
Primo Piano
Messina: il complotto e i rettiliani
Anche l’ultimo atto ufficiale della stagione sportiva giallorossa, e non poteva essere altrimenti, è andato in archivio non senza allungare la tragicommedia della gestione societaria.
Anche l’ultimo atto ufficiale della stagione sportiva giallorossa, e non poteva essere altrimenti, è andato in archivio non senza allungare la tragicommedia della gestione societaria.
Frase celebre dello scrittore inglese Julian Barnes, noto per opere come “Il pappagallo di Flaubert”, tra le altre. Un molo guarda l’altra sponda di un fiume: frustrato dall’impossibilità di arrivarci può, al massimo, ingannarsi.
Una rete di Dorato nei primi minuti, un Messina che regala un tempo per le scelte tattiche di Infantino, che poi reagisce sterilmente con il solo tentativo di Catalano a restare nella memoria. La Coppa Italia va al Matelica, forse più cinico dei giallorossi, sicuramente squadra più organizzata e meglio messa in campo.
Ultima volta sul palco, della tragicommedia giallorossa, per Pietro Infantino e un gruppo di ragazzi martellati dall’incredibile inconsistenza societaria. Ultima scena per il Messina che, a Latina, affronta il forte Matelica per una finale di Coppa Italia che non muterà il giudizio sulla seconda annata sciottiana.
Epilogo volgare e gretto: non definibile in altro modo quando si tirano fuori cifre e verità soggettive. Il Messina rimane proprietà della famiglia Sciotto, lecito finale ma amara realtà per una città sempre più distante dai concessionari tirrenici.
Come era prevedibile, il Messina è rimasto nelle mani della famiglia Sciotto.
Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni
Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.