Messina, Bertotto alza il tiro: “Rispetto per la SPAL, ma non ci spaventa”

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Pubblicato il 7 Agosto 2016 in Primo Piano

Valerio Bertotto è un treno che non conosce fermate. L’ormai palesata spaccatura interna ai vertici del club non ha prodotto effetti collaterali sul lavoro del tecnico, che guarda avanti senza mai cedere alla tentazione di voltarsi.

PROGETTO ANTI-SPAL –  Per il direttore d’orchestra conta solo il campo e un progetto tecnico-tattico costruito nel corso della settimana con l’obiettivo di arginare le velleità di una SPAL che gode dei favori del pronostico. Ci crede e non lo nasconde, Bertotto, che però specifica un aspetto di fondamentale rilevanza: “Più si alza il livello dell’avversario, maggiore è la necessità di limare i nostri limiti”. Frase che va decrittata in un solo modo: il Messina deve guardare sempre e solo a se stesso. L’avversario per Bertotto è come uno specchio, il mezzo ideale per capire a che punto ti trovi e a cosa puoi spirare. Senza filtri, senza voli pindarici. Da qui si innesca un altro giro di giostra e di parole dirette: “Oggi ci ritroveremo a giocare contro una squadra di caratura superiore, con uomini che giocano da un po’ di tempo insieme e che riescono a esprimersi bene in entrambe le fasi all’interno di un impianto di gioco rodato. Premesso ciò, in questo tipo di partite alla fine la spunta chi ha più voglia, non necessariamente la squadra favorita. La Spal non ci spaventa, abbiamo ben chiaro cosa vogliamo ottenere da questa sfida”.

TERZINI CERCASI – La squadra cresce, si evolve. Bertotto da una parte palesa una certa soddisfazione per il gruppo messogli a disposizione, dall’altra sottolinea la necessità di intervenire in modo mirato prima di poter manifestare un totale appagamento. Per entrare a piedi uniti nel cuore del tema, non possiamo che iniziare dal punto di maggiore debolezza: le corsie basse, dove al momento recitano interpreti sostanzialmente adattati rispetto al modo d’intendere il ruolo da parte del tecnico, che chiarisce: “Il calcio che ho in mente prevede un’ampia capacità d’attacco che coinvolge anche gli esterni difensivi. Quelli a disposizione al momento stanno comunque palesando grande applicazione, ottenendo discreti risultati. Chiaramente sarà necessario intervenire, ma con Tosto, da tempo, abbiamo definito le figure che riteniamo potenzialmente adeguate al nostro progetto tecnico. Adesso, con l’avvicinarsi della chiusura del mercato, arriverà il momento di chiudere alcune situazioni”. Il reparto che ha meglio impressionato, soprattutto nella sfida di Siena, è quello avanzato, un parco attaccanti che dal match di questo pomeriggio a Forlì potrà contare anche sull’italo-brasiliano Brunori Sandri: “Matteo è una pedina di completamento. Può agire sia da esterno che da prima punta, e questo rappresenta un valore aggiunto da non sottovalutare”.

OSSERVARE, CALIBRARE, OSARE – Il treno procede spedito nonostante tutto. Se chiedi al mister quanto sia complicato applicare una metodologia di lavoro avanzata in un contesto con fondamenta ancora deboli, qual è, senza tema di smentita, quello dentro il quale si muove il club giallorosso, ti risponde con la consueta fermezza: “Per nulla. L’importante è avere idee chiare da esportare all’interno della nuova dimensione in cui ti trovi, avere la capacità di riuscire a contestualizzare le idee. Che si alleni una squadra che gioca la Champions o che fa la Lega Pro poco cambia. O meglio: il livello qualitativo è ovviamente diverso, ma alla fine si gioca sempre 11 contro 11 su un prato in cui c’è sempre e solo un pallone. Bisogna calibrare le idee sulle caratteristiche di chi ti è stato messo a disposizione. Questo non vuol dire che riusciremo a vincere sempre, ma che tenteremo di portare l’asticella sempre più in alto”.

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