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Messina all’ultimo respiro: ciao Roccella, la marcia continua
Emozioni forti. Un Messina più umano del solito si affida al cuore. Spacca in due il Roccella, prima di farsi riprendere e poi esorcizzare il rischio di capitolare.
Emozioni forti. Un Messina più umano del solito si affida al cuore. Spacca in due il Roccella, prima di farsi riprendere e poi esorcizzare il rischio di capitolare.
Quartultima curva. L’occasione è di quelle ghiotte, perché il Messina ha la chance per blindare la salvezza centrando una vittoria contro una squadra evidentemente alla portata, la “cenerentola” Melfi.
Il Messina che si esalta ancora dinnanzi al nuovo ciclone. Come se avesse una straordinaria capacità di interpretare la realtà circostante, trovando ogni volta inediti stimoli.
Una vigilia diversa. Una conferenza diversa. Alla partita di Cosenza Lucarelli riserva spazi e tempi limitati. Dice che oggi servirà serenità mentale e una capacità di concentrazione che non prevede blackout.
Cervellotico. Ossessivo. Maniaco degli accorgimenti. Attento – anche troppo – all’immagine filtrata dai media. Lello Di Napoli ha lasciato Messina con una frase bagnata da lacrime sincere e scandita da quattro parole che oscillano tra il tenero e il patetico: “Sono un grande allenatore”.
La generosità non basta. L’improvvisazione non paga. Il Messina incassa la seconda sconfitta consecutiva, figlia soprattutto di una giornata nera di un reparto difensivo in cui si fa fatica immaginare voti prossimi alla sufficienza. 20 minuti di fuoco, nel giorno del derby con il Catania, che valeva tanto e non solo per questioni di campanile.
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