errore che nessuno deve compiere. Ambiente compreso. Perché questo Messina è credibile, competitivo ma non certamente perfetto. Come detto, la fase offensiva necessita di altro. De Sena? Magari. Al Vigorito entra insieme a Luciani ma in un sistema in cui deve più aiutare sulla corsia che altro. Poi, Chiarella si fa male e si passa a una difesa a cinque che spegne le velleità. Perché gli esterni sono schiacciati e in mezzo non c’è più benzina per strappare in avanti. Ecco, un altro centrocampista “alla Crimi” o “alla Garofalo” sarebbe tornato buono. Ma questo è un altro discorso e non è neanche così importante.

Krapikas 6
Un buon intervento su Acampora, poi solo ordinaria amministrazione. All’ultimo istante rimedia con reattività a una sua sbavatura.

Gyamfi 6,5
Sempre reattivo, difficile da saltare nell’uno contro uno. Ordinato anche quando viene spostato a sinistra, gara di grande concretezza.

Gelli 7
Un muro, dai piedi buoni. Dalle sue parti non si passa, non perde un duello e quando c’è da gestire il pallone è più che educato.

Dumbravanu 7
Giudizio simile a quello del compagno di reparto, in più si nota una grande capacità di lettura anticipata delle giocate avversarie.

Haveri 5,5
Non entra bene in partita, ancora non pare in una condizione brillante e soffre più del dovuto e infatti esce all’intervallo per un fastidio. (dal 1′ s.t. Lia 5,5: nulla di eccezionale in fase di possesso, in quella difensiva soffre fin troppo)

Garofalo 7
Prestazione di eccezionale dinamismo, pare essere ovunque. Ci prova anche due volte dal limite. Il nuovo ciclo lo vede protagonista assoluto e determinante.

Petrucci 7
Migliore versione stagione dell’ex United. Senso della posizione, pulito nelle giocate e bravo nel portare il pressing verso l’alto. Ovunque e sempre utile.

Crimi 6,5
Altra grande prestazione da leader emotivo e anche tecnico. Pressa qualsiasi cosa, contrasta forte e gioca sempre con totale lucidità.

Vicario 5,5
Qualche spunto, ma resta tutto in bozza. Non riesce a incidere, quando ha una palla ghiotta la spreca per indecisione. (dal 24′ s.t. Luciani 5,5: copre bene un paio di palloni, ma la gestione è scolastica o errata. Deve dare di più, perché può farlo)

Costantino 5,5
Buona la capacità di conquistare spazi e punizioni. Ci si aspetta qualcosa di più concreto negli ultimi sedici metri. La condizione, però, la troverà giocando. (dal 19′ s.t. De Sena 5,5: un po’ sacrificato anche dal punto di vista tattico, non entra in partita come potrebbe)

Tordini 5,5
Tatticamente utile, si sacrifica parecchio ma non crea quasi nulla. (dal 24′ s.t. Chiarella s.v. e dal 34′ s.t. Ingrosso s.v.)

BENEVENTO Nunziante 6; Veltri 5,5, Capellini 5,5, Tosca 5,5, Viscardi 5; Talia 5,5, Viviani 6 (dal 36′ s.t. Borello s.v.), Acampora 6 (dal 23′ s.t. Lamesta 5); Simonetti 5,5; Lanini 5,5 (dal 23′ s.t. Starita 5), Manconi 4,5 (dal 41′ s.t. Perlingieri s.v.). All. Pazienza 5

*foto copertina: Acr Messina – Facebook ufficiale | ph. Francesco Saya

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