Salite e discese, un giro vorticoso lungo novanta minuti. Spettacolo al San Filippo per una gara giocata da Messina e Andria con orgoglio e cattiveria: un tempo per uno, trionfo di nervi, applausi a far da corredo alla contesa. Per i giallorossi sistema tutto Pozzebon su calcio di rigore, in mezzo gli interventi strepitosi dei due portieri e un’Andria mai rassegnata al pareggio.
POCHI ALIBI – Bruno in luogo dell’infortunato Maccarrone, Akrapovic e Madonia vincitori dei ballottaggi su Capua e Ferri: nessuna novità eclatante nell’undici schierato da Lucarelli, a fare la differenza solo la fisicità per far fronte alle pietose condizioni del manto erboso del San Filippo. Rapida, abile, frizzante negli scambi, elegante nella manovra, la Fidelis Andria si presenta a Messina con il piglio da squadra rivelazione. Un palo di Cruz, una traversa di Volpicelli, Rea e Bruno sovrastati dalle incandescenti progressioni di Onescu e Picinni: i primi venti minuti poco si discostano dalla definizione di monologo. Giallorossi assenti fino all’inevitabile vantaggio pugliese: ancora una conclusione del centrocampista rumeno, Cruz si inserisce nella traiettoria trovando il tempo per battere imparabilmente Berardi. Il Messina si ridesta dal torpore solo per far partecipare al banchetto anche l’estremo difensore pugliese Giacomo Poluzzi: prima Madonia, poi Pozzebon (due volte) sparano a salve dall’area piccola; il fortino pugliese resiste con ordine.
IL CARATTERE – Un allenatore sul pezzo, il peso delle motivazioni: passaggio al 3-4-3 per il Messina (Palumbo per uno spento Akrapovic), l’obiettivo è trasformare l’abbozzo di reazione di fine primo tempo in un assalto in piena regola. Quasi un’operazione matematica: subito Musacci dal limite, poi l’inserimento di De Vito che causa il rigore del pareggio (fallo rovinoso di Annoni); Pozzebon è freddo dal dischetto, il risultato torna in parità. Spettacolo gradevole: Madonia colpisce un palo dalla distanza, l’Andria recrimina per le occasioni sprecate da Volpicelli, Cruz e dal subentrato Curcio. Se iniziano a latitare le occasioni, la battaglia si sposta sul versante dei nervi: Provesi non si limita nell’uso dei cartellini, a farne le spese soprattutto Onescu, punito con il rosso per un intervento violento su Musacci. L’ultima emozione del match.
MESSINA 1
FIDELIS ANDRIA 1
MARCATORI Cruz (F) al 22′ p.t.; Pozzebon (M) su rig. al 19′ s.t.
MESSINA (4-3-3) Berardi; Grifoni, Rea, Bruno, De Vito (dal 26′ s.t. Ferri); Foresta, Musacci, Akrapovic (dal 7′ s.t. Palumbo); Milinkovic, Pozzebon, Madonia (dal 35′ s.t. Marseglia). (Russo, Mileto, Ricozzi, Capua, Mancini, Bramati, Rafati, Saitta, Fusca). All. Lucarelli.
FIDELIS ANDRIA (3-5-2) Poluzzi; Tartaglia, Aya, Rada; Annoni, Onescu, Piccinni, Mancino (dal 28′ s.t. Curcio), Tito; Volpicelli, Cruz. (Pop, Cilli, Valotti, Fall, Masiero, Minicucci, Berardino, Klaric). All. Favarin.
ARBITRO Provesi di Treviglio
NOTE Spettatori 2000 circa. Ammoniti Cruz, Pozzebon, Mancino, Aya, Tartaglia, Rea. Espulso Onescu al 43′ s.t per gioco violento. Corner 11-1. Recupero 1′ e 4′.