Tra dimissioni immediate e future, una squadra in cerca d’autore che contro l’Acireale si gioca l’ultima chance per un campionato fuori dall’anonimato. Il Messina di Zeman ha l’obbligo di provarci, nonostante un ambiente troppo distratto dalle solite vecchie abitudini.
ESTRANIARSI – L’addio del direttore generale D’Arrigo non può stupire, quelli che seguiranno sono conseguenza ovvia e ripetuta dopo quanto successo nel post gara contro il Football Club. L’emotività della famiglia Sciotto aveva sfondato la diga: rapporto di fiducia reciproca finito, con la dirigenza ex Camaro rimasta poi in sella per senso di responsabilità. Il campo è stato severissimo nel giudicare i giallorossi, l’aiuto dalla parte sportiva (i risultati) non è mai arrivato e i rapporti non hanno così trovato distensione. Un film già visto: l’abitudine di questa proprietà di scaricare le responsabilità era diventata stucchevole già due anni fa, adesso trova la beffarda esaltazione nella settimana in cui l’ex dg D’Arrigo prima prolunga l’accordo di concessione per il San Filippo, poi lascia facendo comprendere che il lavoro è stato svolto fino all’ultimo. Per gli Sciotto (la famiglia tutta) gli unici a non sbagliare mai sono sempre loro, e nell’anno in cui hanno delegato – come mai prima – diventa facilissimo scaricare le responsabilità. Sulla superficialità di questa analisi neanche c’è da soffermarsi, soprattutto quando il finale somiglia a quello degli anni precedenti. In mezzo c’è il calcio, dicevamo, con la squadra avvilita dalla doppia sconfitta a chiudere il 2019 e aprire il 2020; con Zeman che combatte con una rosa ancora non capace di sviluppare la sua granitica idea di calcio.
NESSUNA CERTEZZA – Il difetto più grosso della squadra guidata dall’ex tecnico del Gela rimane quello di una fragilità psicologica evidente. Troppo facile affondare, lasciarsi trascinare dalla corrente e restare con un pugno di mosche in mano. Tra mercato e assenze, poi, per Zeman è stato complicato trovare un assetto definitivo sul quale lavorare. La fame di punti, in più, ha tolto la possibilità di lavorare con serenità su alcune sperimentazioni di ruolo che – sul campo – appaiono ancora un cantiere più che una costruzione. La squalifica di Bruno lascia aperto il dubbio nel cuore della difesa: De Meio è reduce da una prestazione pessima con il Troina, ma il dover piazzare un paio di 2000 in campo lascia accesa la sua speranza di essere confermato almeno a destra. In mediana è saltato Danza, dovrebbe tornarci Cristiani ma anche qui il discorso degli under inciderà e non poco. Il classico gioco degli incastri che infastidisce allenatori in cerca di certezze. Faticoso, davvero, costruire quando c’è l’obbligo di cambiare ogni settimana: il mercato sta facendo il resto non dando al tecnico il volto finale della sua creatura. Un difensore, un attaccante, ancora tasselli da inserire più nell’undici titolare che nella rosa. Non è questo, probabilmente, il modo migliore per mettere le fondamenta che dovranno portare alla rimonta in zona playoff.
L’ACIREALE – Il Giudice Sportivo è stato il vero avversario dell’Acireale. Tra sconfitte a tavolino e penalizzazioni la classifica dei granata ha perso 7 punti: sul campo il gruppo di Pagana vale un podio ampiamente meritato, figlio soprattutto della direzione precisa che l’ex tecnico di Troina e Siracusa ha saputo e potuto seguire. Fattore campo (16 punti in casa) ma anche esterno (18 punti al lordo del 3-0 a tavolino dell’andata), squadra capace di mostrare i muscoli confermando il suo ruolo da “grande” del torneo. Mister Pagana si conferma allenatore in grado di trasmettere grinta e idee tattiche: il suo Acireale è squadra rapida e verticale, con il gioco incessante sulle corsie per fare la differenza. Difesa a 3 come marchio di fabbrica, ma le ultime settimane hanno raccontato di modifiche che fanno comprendere la capacità di mutare di una rosa di ottimo spessore. Squalificato il leader tecnico Rizzo, occhio agli esterni offensivi Arena e De Felice. In regia si è subito preso la sedia Facundo Ott Vale (con Pagana a Troina), uno di quegli ex dal dente leggermente avvelenato.
LE SCELTE – Sempre complicato fare l’undici giallorosso: squalificato Bruno, out Orlando, Barbera e Danza, prima chiamata per Puglisi mentre per Licciardello si aspetta di chiarire la posizione col Cosenza, ragazzo che comunque non sarebbe stato disponibile per un piccolo acciacco. In conferenza mister Zeman ha parlato in maniera positiva dell’applicazione di Saverino nel ruolo di terzino, gli incastri under però potrebbero costringerlo a un posto in mediana. Possibile esordio per Cinquegrana in mezzo con Ungaro, più difficile quello di Vuolo al posto di De Meio. In avanti Manfrè potrebbe ritrovare una maglia da titolare nella sfida che lo vede ex. Terzo scontro diretto in fila per i giallorossi, terza chance per mostrare un’anima calcistica diversa e maturata. La classifica non ammette ulteriori ritardi e scusanti: un campionato che non aspetta nessuno, soprattutto chi non merita ulteriori seconde possibilità.
ACIREALE (4-3-3) Pitarresi; Cannino, Silvestri, Orlando, Mauceri; Ba, Ott Vale, Savanarola; Arena, Ouattara, De Felice. All. Pagana
ACR MESSINA (4-3-3) Avella; De Meio, Cinquegrana, Ungaro, Fragapane; Saverino, Lavrendi, Cristiani; Crucitti, Rossetti, Manfrè. All. Zeman